mercoledì 9 novembre 2011

Mercoledì della XXXII settimana T.O. - Dedicazione Basilica Lateranense


Dal libro del profeta Ezechiele (Ez 47, 1-2, 8-9, 12)
In quei giorni, [un uomo, il cui aspetto era come di bronzo,] mi condusse all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell'altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all'esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l'acqua scaturiva dal lato destro.
Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell'Àraba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull'altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Sal 45)

Un fiume rallegra la città di Dio

Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell'Altissimo.
Dio è in mezzo a essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell'alba.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 2, 13-22)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.
Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».
I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI

La festa di oggi: Dedicazione della basilica Lateranense, è per tutte le chiese cattoliche, per la chiesa universale, segno di comunione e di unità con la Cattedrale del Papa. Difatti la basilica Lateranense, oggi denominate basilica di San Giovanni in Laterano, è la cattedrale del Papa. Comunione e unità che vuole indicare principalmente l’accettazione degli insegnamenti, decreti, norme e leggi che i Papi daranno, attraverso i secoli, nel dirigere e governare la chiesa di Cristo.
Gesù, rivolto a Pietro disse: Tu sei Pietro, su questa pietra edificherò la mia chiesa. Questa missione è trasmessa ad ogni successore di Pietro che viene eletto dal concistoro dei cardinali, riuniti in conclave.
La chiesa fondata da Cristo, non deve essere inteso solo ed esclusivamente l’edificio murario, come si potrebbe dedurre dal comportamento avuto nel tempio di Gerusalemme. E’ principalmente l’unione di tutti i battezzati, corpo mistico di Cristo, e come tale ogni battezzato è chiesa, tempio vivo di Cristo.
Gesù, entrando nel tempio di Gerusalemme cacciò tutti fuori con severità e forza, dicendo: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». Ancora: “La mia casa, è casa di preghiera, voi ne avete fatto una spelonga di ladri”.
Alla reazione dei Giudei che chiesero con quale autorità faceva quelle cose, Gesù disse: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Con queste parole Gesù annunciò la sua morte e resurrezione dopo tre giorni. Con la sua resurrezione dai morti ha liberato l’uomo dalla schiavitù del male, dal peccato e l’ha reso tempio vivente dello Spirito Santo, abitazione del Dio Vivente.
Fedeli e uniti alla chiesa di Cristo, accogliamo tutto ciò che questa chiesa insegna, promulga e decreta. Tutto questo per essere sempre chiesa: una, santa, cattolica, apostolica, come viene proclamato nel nostro credo o simbolo degli Apostoli.   
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L’immagine principale che viene fuori dalla lettura del brano di Ezechiele è ovviamente la sorgente di acqua che sgorga dal tempio: la presenza di Dio in mezzo al suo popolo sarà fonte di benedizione sovrabbondante. Le acque che scendono nell'Araba, portano ovunque vita e rendono feconde perfino le acque del Mar Morto, che a causa dell’eccessiva concentrazione salina sono notoriamente sterili.
Il messaggio di Ezechiele al popolo ancora in esilio è forte: attualmente disperso, ritroverà il suo centro vivificante, perché Dio sarà di nuovo in mezzo a esso, e lo inonderà di vita e benedizione in modo ancora più abbondante di prima, in modo addirittura straripante.
La liturgia propone questo testo nella festa della Dedicazione della basilica del Laterano, perché essa è il primo segno esteriore e sensibile della vittoria della fede cristiana sul paganesimo occidentale e quindi dell’inondazione straripante di vita e benedizione profetizzata da Ezechiele.
Durante l'era delle persecuzioni, durate per ben tre secoli, ogni manifestazione di fede si rivelava pericolosa e perciò i cristiani non potevano celebrare il loro Dio apertamente. Per tutti i cristiani costretti a riunirsi nelle "catacombe", la basilica del Laterano fu il primo luogo dove potevano finalmente adorare e celebrare pubblicamente il Cristo Salvatore. Quell'edificio di pietre, costruito per onorare il Salvatore del mondo, era il simbolo della vittoria della testimonianza dei numerosi martiri che in nome di Gesù avevano sacrificato la propria vita.
Basilica e cattedrale di Roma, essa è ritenuta madre di tutte le chiese dell'Urbe e la festa che si celebra è anche la festa di ogni chiesa cristiana.  
Ma la celebrazione di oggi non è soltanto un’espressione dell’unità della Chiesa; essa dà modo di ricordare anche qual è il significato delle cattedrali e di tutte le altre chiese. Di solito si considera una chiesa come la “casa di Dio”; ma come si può pensare di chiudere tra quattro mura Colui che – come riconobbe Salomone dopo aver costruito il maestoso tempio di Gerusalemme – neppure i cieli possono contenere?
Il nome “chiesa” significa assemblea, comunità, quindi propriamente designa l’insieme dei cristiani riunito a celebrare i divini misteri. La chiesa di pietra è la casa degli uomini che vi si raccolgono, e solo indirettamente è la casa di Dio, nel senso che Dio vi si fa presente fra i fedeli che si ritrovano lì a pregare e che di norma in quella casa lo incontrano: lì ascoltano la sua Parola, lì ricevono la sua Grazia e per questo è un luogo che esige rispetto, come ben si evince dal brano del vangelo di oggi che presenta un Gesù insolitamente “arrabbiato”, che circa il tempio dimostra di non tollerare gli abusi che vi si compiono. In rapporto alla celebrazione di oggi, i rimproveri che Gesù rivolge a quanti hanno trasformato il Tempio in un mercato valgono a darle il suo vero significato: la chiesa, nuovo tempio del Dio tra noi, è il luogo dove i cristiani celebrano, in comunione di fede, i divini misteri, dove Dio stesso si rende presente in mezzo a noi per stabilire un dialogo perenne con i suoi figli e dove, sotto le specie eucaristiche, li nutre con il suo corpo e il suo sangue.

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