venerdì 31 maggio 2013

VENERDI’ DELL ‘ VIII SETTIMANA TEMPO ORDINARIO
VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MERIA A SANTA WELISABETTA

Dal libro del profeta Sofonia

Rallégrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».

Parola di Dio.


Oppure (Rm 12,9-16b: Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità):

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, la carità non sia ipocrita: detestate il male, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.
Non siate pigri nel fare il bene; siate invece ferventi nello spirito; servite il Signore.
Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Condividete le necessità dei santi; siate premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia; piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non nutrite desideri di grandezza; volgetevi piuttosto a ciò che è umile.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore

RIFLESSIONI

Oggi celebriamo la festa della visita di Maria Santissima alla cugina Elisabetta. E’ una festa molto singolare e molto istruttiva spiritualmente per tutti.
E’ passato pochissimo tempo dall’annuncio dell’arcangelo Gabriele a Maria di essere stata prescelta da Dio ad essere la madre del suo Figlio Gesù e Maria si mette in viaggio, verso una zona montuosa, per andare a fare visita alla cugina Elisabetta, incinta di sei mesi.
La visita fatta da Maria, non era per portare alla cugina la grandissima predilezione avuta da Dio, ad averla scelta quale madre del suo Figlio, ma andare a portare aiuto ad Elisabetta avanti negli anni e già al sesto mese di gravidanza.
Non pensa alle difficoltà che avrebbe incontrato durante il viaggio. Stato di gravidanza, affrontare un viaggio e per giunta di montagna. La sua permanenza a casa della cugina a tempo indeterminato. Pensò solo a dare aiuto a chi ne aveva bisogno. Pensò solo a donare la sua persona alle necessità degli altri. Si abbandonò totalmente nelle mani del Signore come già faceva prima dell’annuncio dell’arcangelo. Se prima Maria dominava il suo io, ora, quale Madre di Dio, ha annullato definitivamente il suo io.
Ecco perché al saluto della cugina Elisabetta, quando Maria arrivò a casa della cugina, esplose nel cantico del Magnificat. Dio scelse Maria non per dei pregi straordinari che aveva, né perché era molto istruita e conosceva molto dello scibile umano, non perché parlava molte lingue, Maria non era tutto questo. Maria era “l’umile serva” e per questa umiltà Dio la prescelse. Non si fece vanto con nessuno durante il continuo della sua vita terrena. Continuò a vivere nell’umiltà più assoluta. Era, e lo divenne ancora di più, “la serva di tutti”.
L’uomo, noi, ci lasciamo sempre dominare da quell’io che non ci parta a Dio, ma ci allontana da Dio. Dio non accetta un cuore superbo e orgoglioso.
In questa festa della “visitazione di Maria Vergine”, lasciamoci visitare da Maria, anzi invochiamo Maria perché venga a visitarci e rendere il nostro cuore umile e gradito a Dio.



giovedì 30 maggio 2013

GIOVEDI’ DELL’ VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal libro del Siràcide

Ricorderò ora le opere del Signore
e descriverò quello che ho visto.
Per le parole del Signore sussistono le sue opere,
e il suo giudizio si compie secondo il suo volere.
Il sole che risplende vede tutto,
della gloria del Signore sono piene le sue opere.
Neppure ai santi del Signore è dato
di narrare tutte le sue meraviglie,
che il Signore, l’Onnipotente, ha stabilito
perché l’universo stesse saldo nella sua gloria.
Egli scruta l’abisso e il cuore,
e penetra tutti i loro segreti.
L’Altissimo conosce tutta la scienza
e osserva i segni dei tempi,
annunciando le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste.
Nessun pensiero gli sfugge,
neppure una parola gli è nascosta.
Ha disposto con ordine le meraviglie della sua sapienza,
egli solo è da sempre e per sempre:
nulla gli è aggiunto e nulla gli è tolto,
non ha bisogno di alcun consigliere.
Quanto sono amabili tutte le sue opere!
E appena una scintilla se ne può osservare.
Tutte queste cose hanno vita e resteranno per sempre
per tutte le necessità, e tutte gli obbediscono.
Tutte le cose sono a due a due, una di fronte all’altra,
egli non ha fatto nulla d’incompleto.
L’una conferma i pregi dell’altra:
chi si sazierà di contemplare la sua gloria?

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli.

Lodate il Signore con la cetra,
con l’arpa a dieci corde a lui cantate.
Cantate al Signore un canto nuovo,
con arte suonate la cetra e acclamate.

Perché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.

Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Parola del Signore

RIFLESSIONI

Dopo aver letto questo brano del vangelo di Marco, sono stato martellato con insistenza dal canto, che conosco molto bene: UOMO DI GALILEA. Questo canto contiene tutto ciò che è descritto dall’evangelista Marco.
Mentre cantavo mentalmente UOMO DI GALILEA, pensavo a tutte le cecità che avvolgano l’umanità. Il cieco di cui parla il vangelo era certamente cieco fisicamente, e non sopportando la privazione della luce del sole, chiedeva con insistenza di essere guarito. La richiesta di guarigione veniva fatta in modo “straordinario” e il cieco Bartimeo non immaginava. Non dice “Figlio di Davide, Gesù, guariscimi!, dice invece: “Figlio di Davide, Gesù, abbi misericordia di me”.
Invocava “misericordia” al Figlio di Davide, forse sapeva che la sua condizione di cieco, era causata da qualche peccato commesso e implorava “misericordia” per questo.
Nella domanda di Gesù: «Che cosa vuoi che io faccia per te?» certamente lascia sconcertati tutti perché tutti avevano sentito le grida del cieco che chiedeva di essere guarito. Gesù fa questa domanda per entrare nel cuore di tutti, perché tutti vengano a conoscenza che il peccato influisce anche sul fisico del peccatore. Vuole annunciare a tutti di abbandonare la via del peccato e chiedere misericordia a Dio. Ha voluto ancora una volta manifestare il fine della sua missione annunciata diverse volte: Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori.
Gesù non fa niente di straordinario per il cieco, chiede semplicemente cosa vuole. Alla risposta: Che io riabbia la vista, Gesù dice semplicemente: Va, la tua fede ti ha salvato.
La fede salva e giustifica l’uomo davanti a Dio, e Dio ascolta la richiesta fatta con fede.



mercoledì 29 maggio 2013

MERCOLEDI’  DELL’VIII  SETTIMANA  DEL  TEMPO  ORDINARIO

Dal libro del Siracide

Abbi pietà di noi, Signore, Dio dell’universo, e guarda,
mostraci la luce della tua misericordia,
infondi il tuo timore su tutte le nazioni.
Ti riconoscano, come anche noi abbiamo riconosciuto
che non c’è Dio al di fuori di te, o Signore.
Rinnova i segni e ripeti i prodigi.
Raduna tutte le tribù di Giacobbe,
rendi loro l’eredità come era al principio.
Abbi pietà, Signore, del popolo chiamato con il tuo nome,
d’Israele che hai reso simile a un primogenito.
Abbi pietà della tua città santa,
di Gerusalemme, luogo del tuo riposo.
Riempi Sion della celebrazione delle tue imprese
e il tuo popolo della tua gloria.
Rendi testimonianza alle creature che sono tue fin dal principio,
risveglia le profezie fatte nel tuo nome.
Ricompensa coloro che perseverano in te,
i tuoi profeti siano trovati degni di fede.
Ascolta, Signore, la preghiera dei tuoi servi,
secondo la benevolenza che hai verso il tuo popolo,
e guidaci sulla via della giustizia,
e riconoscano tutti quelli che abitano sulla terra
che tu sei il Signore, il Dio dei secoli.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!

Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome.

Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la grandezza del tuo braccio
salva i condannati a morte.

E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di generazione in generazione narreremo la tua lode.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti ai discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore

RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

La parola di Dio è la parola che chiama tutti a conversione e a ogni tipo di conversione. Questa volta più che la parola è il modo di porsi di Gesù che chiama alla conversione.
Il vangelo inizia descrivendo il viaggio di Gesù a Gerusalemme insieme agli Apostoli e i discepoli e dice che camminava davanti ai discepoli.
Andavano a Gerusalemme, la città santa per il popolo, da Gesù definita la Gerusalemme celeste. Il viaggio che Gesù sta facendo con gli Apostoli e discepoli, si può paragonare agli attuali pellegrinaggi che si fanno verso grandi santuari e luoghi santi per fatti e apparizioni straordinarie. Forse, i discepoli e gli Apostoli, conoscendo che la città verso la quale erano diretti è la città santa, pensavano che si stesse facendo un pellegrinaggio.
Quando sentono il discorso che fa Gesù, predicendo loro tutto quello che gli sarebbe capitato, restarono sconvolti. Ammutolirono!
Il grande insegnamento che dà a tutti Gesù è di andare verso la città santa, verso la Gerusalemme celeste con coraggio, pace e serenità. Non lasciarsi condizionare dai pericoli che il maligno mette nel cammino della vita. Chi è in cammino verso il luogo santo, il luogo della gloria di Dio, il paradiso quindi, deve aspettarsi ostacoli, prove, avversità continuamente e nei momenti più impensati. Le forze nemiche, la malizia del demonio, credono di far desistere davanti alla prova. Se però si segue Gesù, si cammina con Gesù, si fissa lo sguardo su Gesù, le forze avverse non potranno mai prevalere. Nessuno ostacolo, nessuno avversario, nessun nemico possono prevalere perché Gesù precede , va avanti a tutti e respinge, annulla qualsiasi avversario.
Quante volte fino ad oggi è prevalso il demonio su di noi! Quante volte si è stato sconfitto dal nemico! E’ successo tutte le volte che abbiamo voluto andare avanti fidando solo sulle proprie forze.
Quante volte i fedeli che ci sono stati affidati sono stati travolti dal nemico? Perché non li abbiamo preceduti per difenderli! Quante volte i figli hanno avuto i più grandi fallimenti nella loro vita e hanno deluse tutte le aspettative riposte in loro! Perché i genitori non hanno camminato davanti per insegnare loro la strada da percorrere.
Siamo tutti diretti verso la Gerusalemme celeste, seguiamo Gesù. Gesù indica la strada  da percorrere ed evitare le insidie del maligno. Arriveremo certamente alla meta desiderata sotto la guida di Gesù.


martedì 28 maggio 2013

MARTEDI’ DELLA VIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Dal libro del Siracide

Chi osserva la legge vale quanto molte offerte;
chi adempie i comandamenti offre un sacrificio che salva.
Chi ricambia un favore offre fior di farina,
chi pratica l’elemosina fa sacrifici di lode.
Cosa gradita al Signore è tenersi lontano dalla malvagità,
sacrificio di espiazione è tenersi lontano dall’ingiustizia.
Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
perché tutto questo è comandato.
L’offerta del giusto arricchisce l’altare,
il suo profumo sale davanti all’Altissimo.
Il sacrificio dell’uomo giusto è gradito,
il suo ricordo non sarà dimenticato.
Glorifica il Signore con occhio contento,
non essere avaro nelle primizie delle tue mani.
In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
con gioia consacra la tua decima.
Da’ all’Altissimo secondo il dono da lui ricevuto,
e con occhio contento, secondo la tua possibilità,
perché il Signore è uno che ripaga
e ti restituirà sette volte tanto.
Non corromperlo con doni, perché non li accetterà,
e non confidare in un sacrificio ingiusto,
perché il Signore è giudice
e per lui non c’è preferenza di persone.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.

«Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno stabilito con me l’alleanza
offrendo un sacrificio».
I cieli annunciano la sua giustizia:
è Dio che giudica.

«Ascolta, popolo mio, voglio parlare,
testimonierò contro di te, Israele!
Io sono Dio, il tuo Dio!
Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici,
i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti.

Offri a Dio come sacrificio la lode
e sciogli all’Altissimo i tuoi voti;
Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora;
a chi cammina per la retta via
mostrerò la salvezza di Dio».


+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Parola del Signore


RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

La prima lettura richiama la vecchia alleanza che il Signore Dio fece con il popolo d’Israele: Offrire al Signore, quale offerta gradita, il sangue di agnelli o di giovani giovenchi.
Ora il Signore Dio, prefigurando il patto della nuova alleanza realizzata nel sangue del suo dilettissimo Figlio Gesù Cristo, chiede non più l’offerta del sangue degli animali, ma “Chi osserva la legge (per me la legge è racchiusa nel’osservare il comandamento amare Dio prima di ogni cosa, e il prossimo come sé stesso) vale quanto molte offerte. Chi adempie (osserva tutti i comandamenti, ricordo il colloquio tra il giovane e Gesù nel vangelo di ieri) i comandamenti offre un sacrificio che salva”. Un sacrificio che vale molto più di mille offerte.
La salvezza si raggiunge solo tramite l’osservanza dei dieci comandamenti! L’osservanza dei comandamenti deve essere assidua e di tutti, non solo di alcuni di essi e quando fa comodo. L’osservanza dei comandamenti deve essere nella pienezza di sé stesso, anche se costa moltissimo. Deve portare anche al versamento del proprio sangue. A rinunciare completamente al proprio io.
Una vita così porta il credente a possedere tutto ciò che è elencato nella parola di salvezza che ci è stata data da Dio. In ultimo la pienezza della ricompensa dovuta perché il Signore è uno che ripaga e (ti) restituirà sette (anzi cento volte tanto, come dice nel vangelo, però insieme a persecuzioni!) volte tanto (e la vita eterna).


lunedì 27 maggio 2013

LUNEDI’  DELL’VIII  SETTIMANA  DEL  TEMPO  ORDINARIO

Dal libro del Siracide

A chi si pente Dio offre il ritorno,
conforta quelli che hanno perduto la speranza
e li rende partecipi della sorte dei giusti.
Ritorna al Signore e abbandona il peccato,
prega davanti a lui e riduci gli ostacoli.
Volgiti all’Altissimo e allontanati dall’ingiustizia;
devi odiare fortemente ciò che lui detesta.
E riconosci i giusti giudizi di Dio
e persisti nella sorte che ti è assegnata
e nella preghiera al Dio altissimo.
Negl’inferi infatti chi loderà l’Altissimo,
al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode?
Non perseverare nell’errore degli uomini iniqui;
prima di morire manifesta la tua lode.
Da un morto, che non è più, non ci può essere lode,
chi è vivo e sano loda il Signore.
E loderai Dio e ti glorierai della sua misericordia.
Quanto è grande la misericordia del Signore,
il suo perdono per quanti si convertono a lui!

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Per questo ti prega ogni fedele
nel tempo dell’angoscia;
quando irromperanno grandi acque
non potranno raggiungerlo.

Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia,
mi circondi di canti di liberazione:
«Ti istruirò e ti insegnerò la via da seguire;
con gli occhi su di te, ti darò consiglio».

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

Parola del Signore

RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

Quando più si legge e medita la parola di Dio, tanto più cresce il desiderio di nutrirsi di questa parola. Cresce sempre più la volontà di mettere in pratica la parola meditata. Diventa forte il desiderio di modellare la propria vita sulla parola di Dio!
Non scoraggia, né avvilisce il contenuto della parola, anzi spinge la volontà ad andare avanti senza guardare al passato, né tenere in considerazione lo stato spirituale in cui uno si trova.
Dio manda la parola appropriata per tirare fuori da quelle situazioni. Spinge l’uomo ad abbandonarsi nelle mani di Dio e incominciare a realizzare nella propria vita quello che la parola suggerisce. Tutto questo richiede un cuore attento e accogliente.
Il Signore, quale Padre buono e premuroso, dona la parola buona e adatta per il bene dei suoi figli. Il bene che si deve trarre dalla parola, è la salvezza della propria anima. Salvezza dalle oppressioni quotidiane, dalle preoccupazioni immancabili nella vita di ciascuno, dalle difficoltà di ogni genere, finché si è su questa terra, poi il possesso del paradiso, luogo di felicità eterna.
Meditiamo un po’ la parola di questa celebrazione! E’ una parola che rispecchia le condizioni di vita che oggi si vivono. Si è immersi in un mondo dove domina il peccato di ogni genere. L’ingiustizia, il sopruso, la malvagità, l’incoscienza dominano in ogni categoria della società e nessuno si fa scrupolo del male che arrecano a tutti questi mali. Anzi chi riceve qualche ingiustizia, del male, senza scrupolo ricambia con più rabbia l’ingiustizia e il male ricevuto. Così facendo si diffonde sempre più il male, regno del Maligno, e ci si allontana sempre di più da Dio, somma bene. Davanti a queste situazioni, la parola di Dio non dice di ricambiare male col male, me di ricambiare il male con il bene.
Riconosci i giusti giudizi di Dio e persisti nella sorte che ti è assegnata e nella preghiera al Dio altissimo, sono le parole contenute nella prima lettura. Col fare queste cose si combatte il male con il bene.
Non è il caso di scoraggiarsi davanti a tanto male che circonda l’umanità! Con la preghiera e  l’accettazione di quello che dice il Signore, bisogna andare avanti con coraggio. Andare avanti e perseverare a fare il bene, a perdonare, a pregare, così facendo: loderai Dio e ti glorierai della sua misericordia. Quanto è grande la misericordia del Signore, il suo perdono per quanti si convertono a lui! Da un morto, (a causa del peccato), non ci può essere lode, chi è vivo e sano (senza peccato), loda il Signore.
Nessuno si deve sentire legato al proprio modo di pensare, di vivere e di operare come il giovane del vangelo, ma liberato da tutto ciò che umano, materiale e peccaminoso, amare il Signore con cuore libero e gioioso così come lo rende la parola di Dio. Quel giovane che desiderava possedere la vita eterna, quando sentì di vendere tutto quello che aveva, se ne andò triste. Aveva molti bene da vendere … andò via e non desiderò più la vita eterna che aveva chiesto.



 


  



domenica 26 maggio 2013

DOMENICA  SOLENNITA’  DELLA  SS.MA  TRINITA’

Dal libro dei Proverbi

Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».

Parola di Dio

Salmo responsoriale

O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Parola di Dio

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore

RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

Oggi ricordiamo e dobbiamo vivere con il cuore, con tutta la fede di cui siamo capaci, chiedere al Signore di accrescere la fede il primo mistero della nostra fede: UNITA’ E TRINITA’ DI DIO.
Questa verità che Dio è uno nella natura e tre nelle persone è chiamata MISTERO perché la mente umana non potrà mai comprendere. Solo quando, al termine dei nostri giorni terreni, la nostra anima si troverà davanti a Dio per essere giudicata circa tutto l’operato della sua vita. Vedrà questo Dio nello splendore della sua gloria che lo accoglie, per il bene compiuto in vita. In questo splendore di gloria, l’anima, vedrà le tre persone nella loro unità della stessa natura e la diversità delle tre persone.
Durante tutta , Gesù durante la sua vita terrena, ha parlato continuamente del Padre che è  nei cieli. Della sua unione con il Padre. Che Lui e il Padre sono una cosa sola. Ora nel breve racconto del vangelo di Giovanni proclama quest’altra grande verità: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.
Può sembrare che la conclusione che sto per dare, secondo il mio semplice modo di pensare, una conclusione stupida, di poco conto: chi vuole conoscere la bontà del mistero della santissima Trinità, viva nella verità, nell’amore, nell’ubbidienza a tutto quello che Gesù ha detto e compiuto durante la sua vita terrena, e vivrà il mistero nella felicità Dio che dona a tutti gli uomini di buona volontà.

E’ meraviglioso sentirsi dire, da Gesù, al termine della vita: Vieni benedetto dal Padre Mio … Amen

sabato 25 maggio 2013


SABATO DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

 Dal libro del Siràcide

Il Signore creò l’uomo dalla terra
e ad essa di nuovo lo fece tornare.
Egli assegnò loro giorni contati e un tempo definito,
dando loro potere su quanto essa contiene.
Li rivestì di una forza pari alla sua
e a sua immagine li formò.
In ogni vivente infuse il timore dell’uomo,
perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli.
Discernimento, lingua, occhi,
orecchi e cuore diede loro per pensare.
Li riempì di scienza e d’intelligenza
e mostrò loro sia il bene che il male.
Pose il timore di sé nei loro cuori,
per mostrare loro la grandezza delle sue opere,
e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie.
Loderanno il suo santo nome
per narrare la grandezza delle sue opere.
Pose davanti a loro la scienza
e diede loro in eredità la legge della vita.
Stabilì con loro un’alleanza eterna
e fece loro conoscere i suoi decreti.
I loro occhi videro la grandezza della sua gloria,
i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa.
Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!»
e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo.
Le loro vie sono sempre davanti a lui,
non restano nascoste ai suoi occhi.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

L’amore del Signore è per sempre.

Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,
perché egli sa bene di che siamo plasmati,
ricorda che noi siamo polvere.

L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni!
Come un fiore di campo, così egli fiorisce.
Se un vento lo investe, non è più,
né più lo riconosce la sua dimora.

Ma l’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.

Parola del Signore

RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

 In questi giorni, la liturgia della Parola della celebrazione Eucaristica, sta facendo meditare brani del libro del Siracide, mi viene spontaneo questa domanda: Come e cosa si può fare che la Parola di Dio giunga a tutti?
Gli insegnamenti che sono venuti, e verranno certamente, sono di massima importanza per tutti. Ha esortato alla giustizia, alla sincerità, all’onestà, alla mitezza, cose tutte indispensabile per vivere cristianamente e socialmente bene.
Oggi la Parola invita a considerare che tutto ciò che l’uomo ha, è tutto dono di Dio. L’uomo è semplicemente un pugno di terra. Da questo pugno di terra Dio ha formato l’uomo: Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, è detto nella genesi. Al pugno di terra ha dato la forma o la natura che tutti abbiamo. Ha dato tutto quello che serve per godere le bellezze del creato: occhi, orecchie, mani piedi, intelligenza, sapienza, vita, forza … eppure l’uomo si è insuperbito talmente da dire che tutto gli appartiene, che tutto è suo, tutto è opera sua e così via.
Quante volte l’uomo ha dovuto constatare il proprio fallimento quando si è apprestato a realizzare qualche suo progetto con le sole sue forze! Dio ha dato all’uomo la sua stessa vita quando alitò sul fango avuto dall’impasto della terra e quell’impasto, col soffio vitale, diventò essere vivente.
Uomo non gloriarti, non insuperbirti, tutto ti è stato dato da Dio! E Dio continuerà a darti anche quanto più ti meriti se il tuo cuore diventa semplice come il cuore di un bambino.

 

venerdì 24 maggio 2013


VENERDI’ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORINARIO

 Dal libro del Siràcide

Una bocca amabile moltiplica gli amici,
una lingua affabile le buone relazioni.
Siano molti quelli che vivono in pace con te,
ma tuo consigliere uno su mille.
Se vuoi farti un amico, mettilo alla prova
e non fidarti subito di lui.
C’è infatti chi è amico quando gli fa comodo,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
C’è anche l’amico che si cambia in nemico
e scoprirà i vostri litigi a tuo disonore.
C’è l’amico compagno di tavola,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
Nella tua fortuna sarà un altro te stesso
e parlerà liberamente con i tuoi servi.
Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te
e si nasconderà dalla tua presenza.
Tieniti lontano dai tuoi nemici
e guardati anche dai tuoi amici.
Un amico fedele è rifugio sicuro:
chi lo trova, trova un tesoro.
Per un amico fedele non c’è prezzo,
non c’è misura per il suo valore.
Un amico fedele è medicina che dà vita:
lo troveranno quelli che temono il Signore.
Chi teme il Signore sa scegliere gli amici:
come è lui, tali saranno i suoi amici.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Guidami, Signore, sul sentiero dei tuoi comandi.

 Benedetto sei tu, Signore:
insegnami i tuoi decreti.
Nei tuoi decreti è la mia delizia,
non dimenticherò la tua parola.

Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge.
Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie.

Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.
Guidami sul sentiero dei tuoi comandi,
perché in essi è la mia felicità.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù, partito da Cafàrnao, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare.
Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

Parola del Signore

 RIFLESSIONE SULLA PAROLA DEL GIORNO

 La lettura dal Siracide e il brano del vangelo di Marco invitano alla fedeltà. Bisogna essere fedeli nell’amicizia e nel matrimonio, perché l’amicizia e il matrimonio si fondano sulla fedeltà. Non vi può essere vera amicizia se non si è fedeli, non ci può essere matrimonio se non esiste fedeltà tra i coniugi. La fedeltà è frutto del vero amore.
La fedeltà di un amico e quella del coniuge si conquista attraverso un continuo rapporto sincero e leale, sotto tutti i punti di vista. La prima prerogativa necessaria è di essere amabile in ogni parola. L’amabilità, la sincerità apre il cuore di chi ascolta e lo penetra di buoni sentimenti. E’ necessario essere prudente, non lasciarsi ingannare dal primo impatto con chiunque. Il consiglio della parola sapienziale è fin troppo chiara: “C’è infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma non resiste nel giorno della tua sventura. C’è anche l’amico che si cambia in nemico e scoprirà i vostri litigi a tuo disonore”. Che delusione trovarsi davanti a persone con un simile atteggiamento! Anche in queste scelte, amico e coniuge, è necessario farle nel timore santo del Signore!
Non si può rigettare un amico acquisito in fretta e senza attenzione, bisogna andarci piano perché se viene rigettato colui che si scoperto poi di non essere amico sincero, il Signore non accetta la durezza di cuore che allontana il falso amico.
Non solo il vincolo sacramentale del matrimonio è vincolo indissolubile, indivisibile, anche l’amicizia realizzata con uno, diventa vincolo di solidità indissolubile in virtù del comandamento nuovo che Gesù lasciò agli Apostoli e a tutti i suoi discepoli: Amatevi gli uni gli altri, come Io vi ho amati!

giovedì 23 maggio 2013


GIOVEDI’ DELLA VII SETTIMANA DEL T. O.

 Dal libro del Siràcide

Non confidare nelle tue ricchezze
e non dire: «Basto a me stesso».
Non seguire il tuo istinto e la tua forza,
assecondando le passioni del tuo cuore.
Non dire: «Chi mi dominerà?»,
oppure: «Chi riuscirà a sottomettermi per quello che ho fatto?»,
perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?»,
perché il Signore è paziente.
Non essere troppo sicuro del perdono
tanto da aggiungere peccato a peccato.
Non dire: «La sua compassione è grande;
mi perdonerà i molti peccati»,
perché presso di lui c’è misericordia e ira,
e il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
perché improvvisa scoppierà l’ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
Non confidare in ricchezze ingiuste:
non ti gioveranno nel giorno della sventura.
Parola di Dio

Salmo  responsoriale

Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.
Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».

Parola del Signore

 RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

 Anche oggi la lettura dal Siracide è piena di insegnamenti e ammonimenti per l’uomo. Questi insegnamenti si possono elencare: Non confidare sulle cose materiali, non essere schiavo dell’egoismo, della superbia, della presunzione, dei piaceri della carne. Tutte cose queste che tengono l’uomo schiavo del peccato, lo rendono insensibile a tutto, anche al perdono e alla misericordia di Dio.
Un simile comportamento può portare chiunque a ritardare le propria conversione, il proprio ritorno a Dio! Potrebbe arrivare all’improvviso la giustizia di Dio e con essa il castigo dei propri peccati. Per questo dico: “Che giova all’uomo, guadagnare il mondo intero, se poi rovina se stesso! Cosa può dare in cambio della propria anima?”.
Queste considerazioni fatte debbono portare a fare propria l’esortazione del salmo: Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. E assimilare alla perfezione il contenuto del vangelo.
Il vangelo esorta ad essere generosi ed essere di buono esempio a tutti, specialmente ai piccoli e agli iniziati alla fede. Guai a chi dà scandalo! Preghiamo che tutti siano aiutati a non essere pietra di scandalo!
Come si può essere causa di scandalo per gli altri, anche se quest’altro è uno solo o addirittura un piccolo fanciullo.
1° Facendo cattivo uso delle mani. Si deve sapere che le mani il Signore le ha date perché servono ad aiutare a fare il bene agli altri e non a percuotere o maltrattare. Le meni servono per dare non per prendere, donare tutto quello di cui un altro potrebbe avere bisogno. “E’ meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile”.
2° Facendo cattivo uso dei piedi. I piedi sono necessari per camminare sulla via della santità, non sulla strada che porta alla discoteca, ai luoghi dove si profana il Signore con atti, parole, modi e cose simili che non elenco in quanto tutti sono a conoscenza. “E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna”.
3° Facendo cattivo uso degli occhi. E’ stato sempre detto che gli occhi sono lo specchio dell’anima! La sacra scrittura dice a proposito dell’occhio: “Se il tuo occhio è nella luce, quanto grande è la tua luce. Se il tuo occhio è nelle tenebre, tutto il tuo corpo è tenebra”. Quand’è che l’occhio è nelle tenebre? Quando si lascia sedurre dalla pornografia, dalla bellezza carnale, spettacoli sessuali, nudismo, e tutto ciò che riguarda il sesto e nono comandamento: non commettere atti impuri, non desiderare le persona di un altro. “E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue”.
Come si vede che la conclusione di ogni cattivo uso degli organi del corpo hanno come risultato, la condanna al fuoco eterno della Geenna, cioè dell’inferno.
Vale dunque la pena che per un piacere umana, passeggero per giunta, andare a finire nel fuoco inestinguibile dell’inferno. E l’inferno esiste veramente, nonè una invenzione dei preti!

mercoledì 22 maggio 2013


MERCOLEDI’ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

 Dal libro del Siràcide

La sapienza esalta i suoi figli
e si prende cura di quanti la cercano.
Chi ama la sapienza ama la vita,
chi la cerca di buon mattino sarà ricolmo di gioia.
Chi la possiede erediterà la gloria;
dovunque vada, il Signore lo benedirà.
Chi la venera rende culto a Dio, che è il Santo,
e il Signore ama coloro che la amano.
Chi l’ascolta giudicherà le nazioni,
chi le presta attenzione vivrà tranquillo.
Chi confida in lei l’avrà in eredità,
i suoi discendenti ne conserveranno il possesso.
Dapprima lo condurrà per vie tortuose,
lo scruterà attentamente,
gli incuterà timore e paura,
lo tormenterà con la sua disciplina,
finché possa fidarsi di lui e lo abbia provato con i suoi decreti;
ma poi lo ricondurrà su una via diritta e lo allieterà,
gli manifesterà i propri segreti
e lo arricchirà di scienza e di retta conoscenza.
Se egli invece batte una falsa strada, lo lascerà andare
e lo consegnerà alla sua rovina.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Grande pace per chi ama la tua legge.

Grande pace per chi ama la tua legge:
nel suo cammino non trova inciampo.
Osservo i tuoi precetti e i tuoi insegnamenti:
davanti a te sono tutte le mie vie.

Sgorghi dalle mie labbra la tua lode,
perché mi insegni i tuoi decreti.
La mia lingua canti la tua promessa,
perché tutti i tuoi comandi sono giustizia.

Desidero la tua salvezza, Signore,
e la tua legge è la mia delizia.
Che io possa vivere e darti lode:
mi aiutino i tuoi giudizi.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi».

Parola del Signore

RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

 Il libro del Siracide è uno dei libri sapienziali della Bibbia. E’ buono che tutti lo leggano con un minimo di attenzione e cercare di imprimere nella mente e nel cuore i tanti consigli che contiene.
E’ il terzo giorno che la liturgia eucaristica ha proposto come prima lettura brani presi da questo libro. Sono moltissimi gli “insegnamenti” dati sotto forma di consigli, inviti, paragoni ed altro, che ha dato. Ieri ha insegnato come presentarsi a Dio nella preghiera: nella giustizia e in modo costante. Oggi fa un elogio alla Sapienza e lo fa con slancio da fare innamorare che legge il brano con un po’ di serenità di mente e di apertura del cuore.
Tutti possono chiedere la Sapienza e il Signore la dona a tutti coloro che la chiedono. Da questo si può dedurre che tutta l’umanità è il soggetto di tutti i doni di Dio. La sacra scrittura dice che: L’uomo è la gloria di Dio. Se dunque l’uomo è la gloria di Dio si deve convenire che tutti possono ricevere i doni di Dio. Le vie di Dio sono imperscrutabili, il Signore può tirare fuori da queste pietre figli di Abramo, disse Gesù ai Farisei che si proclamavano figli di Abramo.
Anche il più grande peccatore può compiere i miracoli, i prodigi più grandi al mondo, senza che nessuno può contestarlo. Questo significa che quando si è in grazia di Dio si può fare tutto il bene possibile. Per questo è necessario essere attenti e non giudicare nessuno. Solo Dio conosce il cuore dell’uomo fino nei più grandi segreti.
Il brevissimo brano del vangelo insegna proprio questo: non giudicare nessuno dalle apparenze del suo comportamento!

 

martedì 21 maggio 2013


MARTEDI’  DELLA  VII  SETTIMANA  DEL  TEMPO  ORDINARIO

 
Dal libro del Siracide (Sir 2,1-13)

Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
resta saldo nella giustizia e nel timore,
preparati alla tentazione.
Abbi un cuore retto e sii costante,
tendi l’orecchio e accogli parole sagge,
non ti smarrire nel tempo della prova.
Stai unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.
Accetta quanto ti capita
e sii paziente nelle vicende dolorose,
perché l’oro si prova con il fuoco
e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.
Affidati a lui ed egli ti aiuterà,
raddrizza le tue vie e spera in lui,
persisti nel suo timore e invecchia in esso.
Voi che temete il Signore, aspettate la sua misericordia
e non deviate, per non cadere.
Voi che temete il Signore, confidate in lui,
e la vostra ricompensa non verrà meno.
Voi che temete il Signore, sperate nei suoi benefici,
nella felicità eterna e nella misericordia.
Voi che temete il Signore, amatelo,
e i vostri cuori saranno ricolmi di luce.
Considerate le generazioni passate e riflettete:
chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso?
O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato?
O chi lo ha invocato e da lui è stato trascurato?
Perché il Signore è clemente e misericordioso,
perdona i peccati e salva al momento della tribolazione,
protegge coloro che lo ricercano sinceramente.

Parola di Dio


 Salmo responsoriale

Affida al Signore la tua vita.

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.

Il Signore conosce i giorni degli uomini integri:
la loro eredità durerà per sempre.
Non si vergogneranno nel tempo della sventura
e nei giorni di carestia saranno saziati.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama il diritto
e non abbandona i suoi fedeli.

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».

Parola del Signore

RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

 La prima lettura tratta dal libro del Siracide, è un profondo insegnamento di vita cristiana e una grande speranza nell’amore di Dio per ogni uomo.
Insegna il modo di vivere che deve avere l’uomo nei rapporti con Dio. Non possono essere rapporti superficiali o di qualsiasi genere. Il Signore stesso suggerisce come comportarsi e come prepararsi quando si vuole stare alla sua presenza: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, resta saldo nella giustizia e nel timore, preparati alla tentazione”. Questo consiglio non rende schiavo l’uomo se lo mette in pratica, ma lo rende libero e meritevole della benevolenza di Dio.
Bisogna sapere che quando l’uomo desidera essere alla presenza di Dio per pregarlo e affidare a Lui tutti i suoi problemi e difficoltà, il demonio subito si mette in opera per distogliere  l’uomo dal mettere in pratica il suo desiderio. Lo incomincia a tentare nei modi più impensati e su argomenti più importanti per distoglierlo dalla presenza di Dio. Il Demonio sa che se l’uomo cerca Dio e si mette alla sua presenza, lui non può prevalere, allora lo tortura con la tentazione.
Una preghiera ben fatta rende l’uomo libero dall’ipocrisia, dall’incostanza di fare il bene, di non soccombere nella prova. La preghiera tiene unito a Dio, e Dio libera da queste tentazioni e da tutto il male che propone il Demonio.
l Signore permette queste prove per provare la fiducia che l’uomo pone in Lui. Attraverso  queste prove il Signore vuole purificare l’anima, come oro nel crogiulo.     



lunedì 20 maggio 2013


LUNEDI’ DELLA VII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

 Dal libro del Siràcide

Ogni sapienza viene dal Signore
e con lui rimane per sempre.
La sabbia del mare, le gocce della pioggia
e i giorni dei secoli chi li potrà contare?
L’altezza del cielo, la distesa della terra
e le profondità dell’abisso chi le potrà esplorare?
Chi ha scrutato la sapienza di Dio,
che è prima di ogni cosa?
Prima d’ogni cosa fu creata la sapienza
e l’intelligenza prudente è da sempre.
Fonte della sapienza è la parola di Dio nei cieli,
le sue vie sono i comandamenti eterni.
La radice della sapienza a chi fu rivelata?
E le sue sottigliezze chi le conosce?
Ciò che insegna la sapienza a chi fu manifestato?
La sua grande esperienza chi la comprende?
Uno solo è il sapiente e incute timore,
seduto sopra il suo trono.
Il Signore stesso ha creato la sapienza,
l’ha vista e l’ha misurata,
l’ha effusa su tutte le sue opere,
a ogni mortale l’ha donata con generosità,
l’ha elargita a quelli che lo amano.
Parola di Dio

 + Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro.
E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono.
Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!».
Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi.
Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demoni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».

Parola del Signore

RIFLESSIONI SULLA PAROLA DEL GIORNO

Con la solennità della Pentecoste termina la liturgia del tempo di pasqua e riprende la liturgia del tempo ordinario, interrotto con il mercoledì delle ceneri che diede inizio al tempo di quaresima, seguito dal tempo di pasqua.
Con il tempo ordinario, non significa che la vita del cristiano ritorna alle cose ordinarie. E’ chiamato così questo tempo, perché non vi sono festività importanti, cioè solennità.
Il tempo liturgico “detto ordinario”, a livello  spirituale il tempo ordinario, deve essere vissuto dal cristiano, in modo che gli impegni ordinari siano vissuti in modo straordinario.
Il mondo ha bisogno oggi di questi testimoni. Di cristiani “veraci” che non si vergognano di testimoniare Cristo, che non hanno paura di far osservare a chi sbaglia, l’errore che commette. Non per mortificare la debolezza che c’è in ogni persona, ma per dare coraggio e speranza nell’aiuto che Dio dà per vincere la debolezza umana.
Il vangelo, ascoltato o letto, presenta la situazione del mondo di oggi. Nella figura del ragazzo posseduto dallo spirito muto, è raffigurata tutta l’umanità di questo millennio. “Lo spirito muto” che operava sul ragazzo è il demonio che, con le sue convulsioni, prende possesso di tutti coloro che hanno una fede debolissima e non nutrono la propria anima con la preghiera. Il male che commette chi è debole spiritualmente, ricade su tutto e su tutti. Anche su di noi.
Come evangelizzatori del tempo presente, siamo chiamati ad essere “sale e luce” per chi vive nell’inganno del demonio e li travolge gettandoli nell’acqua e nel fuoco della schiavitù del male.
In che modo gli evangelizzatori sono chiamati ad essere sale e luce della terra? Pregando e digiunando per loro. Offrire, al Signore, preghiere e digiuno per la conversione di tutti quelli che sono sotto la schiavitù del male.
La preghiera è l’arma idonea per respingere ogni assalto del maligno.