venerdì 19 aprile 2013


VENERDI’ DELLA III SETTIMANA DI PASQUA

 

Dagli Atti degli Apostoli

 

In quei giorni, Sàulo, spirando ancora minacce e stragi contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damàsco, al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme tutti quelli che avesse trovato, uomini e donne, appartenenti a questa Via.

E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damàsco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e, cadendo a terra, udì una voce che gli diceva: «Sàulo, Sàulo, perché mi perséguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». Ed egli: «Io sono Gesù, che tu perséguiti! Ma tu alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».

Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce, ma non vedendo nessuno. Sàulo allora si alzò da terra, ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damàsco. Per tre giorni rimase cieco e non prese né cibo né bevanda.

C’era a Damàsco un discepolo di nome Ananìa. Il Signore in una visione gli disse: «Ananìa!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, va’ nella strada chiamata Diritta e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Sàulo, di Tarso; ecco, sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venire a imporgli le mani perché recuperasse la vista». Rispose Ananìa: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti quanto male ha fatto ai tuoi fedeli a Gerusalemme. Inoltre, qui egli ha l’autorizzazione dei capi dei sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore gli disse: «Va’, perché egli è lo strumento che ho scelto per me, affinché porti il mio nome dinanzi alle nazioni, ai re e ai figli d’Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome».

Allora Ananìa andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Sàulo, fratello, mi ha mandato a te il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada che percorrevi, perché tu riacquisti la vista e sia colmato di Spirito Santo». E subito gli caddero dagli occhi come delle

squame e recuperò la vista. Si alzò e venne battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damàsco, e subito nelle sinagoghe annunciava che Gesù è il Figlio di Dio.

 

Parola di Dio

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

 

In quel tempo, i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno». Gesù disse queste cose, insegnando nella sinagoga a Cafàrnao.


Parola del Signore

 

RIFLESSIONI SULLA LITURGIA DELLA PAROLA

 

Prima delle mie riflessioni sulla parola di Dio, desidero richiamare l’attenzione sulla nuova dicitura. Prima usavo semplicemente RIFLESSIONI, da oggi userò sempre questa dicitura: RIFLESSIONI SULLA LITURGIA DELLA PAROLA.

La Parola sulla quale facevo e ho ripreso a fare le riflessioni, è la Parola delle letture della celebrazione eucaristica del giorno.

Detto questo ora tutti coloro che visiteranno il mio blog sanno che le riflessioni che farò sono sulla Parola della messa del giorno. Tutti possono leggerla, meditarla e farla propria anche se non possono partecipare alla celebrazione della santa messa. Questo però non è sufficiente per i giorni di festa e per tutte le domeniche, perché in questi giorni vige per tutti il comandamento: “Ricordati di santificare le feste”.

Riflettendo sulla lettura tratta dagli Atti degli Apostoli, viene spontaneo fare una sola considerazione ed è valida per tutti in questo terzo millennio. Credere che tutto è permesso e tutti possono agire come credono, senza avere rispetto per gli altri.

Veniamo a noi: Saulo, acerrimo nemico e grandissimo persecutore dei cristiani, per questo riceveva dalle autorità del tempo la “licenza” di andare in cerca di tutti coloro che avevano aderito a Cristo mediante la predicazione degli Apostoli e portarli “in catene a Gerusalemme”.

Avuto “il mandato” per la città di Damasco si mise in viaggio insieme con dei soldati. Sulla strada per Damasco, prima di arrivare in città, Saulo fu accecato da una potentissima luce! Sbalzato a terrà sentì una voce: “Saulo, Saulo perché mi perseguiti?”.

A queste parole, Saulo fu sconvolto e inizia il cammino della sua conversione. Da acerrimo nemico e persecutore dei cristiani, diventò il più grande strumento nelle mani di Dio per la conversione “dei pagani”, i nemici più acerrimi di Gesù durante la sua evangelizzazione.

La storia di Saulo si ripeta continuamente nel tempo. Ci sono stati e ci saranno sempre coloro che vogliono distruggere la vera religione. Anche in questo millennio vi sono persecutori della fede cristiana che cercano di sedurre l’umanità. Noi siamo una piccola parte di questa umanità, per cui questa storia si ripete anche per me, per te e per tutti coloro che, chiamati dal Signore a fare il bene, si persevera invece a fare il male. Si critica, si giudica, si condanna, e a compiere ogni tipo male, anche il più abominevole..

Pensiamo a quanto male abbiamo fatto a tutti coloro che sono stati oggetti delle nostre critiche, dei nostri giudizi, della nostre diffamazioni … imploriamo la misericordia di Dio per noi e per tutti quelli, che per causa nostra si sono allontanati dalla retta via e hanno rinnegato la loro fede.

La riparazione migliore a tutto il male fatto, oltre ad implorare la misericordia di Dio, è doveroso offrire e nutrirci del corpo di Cristo. Chi mangia la mia carne e beve il mia sangue avrà la vita eterna.

Offrire comunioni per quelli ai quali abbiamo arrecato tanto male col nostro comportamento e nutriamoci del corpo di Cristo noi che abbiamo fatto tanto male agli altri.

Ritornando a Dio con  cuore veramente pentito, il Signore non ci respinge ma ci abbraccia, ci perdona e ci stringe al suo cuore di Padre.

Questo è l’amore di Dio, la misericordia è il frutto di questo amore.

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