giovedì 3 novembre 2011

Giovedì della XXXI settimana T.O.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore. Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, perché sta scritto:
«Io vivo, dice il Signore: ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua renderà gloria a Dio».
Quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio.
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 26)

Contemplerò la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: "Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta". Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: "Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto". Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Parola del Signore.
 RIFLESSIONI

La frase della prima lettura che più mi colpisce è: se noi viviamo, viviamo per il Signore. Ma cosa significa questa frase? Per capirne il significato basta cambiarla un po’ e farla diventare se viviamo per il Signore, noi viviamo: cioè l’unica condizione affinché si possa dire di vivere pienamente la propria vita è quella di vivere per il Signore. Qualcuno obietterà: ma io vivo per la mia famiglia; qualcun altro dirà: io vivo per i miei genitori; e ancora: io vivo per i miei figli.
Ovviamente anche questi sono degli ottimi fini per vivere la propria vita, nulla da obiettare, ma pensate a quanto meglio si possa vivere per la propria famiglia, per i propri genitori, per i propri figli se si decide di vivere per il Signore, perché se si vive per, con e in Cristo, se si vive questo rapporto diretto con Dio, tutte le nostre relazioni, tutte le nostre opere verranno influenzate da questo rapporto esclusivo con il Signore e saranno permeate dell’Amore che da esso scaturisce. Amore che si riverserà su quelli che ci sono accanto e su quello che facciamo, e che si estenderà sempre di più come i cerchi concentrici che si formano sull’acqua quando vi buttiamo un sasso.

Nessun commento:

Posta un commento