mercoledì 23 marzo 2011

II SETTIMANA DI QUARESIMA (Mercoledì)

Dal libro del profeta Geremìa

[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».
Prestami ascolto, Signore,
e odi la voce di chi è in lite con me.
Si rende forse male per bene?
Hanno scavato per me una fossa.
Ricordati quando mi presentavo a te,
per parlare in loro favore,
per stornare da loro la tua ira.

Parola di Dio 
 
Salmo responsoriale

Salvami, Signore, per la tua misericordia.
 
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!»,

quando insieme contro di me congiurano,
tramano per togliermi la vita.

Ma io confido in te, Signore;

dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori. 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore

RIFLESSIONI

La prima lettura tratta dal profeta Geremia, richiama alla mente le parola di Gesù che ha detto: se vuoi la pace, preparati alla guerra. Queste parole le sto ripetendo spesso in questi giorni di quaresima nel mio ministero sacerdotale, quando viene qualcuno a confidarmi le proprie pene e le difficoltà che trovano quando desiderano di fare del bene e trovano più difficoltà del solito.
Si deve sapere che quando si decide di fare il bene, di essere bravo … le forze del male, i diavoli si scatenano contro per ostacolare i nostri buoni propositi e non consentirci di fare il bene.
Questo è il segno che Gesù vuole quelle cose e le forze del male si scatenano per impedire di fare il bene. Questo è uno dei tanti segni che fa capire che quello che desideriamo o vogliamo fare sono gradite a Dio e bisogna impegnarsi e portarle a termine. Non bisogno scoraggiarsi, impegnarsi con tutte le forze e andare avanti. 
Di nemici che ostacolano il progresso spirituale, ce ne sono e sono moltissimi e si presentono sempre come angeli buoni all’apparenza, dentro però si nascondono nemici tremendi. 
Molte volte sono proprio quelli che venivano creduti amici che si rivelano poi i veri nemici e buttano nello scoraggiamento più grande. Viene spontaneo a questo punto ricordare il proverbio: Dagli amici mi guarda Dio, dai nemici mi guardo io. Da questo bisogna dedurre che bisogna mettere ogni speranza solo nel Signore che non inganna mai.
Il Vangelo di oggi ci fa capire che davvero i disegni di Dio trascendono ogni umana immaginazione: nessuno al mondo avrebbe potuto pensare che la redenzione si dovesse attuare mediante l'umiliazione del figlio di Dio nella incarnazione prima, e poi nella crudelissima passione e nella sua morte nell'ignominia della croce. La via della vera gloria ha ora un percorso completamente diverso: consiste nella sequela di Cristo, consiste nel bere il calice amaro del dolore e delle nostre umane passioni fino al martirio, fino alla croce, abbracciata come lui per amore. 
La vita del cristiano è un continuo calvario, una continua prova, un continuo abbandono in Dio. Questo abbandono comporta abbracciare le croce ogni giorno, salirvi sopra e non scendere più da questa croce se non dopo la morte del proprio “io”. Abbracciando la croce ogni giorno, si può essere certi che al termine di questi giorni terreni ci sarà la certezza di essere nel regno dei cieli per sempre.
Impariamo a guardare la croce come croce gloriosa, croce che porta alla felicità eterna.
Chi vuole diventare grande dice più esplicitamente Gesù, contrariamente all'andazzo del mondo, «si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti». Questa dimensione dell'amore era completamente ignota prima di Cristo. Ora è motivo fondamentale della nostra fede e orientamento sicuro del nostro agire.

Nessun commento:

Posta un commento