mercoledì 2 novembre 2011

Mercoledì della XXXI settimana T.O. - Commemorazione di tutti i fedeli defunti


Prima lettura (Gb 19,1.23-27)
Dal libro di Giobbe
Rispondendo Giobbe prese a dire:
«Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, fossero impresse con stilo di ferro e con piombo, per sempre s'incidessero sulla roccia!
Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!
Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro».
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 26)

Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Non nascondermi il tuo volto.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

Seconda lettura (Rm 5,5-11)

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.
A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui. Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.
Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno». 
Parola del Signore.
RIFLESSIONI

Oggi, Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti, si contraddistingue come giornata da dedicare alla preghiera di suffragio per le anime dei morti e non è un caso che questa giornata segua quella in cui la Chiesa celebra in una stessa festa tutti i suoi figli giunti al Regno di Dio, perché è la fede della comunione dei santi che ci fa ricordare a Dio quei fratelli non ancora assurti alla gloria del cielo, ma che ci hanno preceduti nel segno della fede e dormono il sonno della pace.
Oggi il nostro pensiero va ai nostri cari defunti, di solito onorati singolarmente per mezzo di preghiere, Messe di suffragio e altre pie pratiche a loro dedicate come il pellegrinaggio e la visita al cimitero; per essi oggi, però, la Chiesa ci invita a pregare tutti insieme indistintamente offrendoci oltretutto la possibilità di avere un occhio di riguardo anche per le anime di tutti quei defunti trascurati e dimenticati perché costretti in vita alla solitudine e all'emarginazione, come pure per tutti coloro di cui si sono perse le tracce in occasioni di calamità naturali o in conseguenza della guerra: oggi preghiamo per tutti i defunti, ne facciamo memoria e impetriamo per essi l'intercessione affinché Dio possa estinguere per loro residui di colpa e di peccaminosità.
La giornata del 2 Novembre è quindi ben lungi dall'identificarsi come occasione di mestizia, sconforto, dolore e rassegnazione, ma è piuttosto incentivo alla gioia nella rivalutazione di quanto sia forte oltre la morte l'amore di Dio e di come lo stesso Signore abbia dominato e vinto e la morte nel suo Figlio Gesù Cristo Risorto. In Lui abbiamo la certezza che anche noi siamo destinati alla risurrezione perché la morte non ha più rilevanza né ragion d'essere nel nostro vivere quotidiano; affidarsi alla sua Parola e rinnovare la nostra adesione a Lui tutti i giorni ci porta a riscoprire la verità di Dio che sulla croce ha consegnato se stesso per il riscatto dell'umanità pagando con sangue umano i peccati e le miserie dell'uomo, che è morto alla pari di tutti noi per affrontare egli medesimo la realtà del trapasso che noi tutti tendiamo a schivare ma che dopo tre giorni è risuscitato nel suo corpo glorioso per donare a tutti la vita.
Quello che compiamo in questo giorno non è un semplice gesto di pietà, non è la solita visita ai cimiteri e alle tombe dei nostri defunti a deporre fiori o a ravvivare in noi la loro memoria, è piuttosto una manifestazione di fede e di autentica carità cristiana, mossi dalla certezza che le nostre preghiere, i nostri suffragi, le indulgenze che possiamo lucrare a loro favore, concorrono ad affrettare l'ingresso nel Regno di Dio, nella beatitudine eterna, con la certezza di poter poi godere della loro preghiera per noi quando avranno raggiunto la pienezza della gioia nell'eternità di Dio.

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