lunedì 28 febbraio 2011

VIII SETTIMANA DEL T. O. (Lunedì 28 febbraio 2011)

Prima lettura

Dal libro del Siràcide

A chi si pente Dio offre il ritorno,
conforta quelli che hanno perduto la speranza
e li rende partecipi della sorte dei giusti.
Ritorna al Signore e abbandona il peccato,
prega davanti a lui e riduci gli ostacoli.
Volgiti all’Altissimo e allontànati dall’ingiustizia;
devi odiare fortemente ciò che lui detesta.
E riconosci i giusti giudizi di Dio
e persisti nella sorte che ti è assegnata
e nella preghiera al Dio altissimo.
Negl’inferi infatti chi loderà l’Altissimo,
al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode?
Non perseverare nell’errore degli uomini iniqui;
prima di morire manifesta la tua lode.
Da un morto, che non è più, non ci può essere lode,
chi è vivo e sano loda il Signore.
E loderai Dio e ti glorierai della sua misericordia.
Quanto è grande la misericordia del Signore,
il suo perdono per quanti si convertono a lui!

Salmo responsoriale

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
 
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell’angoscia;
quando irromperanno grandi acque
non potranno raggiungerlo.

Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia,
mi circondi di canti di liberazione:
«Ti istruirò e ti insegnerò la via da seguire;
con gli occhi su di te, ti darò consiglio».

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

RIFLESSIONI
La prima lettura presa dal libro del Siracide e il salmo 31 di questa liturgia della parola, possiamo definirli “inni alla misericordia di Dio”. Dio ha misericordia dell’uomo peccatore, di chi ha perso ogni speranza a causa del proprio peccato e ritorna a Lui e chiede perdono. Il Signore oltre a perdonare tutto, lo rende subito partecipe della sorte dei giusti esortandolo a stare unito a Lui e allontanarsi dall’ingiustizia.
Dal momento che il Signore ha perdonato il peccato, l’uomo deve detestare fortemente tutto quello che il Lui detesta, realizzare tutto quello che comanda e incominciare a perseverare nella preghiera all’Altissimo.
L’uomo se vuole sperimentare l’amore di Dio ed essere sotto la sua protezione ed essere protetto da ogni insidia del Maligno, deve ritornare a Dio con cuore sincero.
Nel salmo si può vedere come il Signore è buono e comprensivo con il peccatore che ritorna a Lui. Gli perdona ogni peccato e non gli addebita colpa alcuna. Diventa il sicuro rifugio in tutti i momenti di angoscia e difficoltà.
Il Signore diventa, per il peccatore che torna a lui, maestro e pedagogo insegnando la via da seguire e dando consigli per vincere il Maligno.
Per comprendere bene cosa si deve fare per ottenere la misericordia di Dio, meditiamo bene l’esempio del vangelo che chiude la liturgia della parola di questa celebrazione.
Nel giovane che si presenta a Gesù e chiede cosa deve fare per avere la vita eterna dobbiamo vederci ognuno di noi.
Alla domanda che fece il giovane, la prima cosa che Gesù fece fu quello che lo fissò e lo amò. Gesù compie con tutti quelli che si avvicinano a Lui e chiedono cosa fare per avere la vita eterna lo stesso gesto: li fissa e li ama.
Con lo sguardo fisso sulla persona e amandola, nel cuore della persona entra la luce della grazia e il calore dell’amore che incominciano ad operare in tutte le facoltà dell’uomo. L’uomo che desidera veramente la misericordia di Dio e vuole convertirsi, non guardo alla rinunzie a cui è chiamato, ma fa quanto gli viene chiesto e segue Gesù. Non si lascia sedurre più dai piaceri della carne e dalla attrattive del mondo.
Il giovane disse che i comandamenti li osservava fin dalla giovinezza, però non volle rinunciare alla sue ricchezze, cioè non volle rinunciare ai suoi attaccamenti che erano tante ricchezze per lui.
Oggi il Signore dice a me, a te, a tutti: FAI QUESTO E VIVRAI, AVRAI LA VITA ETERNA.
  
 

domenica 27 febbraio 2011

VIII DOMENICA DEL T. O. (27 febbraio 2011)

Prima lettura

Dal libro del profeta Isaìa

Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai.

Salmo responsoriale

Solo in Dio riposa l’anima mia.
Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: mai potrò vacillare.

Solo in Dio riposa l’anima mia:
da lui la mia speranza.
Lui solo è mia roccia e mia salvezza,
mia difesa: non potrò vacillare.

In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio.
Confida in lui, o popolo, in ogni tempo;
davanti a lui aprite il vostro cuore. 

Seconda lettura

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso, perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.
 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
   
RIFLESSIONI
Per accettare con il cuore questa affermazione del profeta che il Signore non si dimentica di chi ha chiamato alla vita, bisogna credere che DIO E’ AMORE. Proprio perché Dio è amore non dimentica mai nessuno.
Lungi dunque da noi la convinzione che ci prende quando le cose non vanno per il verso giusto. Io dico che proprio in quel momento il Signore ci è vicino e si sta prendendo cura di noi.
 Il salmo è la risposta che l’uomo dà l’uomo alla parola di Dio, per questo chiedo a tutti di non leggere il salmo delle celebrazioni alle quali si assiste, come una parola qualsiasi ma come risposta propria alla parola che il Signore ci ha dato. Il salmo è sempre una preghiera dell’uomo che parla al Signore per ringraziare, per intercedere, per supplicare …
Basti leggere con un po’ di attenzione, possiamo vedere la grande fiducia che il salmista ha nel Signore. Fiducia che lo porta ad abbandonarsi in Dio senza paura di essere dimenticato o essere messo da parte.
Questo brano di vangelo di Matteo, mette alla nostra meditazione due insegnamenti: primo: non si possono servire due padroni: Dio e il denaro; secondo: non preoccuparsi del domani, cosa farò, cosa mi spetta, come affronterò la vita? Vivere l’oggi e non affannarsi del domani.
I due padroni di cui si parla in questo brano sono: il mondo di Dio, mondo dello Spirito e il mondo materiale. A proposito di questo il Signore Gesù dice: “Cercate anzitutto il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.
Se il Signore si prende cura degli uccelli dell’aria d dei fiori dei campi, tanto più si prende cura dell’uomo che è stato creato da Dio per fargli godere tutto il bene che aveva creato e messo tutto nelle mani dell’uomo! Le preoccupazioni del domani: cosa mangeremo, cosa vestiremo, cosa ci spetta … di queste cose si preoccupano i pagani, dice il Signore. I pagani sono quelli che non credono in Dio, poggiano tutto sulle loro forze e si preoccupano di accumulare per vivere tranquilli.