mercoledì 21 agosto 2013


Mercoledì   21  agosto  2013  S. Pio X (m)
XX settimana del T.  O.



PRIMA LETTURA 

Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.

Dal libro dei Giudici
In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.
Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
Si misero in cammino gli alberi per ungere un re su di essi.
Dissero all'ulivo: "Regna su di noi". Rispose loro l'ulivo: "Rinuncerò al mio olio, grazie al quale si onorano dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?".
Dissero gli alberi al fico: "Vieni tu, regna su di noi". Rispose loro il fico: "Rinuncerò alla mia dolcezza e al mio frutto squisito, e andrò a librarmi sugli alberi?".
Dissero gli alberi alla vite: "Vieni tu, regna su di noi". Rispose loro la vite: "Rinuncerò al mio mosto, che allieta dèi e uomini, e andrò a librarmi sugli alberi?".
Dissero tutti gli alberi al rovo: "Vieni tu, regna su di noi". Rispose il rovo agli alberi: "Se davvero mi ungete re su di voi, venite, rifugiatevi alla mia ombra; se no, esca un fuoco dal rovo e divori i cedri del Libano"».

Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE 

Signore, il re gioisce della tua potenza!

Signore, il re gioisce della tua potenza!
Quanto esulta per la tua vittoria!
Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
non hai respinto la richiesta delle sue labbra. 

Gli vieni incontro con larghe benedizioni,
gli poni sul capo una corona di oro puro.
Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa,
lunghi giorni in eterno, per sempre. 

Grande è la sua gloria per la tua vittoria,
lo ricopri di maestà e di onore,
poiché gli accordi benedizioni per sempre,
lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo
Sei invidioso perché io sono buono?

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: "Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò". Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: "Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?". Gli risposero: "Perché nessuno ci ha presi a giornata". Ed egli disse loro: "Andate anche voi nella vigna".
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: "Chiama i lavoratori e da' loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi". Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch'essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: "Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo".
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: "Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?".
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Parola del Signore.

MIE RIFLESSIONI

Il valore di questo e il senso di questo brano del vangelo desidero applicarlo solo alla persona che lo legge e lo medita. Non voglio guardare solo dal punto delle persone che possono essere raffigurate nell’espressione dell’evangelista Matteo. Il padrone della vigna esce, in diverse ore del giorno, a chiamare operai a lavorare nella sua vigna e pattuisce la ricompensa da dare e i chiamati vanno a lavorare. Tra i chiamati c’è ciascuno di noi che abbiamo ricevuto questo messaggio-invito di andare a lavorare. Non abbiamo accettato. Abbiamo preferito restare in strada, non interessava il lavoro. Non contento il padrone esce una seconda volta, fa altri inviti. Anche in questa volta c’è ciascuno di noi e anche questa volta abbiamo rifiutato e non siamo andati. Ci è piaciuto restare ad oziare in mezzo alla strada.
Ad un ennesimo invito fatto dal padrone della vigna, abbiamo accettato e siamo andati a lavorare.
Al termine della giornata il padrone da incarico al suo fattore di dare la paga agli operai incominciando dagli ultimi. A tutti viene data la ricompensa che il padrone aveva pattuito con i primi operai.
Vedendo ciò, i primi operai credettero che il padrone avrebbe dato loro più di quanto aveva pattuito, invece ricevettero anche loro “un soldo”. Nel riceverlo brontolarono per essere stati trattati allo stesso modo degli ultimi, loro che avevano sopportato il peso dell’intera giornata e il caldo.
Questo brano del vangelo è pieno di insegnamenti e di ogni specie. Il primo di questi insegnamenti e che il padrone stesso esce a chiamare operai. Non obbliga nessuno ad accettare il suo invito. Nella vigna del padrone, non vi sono operai specializzati e con trattamenti diversi, si è tutti uguali e tutti degni della stessa ricompensa. Non c’è priorità o anzianità di assunzione che facciamo acquistare meriti e ricompensa maggiorata. Non vi sono turni, si è trattati tutti alla stesso modo e non è necessario recuperare il ritardo che si è potuto avere nell’iniziare a lavorare in questa vigna. Tutti gli operai debbono essere gli uni per gli altri, essere onesti e seri nello svolgimento del lavoro. In tutto si richiede di riconoscere la bontà e la magnanimità del padrone che dà a tutti la medesima ricompensa.












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