domenica 13 marzo 2011

I DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)

Prima lettura

Dal libro della Gènesi

Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
 
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode. 

Seconda lettura

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti.

Parola di Dio.
 
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”».
Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Parola del Signore

RIFLESSIONI 

Creato l‘uomo, Dio gli partecipò la sua vita col soffio di vita che alitò su di lui dopo averlo tratto dalla terra. Quella partecipazione di vita è l’anima che tiene in vita il corpo. 

Per questo l’anima è eterna, non morirà mai. Dio, padre di amore infinito, non lasciò l’uomo come essere sperduto in tutto il creato, gli creò un posto tutto particolare, bello e meraviglioso chiamato Eden. Dal terreno di questo luogo nascevano erbe, piante di frutta e non tutto a beneficio dell’uomo. Possiamo dire che l’uomo viveva da pascià, senza lavorare né affannarsi per procurarsi di che vivere perché il suolo produceva tutto quello di cui aveva bisogno.

Il diavolo – angelo buono diventato angelo cattivo, angelo delle tenebre, principe della menzogna – indusse la donna alla tentazione usando un linguaggio ingannevole per portarla dove aveva deciso: alla disubbidienza, al male, e indurre anche l’uomo alla stessa tentazione.
Lusingata e attirata dalla bellezza del frutto e dall’ardente desiderio di essere simile a Dio e conoscere il bene e il male ella ne prese, lo mangiò e ne porse anche all’uomo che fece altrettanto.

Con questo gesto persuasivo da parte del demonio, il male entrò nel mondo e rovinò tutta la creazione che Dio aveva fatto come cosa buona.
Commesso il peccato, l’uomo notò subito di essere nudo e si coprì. La nudità che avvertì l’uomo fu quella di aver capito di aver perso tutti i doni preternaturali che il Signore gli aveva dato al momento della creazione.

Al peccato dell’uomo, commesso per aver disubbidito al comando che Dio aveva dato all’uomo, risponde con un atto di amore ancora più grande di quello che aveva compiuto col dargli quel posto straordinario chiamato “il giardino dell’Eden”, luogo di ogni bene: mandando il suo unico figlio per liberarlo dalla schiavitù del male in cui si era cacciato.

Adamo, l’uomo vecchio, ha fatto entrare il male nel mondo con il peccato. Cristo nuovo Adamo ha portato nel mondo la grazia riparatrice. Infatti, se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.

L’uomo nuovo Gesù Cristo, dà subito un grande insegnamento su come conservare la grazia ricevuta nel santo battesimo, e come tenere il diavolo lontano e renderlo inoffensivo sempre: la preghiera e il digiuno. 

Come si può vedere da tutti i testi della liturgia della parola, il demonio, astuto e bugiardo, cerca sempre e in tutti i modi, di indurre l’uomo al peccato. Propone i comandi del Signore in modo bugiardo: è vero che il Signore ha detto di non mangiare alcun frutto degli alberi del giardino? Con questa bugia apre il colloquio con la donna e incomincia a portarla fuori strada, fino al peccato.
Il demonio cerca di entrare a colloquio anche con Cristo e cerca tre modi veramente idonei a fare insuperbire chiunque, ma Cristo, alle lusinghe del demonio, non si lascia ingannare e taglia corto. Alle tre tentazioni che il demonio presenta a Gesù, vengono date le seguenti risposte:
Alla prima, Gesù risponde: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”.
Alla seconda: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”.
Alla terza: “Vattene, satana! Sta scritto infatti: ‘Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto’”.

Come si vede il demonio tenta sempre sull’egoismo, sulla vanagloria, sulla superbia. Sono questi i campi sui quali opera il demonio; l’uomo, sull’esempio del Cristo, deve fortificarsi contro il demonio con la preghiera e il digiuno e riporterà sempre vittoria. 
Come si vede il demonio tenta sempre sull’egoismo, sulla vanagloria, sulla superbia. Sono questi i campi sui quali opera il demonio; l’uomo, sull’esempio del Cristo, deve fortificarsi contro il demonio, utilizzando i mezzi che Gesù stesso gli ha indicato:
  • il digiuno, sia simbolico, come, ad esempio, spegnere la tivù, dedicare più tempo a sé e alla famiglia, allentare le tensioni; che reale, alleggerendo cioè la cucina per solidarietà con i poveri e per liberare cuore e corpo dalle tossine;
  • la preghiera, intesa soprattutto come esercizio quotidiano (un quarto d'ora, come minimo) di silenzio, di meditazione, di lettura della Parola col desiderio autentico di comunicare con Dio;
  • l'elemosina, come rinuncia ai beni superflui per sostenere chi vive nella miseria.
Tre itinerari che, se percorsi con cuore sincero, ci possono condurre alla vicinanza con Dio.
 

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