venerdì 30 settembre 2011

Venerdì della XXVI settimana T.O.

Dal libro del profeta Baruc
Al Signore, nostro Dio, la giustizia; a noi il disonore sul volto, come oggi avviene per l'uomo di Giuda e per gli abitanti di Gerusalemme, per i nostri re e per i nostri capi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri, perché abbiamo peccato contro il Signore, gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, che diceva di camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messo dinanzi. Dal giorno in cui il Signore fece uscire i nostri padri dall'Egitto fino ad oggi noi ci siamo ribellati al Signore, nostro Dio, e ci siamo ostinati a non ascoltare la sua voce.
Così, come accade anche oggi, ci sono venuti addosso tanti mali, insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciato per mezzo di Mosè, suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall'Egitto per concederci una terra in cui scorrono latte e miele.
Non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio, secondo tutte le parole dei profeti che egli ci ha mandato, ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dèi stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore, nostro Dio.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 78)

Salvaci, Signore, per la gloria del tuo nome.

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.

Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.

Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.

Sei tu che hai formato i miei reni e
mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Leggendo questo passo del vangelo di Luca, si capisce che Gesù passa di città in città, predica il vangelo, guarisce gli ammalati che gli portano, libera i posseduti da spiriti immondi e compie ogni altro bene. Gesù è nelle città di Corazin, di Betsaida e Cafarnao e anche in queste città annuncia il vangelo. I cittadini non danno ascolto alla sua predicazione e Gesù li apostrofa e li minaccia: “Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite”.
Le città di Tiro e Sidone, furono distrutte a causa dei peccati commessi dagli abitanti delle due città. Vengono prese da Gesù come termine di paragone con le città nelle quali stava evangelizzando e gli abitanti rifiutavano di convertirsi. Dice che nel giudizio finale gli abitanti di Tiro e Sidone saranno giudicate meno severamente di loro, perché queste due città non avevano ricevuto nessuna evangelizzazione.
Questo giudizio di Gesù nei confronti degli abitanti delle tre città, porta a credere che per chi non ha conosciuto il vangelo, per mancanza di evangelizzatori, sarà emesso un giudizio meno severo di quelle città che, ricevuto l’annuncio, non hanno fatto penitenza e non hanno cambiato il loro modo di vivere, non si sono convertite.
Per la città di Cafarnao poi, ci sarà un giudizio ancora più severo, perché gli abitanti, non solo non si convertirono, addirittura si comportarono con somma superbia, per questo Gesù li apostrofa con queste parole: E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Gli abitanti di Cafarnao ebbero lo stesso comportamento di Lucifero e i suoi seguaci, gli angeli ribelli. I superbi non potranno possedere il Paradiso.

giovedì 29 settembre 2011

Giovedì della XXVI settimana T.O.

Dal libro del profeta Daniele
Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti.
Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 137)
Cantiamo al Signore, grande è la sua gloria.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dei, ma te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore
e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Ti renderanno grazie, Signore, tutti i re della terra
quando ascolteranno le parole della tua bocca.
Canteranno le vie del Signore,
grande è la gloria del Signore!

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi».Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».
Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Oggi si celebra la festa dei santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. I soli, tra miriadi e miriadi, che hanno il nome proprio. Le altri miriadi sono chiamati semplicemente angeli o spiriti messaggeri di Dio.
I tre Arcangeli hanno nei loro nomi un significato-attributo di Dio: Michele, è potenza di Dio; Gabriele, annunciatore di Dio; Raffaele, medicina di Dio.
Michele ha manifestato la potenza di Dio nella lotta contro il Drago, chiamato satana, diavolo e i suoi seguaci ribellatisi a Dio e li sprofondarono sulla terra. Gabriele, mandato da Dio alla Vergine Maria a Nazaret per portare l’annuncio di essere stata prescelta quale madre del Figlio di Dio Gesù Cristo. Raffaele, medicina di Dio o meglio Dio guarisce, del quale si scorge l'opera nella vita di Tobia.
Gli Arcangeli hanno sempre portato a termine il ministero ricevuto da Dio e continueranno nel tempo a portare avanti il loro ministero insieme a miriadi di angeli.
Gli Angeli e gli Arcangeli sono sempre al cospetto di Dio, lo lodano, lo adorano e lo servono e compiono il ministero di messaggeri tra Dio e gli uomini. Sono gli stessi spiriti celesti, che Giobbe vide in sogno salire e scendere su una enorme scala, che univa il cielo alla terra.
Gli angeli sono in continua e instancabile missione dell’annuncio della potenza di Dio a tuti gli uomini, l’annuncio dell’amore di Dio per tutti e che Dio solo può guarire tutte le ferite che il peccato causa nel cuore del peccatore.
Nel salire al cielo, portano al cospetto di Dio, tutte le necessità dell’umanità e quindi anche le nostre. Dobbiamo essere devoti di tutti i messaggeri di Dio, per tenere sempre vivi i nostri rapporti con Dio, fino al giorno in cui non saremo al suo cospetto e lo contempleremo anche noi faccia a faccia.
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Il testo del vangelo di oggi ci presenta uno dei dodici, Natanaele, un uomo che cerca la verità anche se pieno delle sue idee e dei suoi dubbi. E' forse l'unico apostolo a non rispondere con immediatezza, a non muoversi senza esitazioni. Eppure è anche l'unico del quale il Signore faccia subito un elogio e una promessa così grande. Quasi a dirci che il dubbio fa parte del cammino della fede, ma ciò che conta è la disponibilità a cercare, a mettersi in movimento, a cogliere anche nelle piccole cose della nostra vita la presenza di Dio, a provare ad esprimere la meraviglia e la fede.
Gesù, che legge nel cuore dell'uomo, riconosce la prontezza, la ricerca sincera e il desiderio di Natanaele di incontrarsi con lui. E, vedendolo arrivare così aperto e disponibile, lo previene e lo saluta come un autentico rappresentante d'Israele in cui non c'è falsità.
Gesù conosce bene Natanaele, anche se lo incontra per la prima volta, perché egli conosce tutti e sa cosa c'è nel cuore dell’uomo. E Gesù gli dà la prova di conoscerlo bene: egli l'ha visto quando era sotto il fico. Sedere sotto il fico significa meditare e insegnare la Scrittura. Natanaele, dunque, è un uomo applicato allo studio della Scrittura che cerca e attende la venuta del Messia. Anche mentre ascoltava la spiegazione delle Scritture, era accompagnato e sostenuto dallo sguardo amoroso di Dio. Natanaele, toccato nell'intimo del suo cuore per la conoscenza che Gesù ha di lui, riconosce in Gesù il Messia ed esclama: "Tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele". 
Con la sua fede nel Messia, Natanaele è già disposto ad un'ulteriore rivelazione di Gesù, che gli dice: "Vedrai cose maggiori di queste!". Gesù parla di una rivelazione continua del Padre, di un movimento di salita e discesa degli angeli, richiamando la scena di Giacobbe, nella quale il patriarca "fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa". Il salire e scendere è un richiamo alla realtà umana e divina di Gesù. Egli, pur essendo tra gli uomini, è in comunione col Padre, è il "luogo" dove si manifesta il Padre, è la "casa di Dio", è la "porta del cielo".

mercoledì 28 settembre 2011

Mercoledì della XXVI settimana T.O.

Dal libro di Neemia
Nel mese di Nisan dell'anno ventesimo del re Artaserse, appena il vino fu pronto davanti al re, io presi il vino e glielo diedi. Non ero mai stato triste davanti a lui.
Ma il re mi disse: «Perché hai l'aspetto triste? Eppure non sei malato; non può essere altro che un'afflizione del cuore». Allora io ebbi grande timore e dissi al re: «Viva il re per sempre! Come potrebbe il mio aspetto non essere triste, quando la città dove sono i sepolcri dei miei padri è in rovina e le sue porte sono consumate dal fuoco?».
Il re mi disse: «Che cosa domandi?». Allora io pregai il Dio del cielo e poi risposi al re: «Se piace al re e se il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi, mandami in Giudea, nella città dove sono i sepolcri dei miei padri, perché io possa ricostruirla».
Il re, che aveva la regina seduta al suo fianco, mi disse: «Quanto durerà il tuo viaggio? Quando ritornerai?». Dunque la cosa non spiaceva al re, che mi lasciava andare, e io gli indicai la data.
Poi dissi al re: «Se piace al re, mi si diano le lettere per i governatori dell'Oltrefiume, perché mi lascino passare fino ad arrivare in Giudea, e una lettera per Asaf, guardiano del parco del re, perché mi dia il legname per munire di travi le porte della cittadella del tempio, per le mura della città e la casa dove andrò ad abitare». Il re mi diede le lettere, perché la mano benefica del mio Dio era su di me.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 136)

Mi si attacchi la lingua al palato se lascio cadere il tuo ricordo.

Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.

Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!».

Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.

Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Parola del Signore.
 RIFLESSIONI
Gesù passa per villaggi e città annunciando il regno di Dio. Tra la folla c’è uno, attirato dall’annuncio e dalle opere che Gesù compiva che con slancio dice: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli dà questa risposta: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
Alla risposta di Gesù l’interlocutore scompare dalla scena, non si sa più niente. Forse pensava di avere tutto e di aver risolto tutti i problemi della sua vita. La risposta di Gesù è stata chiara e decisa, ha fatto capire cosa gli spettava, non poteva fare affidamento su niente. Seguendo Gesù si ha tutto, ma non si possiede niente.
Il dialogo tra Gesù e la voce anonima della folla è servito ad aprire il discorso e far capire a tutti coloro che desiderano seguire Gesù che non possono fare affidamento su niente a livello materiale perché Gesù non è venuto per costruire un regno materiale, ma è venuto per annunciare e diffondere il suo regno, regno di pace, di amore, di gioia, di fraternità, di giustizia, di libertà e che questo regno non avrà mai fine.
Quella voce anonima può essere la mia, la tua, di uno prescelto da Gesù stesso e per questo chi desidera seguire Gesù sa cosa gli spetta, non si può nemmeno dire che si vive alla giornata. Tutti però sappiamo che seguendo Gesù entriamo in un regno di amore, pace, gioia e giustizia … e non è poco!
A questa voce seguono due chiamate di Gesù a persona senza nome. Una di queste chiamate può essere rivolta ad alcuni di noi che abbiamo letto questo brano del vangelo. Con le risposte date, Gesù rende ancora più chiare le condizioni necessarie per seguirlo: spogliarsi di tutto, anche dagli affetti più cari. «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
Le rinunce che chiede Gesù nel seguirlo, sono rinunce veramente grandi e innaturali, se si giudicano con il metro umano, sono invece grandiose e inestimabili se vengono giudicate con la sapienza divina. Tutte le rinunce fatte per seguire Gesù hanno come promessa, fatta dallo stesso Gesù, che si riceverà in cambio cento volte tanto e in più la vita eterna.
Essere discepoli di Gesù significa condividere con lui la sua sorte, la sua condizione di vita, che non è certo molto attraente a prima vista: suppone incertezza e povertà, cioè in una parola, il sacrificio e la rinuncia. Ogni uomo e ogni popolo è chiamato a seguire Cristo senza porre condizioni, qualunque sia il prezzo del sacrificio.

martedì 27 settembre 2011

Martedì della XXVI settimana T.O.

Dal libro del profeta Zaccaria
Così dice il Signore degli eserciti: Anche popoli e abitanti di numerose città si raduneranno e si diranno l'un l'altro: "Su, andiamo a supplicare il Signore, a trovare il Signore degli eserciti. Anch'io voglio venire". Così popoli numerosi e nazioni potenti verranno a Gerusalemme a cercare il Signore degli eserciti e a supplicare il Signore.
Così dice il Signore degli eserciti: In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: "Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi".
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 86)

Il Signore è con noi.

Sui monti santi egli l'ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose,
città di Dio!

Iscriverò Raab e Babilonia
fra quelli che mi riconoscono; ecco Filistea, Tiro ed Etiopia:
là costui è nato.
Si dirà di Sion:
«L'uno e l'altro in essa sono nati
e lui, l'Altissimo, la mantiene salda».

Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti».

+ Dal Vangelo secondo Luca
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l'ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
“Vogliamo venire con voi, perché abbiamo udito che Dio è con voi”, è la frase finale della prima lettura del profeta Zaccaria. Questa frase deve diventare ardente desiderio di tutti, perché tutti dobbiamo conoscere il Signore per essere sempre con Dio nostro tutto, e fare la sua volontà.
Dio lo si può conoscere solo attraverso le Scritture e con l’insegnamento della chiesa. Solo la chiesa fondata da Gesù Cristo può e deve insegnare a “leggere” per comprendere la parola di Dio. La chiesa di Cristo gode dell’assistenza dello Spirito Santo, Sapienza divina, che rivela il contenuto delle Scritture e rivela la volontà di Dio.
Uno può fare la volontà di Dio, ubbidire a Dio, solo se Lo conosce. Ecco perché la fonte a cui attingere per la conoscenza della volontà di Dio è la Scrittura. La scrittura rivela qual è il bene quotidiano che sempre dobbiamo raggiungere. La preghiera deve aiutarci in tutto questo.
Ecco perché il profeta dice: “popoli numerosi e nazioni potenti verranno a Gerusalemme a cercare il Signore degli eserciti e a supplicare il Signore”.
La preghiera di cui si parla e ne parla il profeta, non è quella preghiera saltuaria, distratta, fredda, parolaia, insensata. Deve essere una preghiera affettuosa, sentita, amorevole, fervorosa, fatta con il cuore. La preghiera così concepita e fatta rivela la volontà di Dio che è perdono, misericordia, pietà, accoglienza, riconciliazione, mitezza, umiltà, carità, opera di pace. E’ volontà di Dio avere amore per i fratelli e donare la vita per i fratelli se è necessario, e non solo per quelli buoni e santi, ma anche per quelli che ci combattono e ci contrariano.
L’esempio ci viene sempre e solo da Gesù che ha accettato di dare la sua vita morendo sulla croce per l’umanità intera, anche per i suoi stessi crocifissori arrivando a dire: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno.

lunedì 26 settembre 2011

Lunedì della XXVI settimana T.O.

Dal libro del profeta Zaccaria
La parola del Signore degli eserciti fu rivolta in questi termini: «Così dice il Signore degli eserciti: Sono molto geloso di Sion, un grande ardore m'infiamma per lei.
Così dice il Signore: Tornerò a Sion e dimorerò a Gerusalemme. Gerusalemme sarà chiamata "Città fedele" e il monte del Signore degli eserciti "Monte santo".
Così dice il Signore degli eserciti: Vecchi e vecchie siederanno ancora nelle piazze di Gerusalemme, ognuno con il bastone in mano per la loro longevità. Le piazze della città formicoleranno di fanciulli e di fanciulle, che giocheranno sulle sue piazze.
Così dice il Signore degli eserciti: Se questo sembra impossibile agli occhi del resto di questo popolo in quei giorni, sarà forse impossibile anche ai miei occhi? Oracolo del Signore degli eserciti.
Così dice il Signore degli eserciti: Ecco, io salvo il mio popolo dall'Oriente e dall'Occidente: li ricondurrò ad abitare a Gerusalemme; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio, nella fedeltà e nella giustizia».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 101)

Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso nel suo splendore.

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte.

I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza,
perché si proclami in Sion il nome del Signore
e la sua lode in Gerusalemme,
quando si raduneranno insieme i popoli
e i regni per servire il Signore.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Molte volte è affiorato negli Apostoli lo spirito umano che li porta a discutere chi è il più grande, il più importante e avere, quindi, diritto di occupare il posto più importante nel regno di Dio e spesse volte questo è stato argomento di evangelizzazione da parte Gesù.
Anche questa volta gli Apostoli discutevano ancora tra di loro chi fosse il più grande e Gesù sconvolge subito la situazione prendendo ad esempio un bambino, semplice e puro di cuore, limpido nei propri pensieri e nelle proprie azioni. Il fanciullo diventa così, il modello di colui che entrerà nel Regno dei cieli: chi è puro di cuore, chi non ha brama di potere e vive la vita nella semplicità e nella verità. «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Con questa considerazione fatta, Gesù ha voluto insegnare agli Apostoli e a tutta l’umanità di tutti i tempi che il regno dei cieli viene acquistato solo da chi è umile e semplice come un bambino. Il fanciullo che non è stato mai considerato dalla società, per Gesù diventa simbolo della vera grandezza. Chi avrebbe pensato che accogliendo un bambino avrebbe accolto Gesù? E che chi accoglie Gesù, accoglie il Padre che ha mandato Gesù?
Se la nostra idea o desiderio di grandezza ha come modello l’immagine data da Gesù, la nostra fede in Lui è autentica e il Signore Gesù è presente in mezzo a noi e opera con noi.
Operando con Gesù per il bene del prossimo, si vince anche l’invidia che molte volte “ammazza” l’umile e il generoso, come ha fatto Giovanni, che prendendo la parola disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». 
Non si può dire di essere veri cristiani solo perché siamo battezzati, né possiamo arrogarci il diritto di giudicare gli altri in nome della nostra religione. Gesù, infatti, di fronte ai discepoli che impediscono ad altri di scacciare i demoni in nome di Dio solo perché non sono seguaci del maestro, li rimprovera aspramente, dicendo loro che chi compie il bene non può essere contro Dio, né contro Cristo.
Chi è animato da spirito puro e vero, chi vive secondo i comandamenti, non ha niente di meno di coloro che dicono di agire nel nome del Signore e che si ritengono, a torto, gli unici figli di Dio. Tutti gli uomini sono figli di Dio e tutti coloro che vivono secondo le sue leggi stanno lavorando per il Regno. Fare il bene, specialmente a chi è lontano da Gesù, è dovere di tutti. Ricordiamo che la parola di Dio dice: chi riporta il peccatore sulla retta via, ha salvato la sua anima.
 

domenica 25 settembre 2011

XXVI Domenica del tempo ordinario

Prima lettura
Dal libro del profeta Ezechiele
Così dice il Signore: «Voi dite: "Non è retto il modo di agire del Signore". Ascolta dunque, casa d'Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.
E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 24)

Ricordati, Signore, della tua misericordia.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
in spero in te tutto il giorno.

Ricordati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
I peccati della mia giovinezza
e le mie ribellioni, non li ricordare:
ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
[Fratelli, se c'è qualche consolazione in Cristo, se c'è qualche conforto, frutto della carità, se c'è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi.
Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri.
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù]: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: "Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna". Ed egli rispose: "Non ne ho voglia". Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: "Sì, signore". Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Signore oggi chiede a tutti la conversione del cuore, cioè una conversione vera e non a solo parole. La parola “conversione” per se indica anche “cambio di direzione”. Questo cambio di direzione deve essere desiderato dal cuore perché sia concreto.
L’invito alla conversione il Signore ce lo rivolge in vari modi. Nella prima lettura, mediante il profeta Ezechiele, veniamo messi davanti a due situazioni opposte tra loro: la prima, il giusto che si perverte e si dà ad azioni cattive e malvagie, a causa del suo peccato muore. La morte è intesa sia quella corporale che quella spirituale. La seconda, il malvagio, abbandona le opere malvagie e incomincia a compiere opere buone, per le opere buone fatte incomincia a vivere. Perseverando a fare il bene non morirà.
La considerazione è fin troppo semplice e chiara: Il Signore dà a ciascuno secondo le opere compiute in tutta la sua vita e quando viene il momento di questo rendiconto si viene giudicati su come si viene trovati in quel momento. Una vita spesa bene  e conclusa male è la fine, il male commesso distrugge tutto il bene fatto prima. Al contrario una vita vissuta male e conclusa con opere buone, le opere buone cancellano tutto il male fatto.
Nei due casi si vede la misericordia di Dio per il peccatore convertito, la giustizia di Dio per chi abbandona la retta via e si concede al peccato. La misericordia di Dio si acquisisce fino all’ultimo istante della vita. Subito dopo, con la morte, c’è solo la giustizia di Dio.
La conversione che siamo tenuti a realizzare, è una conversione con i fatti e non solo a parole come si può vedere dal brano del vangelo. Anche qui vengono proposti due fatti opposti tra loro: il figlio che dice di andare a lavorare e poi non va, mentre l’altro dice di no, poi pentito ci va. Logico che la volontà del padre la compie il figlio che va a lavorare anche se aveva detto di non volerci andare.
E’ l’opera compiuta che rende meritoria l’azione del figlio ubbidiente. La salvezza dell’anima la si raggiunge facendo il bene e non parlando soltanto del bene.

sabato 24 settembre 2011

Sabato della XXV settimana T.O.

Dal libro del profeta Zaccaria
Alzai gli occhi, ed ecco un uomo con una fune in mano per misurare. Gli domandai: «Dove vai?». Ed egli: «Vado a misurare Gerusalemme per vedere qual è la sua larghezza e qual è la sua lunghezza».
Allora l'angelo che parlava con me uscì e incontrò un altro angelo, che gli disse: «Corri, va' a parlare a quel giovane e digli: "Gerusalemme sarà priva di mura, per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere. Io stesso - oracolo del Signore - le farò da muro di fuoco all'intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa".
Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te. Oracolo del Signore. Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore e diverranno suo popolo, ed egli dimorerà in mezzo a te».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Ger 31,10-12.13)

Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.

Ascoltate, genti, la parola del Signore,
annunciatela alle isole più lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come un pastore il suo gregge».

Perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore.

La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
«Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni».

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI

In questo cammino con la parola del Signore riportata dall’evangelista Luca, ci inoltriamo sempre più nel momento clou della missione di Gesù su questo mondo: la sua passione e morte. La passione e morte di Gesù è il clou, perché mediante la sua passione e morte è venuta la salvezza dell’umanità. Gerusalemme, la città santa da parte di tutti, per Gesù diventa la città della sua passione e morte. Gesù va a Gerusalemme liberamente pur sapendo cosa riservava questa sua andata nella città santa.
L’annuncio di tutto quello che gli sarebbe capitato, andando a Gerusalemme, Gesù l’aveva detto già nel brano del vangelo di ieri, quando disse: «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Oggi completa l’annuncio dicendo: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Gli “anziani”, “i capi dei sacerdoti”, “gli scribi” credevano e temevano che stesse per detronizzarli, per questo decisero di accusarlo e farlo condannare a morte.
Gli Apostoli visto che Gesù ha ribadito l’annuncio di ieri, che doveva soffrire molto, essere condannato ed essere ucciso, per mani degli uomini, non posero nessuna domanda perché avevano paura di interrogarlo sull’argomento della sua morte.
Gesù, davanti alla perplessità degli Apostoli, ribadisce che il regno che è venuto a portare non è “regno di questo mondo”, ma regno di pace, di amore, di gioia, di giustizia, di verità. Questo regno portato da Gesù si conquista mediante le prove, le persecuzioni, la sofferenza, tutto accettato con amore per il Signore.
Accettando tutto per amore verso il Padre, Gesù ha voluto indicarci la via perché come ha fatto Lui dobbiamo fare anche noi. Imitando Gesù nelle prove, nella sofferenza, saremo dove è Lui.

venerdì 23 settembre 2011

Venerdì della XXV settimana T.O. - S. Pio da Pietrelcina

Dal libro del profeta Aggeo
L'anno secondo del re Dario, il ventuno del settimo mese, per mezzo del profeta Aggèo fu rivolta questa parola del Signore:
«Su, parla a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote, e a tutto il resto del popolo, e chiedi: Chi rimane ancora tra voi che abbia visto questa casa nel suo primitivo splendore? Ma ora in quali condizioni voi la vedete? In confronto a quella, non è forse ridotta a un nulla ai vostri occhi?
Ora, coraggio, Zorobabele - oracolo del Signore -, coraggio, Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote; coraggio, popolo tutto del paese - oracolo del Signore - e al lavoro, perché io sono con voi - oracolo del Signore degli eserciti -, secondo la parola dell'alleanza che ho stipulato con voi quando siete usciti dall'Egitto; il mio spirito sarà con voi, non temete.
Dice infatti il Signore degli eserciti: Ancora un po' di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma. Scuoterò tutte le genti e affluiranno le ricchezze di tutte le genti e io riempirò questa casa della mia gloria, dice il Signore degli eserciti. L'argento è mio e mio è l'oro, oracolo del Signore degli eserciti. La gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti; in questo luogo porrò la pace». Oracolo del Signore degli eserciti.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 42)

Spera in Dio, salvezza del mio volto e mio Dio.

Fammi giustizia, o Dio,
difendi la mia causa contro gente spietata;
liberami dall'uomo perfido e perverso.

Tu sei il Dio della mia difesa:
perché mi respingi?
Perché triste me ne vado,
oppresso dal nemico?

Manda la tua luce e la tua verità:
siano esse a guidarmi,
mi conducano alla tua santa montagna,
alla tua dimora.

Verrò all'altare di Dio,
a Dio, mia gioiosa esultanza.
A te canterò sulla cetra,
Dio, Dio mio.

+ Dal Vangelo secondo Luca
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell'uomo - disse - deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI

Ogni volta che Gesù deve rivelare agli Apostoli cose nuove della sua missione, si ritira sempre da solo a pregare. La preghiera di Gesù non è un semplice colloquio con il Padre, ma è un profondo colloquio per ricevere dal Padre quello che deve dire e come dirlo agli Apostoli. Gesù poteva fare tutto senza pregare il Padre. L’ha voluto e l’ha fatto sempre per essere unito al Padre in ogni cosa, per mantenere e rinsaldare la comunione col Padre e insegnare a tutti a fare la stessa cosa.
In questa circostanza Gesù deve incominciare a preparare gli Apostoli ad accogliere la verità più importante della sua missione: «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Gli Apostoli che credevano che il Signore avesse portato a termine la sua missione in modo completamente diverso, sentendo dire dalla sua bocca tutto quello che avrebbe sofferto e patito, avrebbe inferto al cuore di tutti un colpo molto grave e pericoloso.
Grave, per l’enorme dolore che avrebbe causato la notizia.
Pericoloso, perché non avrebbero mai immaginato che Gesù avrebbe portato a termine la sua missione mediante la morte, ma con una azione di forza, di lotta, di guerra e simili.
Con la preghiera fatta al Padre, Gesù ha ottenuto da parte degli Apostoli a non ribellarsi e a perseverare nel seguirlo fino in fondo.
Nella nostra vita avviene la stessa cosa, quando in ogni decisione da prendere, cerchiamo il Signore attraverso la preghiera. Nella preghiera dobbiamo chiedere di farci comprendere se la cosa va fatta e come deve essere fatta. Il Signore aiuta chi si abbandona in Lui per ogni cosa. Il Signore non delude mai.

giovedì 22 settembre 2011

Giovedì della XXV settimana T.O.

Dal libro del profeta Aggeo
L'anno secondo del re Dario, il primo giorno del sesto mese, questa parola del Signore fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, e a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote.
«Così parla il Signore degli eserciti: Questo popolo dice: "Non è ancora venuto il tempo di ricostruire la casa del Signore!"».
Allora fu rivolta per mezzo del profeta Aggeo questa parola del Signore: «Vi sembra questo il tempo di abitare tranquilli nelle vostre case ben coperte, mentre questa casa è ancora in rovina? Ora, così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Avete seminato molto, ma avete raccolto poco; avete mangiato, ma non da togliervi la fame; avete bevuto, ma non fino a inebriarvi; vi siete vestiti, ma non vi siete riscaldati; l'operaio ha avuto il salario, ma per metterlo in un sacchetto forato. Così dice il Signore degli eserciti: Riflettete bene sul vostro comportamento! Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore».
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 149)

Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca:
questo è un onore per tutti i suoi fedeli.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il tetràrca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elìa», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI

La parola di oggi richiama alla mente la ricorrenza particolarissimo di domani: ottantesimo anniversario della apparizioni di Gesù Misericordioso a Santa Faustina. Gesù Misericordioso chiese alla suora di pregare per la conversione dei peccatori.
La prima lettura è un richiamo chiaro alla conversione di tutti. Chi non si preoccupa solo e sempre di avere un’abitazione quanto più comoda e attrezzata possibile? Tutti ci preoccupiamo di avere quante più comodità possibili, credendo di avere la pace, la serenità e ogni bene nel possedere cose materiali. La lettura termina con queste parole: Riflettete bene sul vostro comportamento! Salite sul monte, portate legname, ricostruite la mia casa. In essa mi compiacerò e manifesterò la mia gloria, dice il Signore». Il Signore invita a ricostruire la nostra casa, che è il cuore, liberandolo da agni forma di peccato e attaccamento alle cose di questo mondo. Solo così il Signore può ritornare nel nostro cuore, nella nostra vita e manifestarci la sua gloria.
Il peccato è la causa di tutti i mali che impregnano il mondo oggi, ritorniamo al Signore e la pace regnerà in mezzo a noi e tra tutti i popoli.
Ritornare al Signore significa abbandonare la via del peccato e iniziare a praticare il bene. Imploriamo la misericordia di Dio per noi e per il mondo intero.

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Riflettete bene: davvero vi basta quanto avete? Davvero è morto in voi qualsiasi desiderio di ulteriorità, di infinito, di Vita? Davvero potete fare a meno del Regno di Dio, delle promesse del Signore, della sua Alleanza con voi? Riflettete: questo è l'invito forte che oggi il profeta Aggeo rivolge a noi, ma è lo stesso invito che rivolgeva a Israele in un tempo in cui il popolo viveva un periodo di lassismo spirituale, in cui, attendendo alle sue faccende quotidiane, dimenticava di curarsi delle cose di Dio (ricostruire il tempio!), in cui il popolo si cullava in un’indifferenza soddisfatta e se ne stava tranquillo nelle proprie case contento del "tran tran" giornaliero.
E quanto è attuale questo interrogativo per noi! Rischiamo anche noi di pensare a Dio come al superfluo e non come all'Essenza della vita di ciascuno di noi! Rischiamo di abituarci all'idea di avere già tutto e che, in fondo, di Dio non sappiamo che farcene, correndo il rischio di spendere tutta la nostra vita senza nemmeno intravedere a quale surplus di gioia, di amore, di pace, di concordia ci abbia donato Dio in Cristo.
Noi pure abbiamo il compito, non facile, di ricostruire in modo permanente il tempio di Dio, che è il corpo mistico di Cristo, in noi stessi e negli altri: ascoltiamo l'annunzio rassicurante che risuona nelle nostre chiese quando ci vengono lette le parole dei profeti o ancor di più quelle di Cristo? E ne facciamo tesoro, mettendole in atto e divulgandole?