Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da
lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c'è tenebra alcuna. Se
diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo
bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come
egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di
Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato.
Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e
la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto
tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non
avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi.
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate;
ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo,
il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto
per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Parola di Dio.
Salmo
responsoriale (Sal 123)
Chi dona la sua
vita risorge nel Signore.
Se il Signore non fosse stato per noi,
quando eravamo assaliti,
allora ci avrebbero inghiottiti vivi,
quando divampò contro di noi la loro collera.
Allora le acque ci avrebbero travolti,
un torrente ci avrebbe sommersi;
allora ci avrebbero sommersi
acque impetuose.
Siamo stati liberati come un passero
dal laccio dei cacciatori.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore:
egli ha fatto cielo e terra.
+ Dal Vangelo
secondo Matteo (Mt 2,13-18)
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore
apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e
sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti
vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si
rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò
che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall'Egitto ho chiamato mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di
lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in
tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che
aveva appreso con esattezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del
profeta Geremìa: «Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento
grande: Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non
sono più».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Giovanni Battista, quando gli erodiani gli chiesero chi fosse per dare
una risposta a coloro che li avevano mandati, rispose: sono voce di uno che grida nel deserto, preparate la via al Signore … .
A distanza di oltre duemilaundici anni, anche io voglio essere voce di uno che grida prepariamo il nostro cuore alla luce che
Gesù è venuto a portare nel mondo avvolto dalle tenebre più dense e di peccati
abominevoli, per tutti quelli che mi leggono.
So e conosco bene il proverbio che dice: una noce nel sacco non fa rumore. Da solo la mia voce non è
ascoltata da nessuno, non perché non fa rumore, ma perché è soffocata da tanti
altri rumori che coprono la mia misera voce. Confido nel Signore e nella sua
bontà e misericordia, che farà arrivare la mia voce fino al punto che Lui ha
stabilito e per il bene di chi l’accoglie.
Desidero essere strumento nelle mani del Signore in modo nuovo e come
Lui desidero e faccio mie le parole di San Giovanni Evangelista, autore della
lettera da cui è presa la prima lettura di oggi e dice: “Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in
comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in
pratica la verità”.
Sì fratelli, oggi il mondo è bugiardo, perché dice di credere in Gesù
Cristo figlio di Dio che è luce e in Lui
non ci sono tenebre e poi vive nelle tenebre dell’errore e del peccato!
Come si può accettare una falsità simile? Chi crede veramente in Gesù
figlio di Dio, che si è fatto uomo per liberare l’umanità dalla schiavitù del
peccato, deve vivere nella luce della grazia di Dio e combattere ogni specie di
peccato: bestemmia, inosservanza dei dieci comandamenti, pratica dell’aborto (oggi
la chiesa ricorda nella liturgia la strage degli innocenti), la convivenza
civile (non è matrimonio), il divorzio che annulla l’unità del sacramento del
matrimonio, la pedofilia a qualsiasi livello, l’adulterio, e tanti altri tipi
di peccati che non sto qui a ricordare!
Siamo nel tempo di natale, tempo di pace, la pace che il Signore concede
a tutti gli uomini di buona volontà e che Lui ama, approfittiamo di questo
tempo di grazia che ci viene concesso e ritorniamo al Signore con tutto il
cuore e il Signore perdonerà ogni nostra colpa.
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E’ il terzo giorno dopo Natale,
ma la poesia del Natale è scomparsa e dopo il martirio di Stefano troviamo lo
stesso bambino Gesù, vittima della persecuzione di Erode. La sua sola presenza
nel mondo già genera il rifiuto e la persecuzione.
Infatti, oggi il vangelo ci
presenta la storia dei bambini fatti massacrare dal nevrotico despota Erode che
vede in Dio un pericoloso avversario da eliminare e per questo dà l’ordine di
far ammazzare tutti i neonati della regione. E sono proprio loro che,
inconsapevolmente, hanno protetto la fuga del bambino Gesù, esule in Egitto. E
la chiesa li venera come martiri, anche se non hanno mai professato la fede in
Cristo.
È la festa degli innocenti di
tutti i tempi uccisi con Cristo e per Cristo, immedesimati con Lui nel martirio
e assunti con lui nella gloria dei santi. Una storia che non finisce mai di
stupirci e di inquietarci: il dolore e le sofferenze umane assunte a valore
salvifico come quelle di Cristo.
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