venerdì 25 marzo 2011

II SETTIMANA DI QUARESIMA (Venerdì)

Dal libro del profeta Isaìa

In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto».
Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore».
Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché Dio è con noi».

Parola di Dio
 
Salmo responsoriale 

Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.
 
Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto

di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia

nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.

Non ho nascosto la tua giustizia

dentro il mio cuore,
la tua verità e la tua salvezza
ho proclamato. 

Seconda lettura 

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.

Parola di Dio 
 
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Parola del Signore

RIFLESSIONI

Nel brano di Isaia in cui è presente la figura del re Acaz, un re di Israele che, vivendo un periodo duro, stringe alleanze con popoli stranieri e pagani invece di appoggiarsi con piena fiducia al Signore. Di fronte all'invito a chiedere un segno a Dio, Acaz nasconde la sua poca fede dentro un'interpretazione fasulla del della Legge, là dove si dice: «Non tenterete YHWH vostro Dio» nel senso di non pretendere che Dio dia prova del suo operato. Infatti, sia la ribelle posizione di Acaz che l'umile collaborazione di Maria mettono in luce che l'iniziativa è, sempre e in assoluto, di Dio.

Nella luce radiosa del tempo pasquale celebriamo oggi l'inizio della salvezza, quando un angelo bussa alla porta di una ragazza adolescente follemente innamorata di Dio. È la festa dell'Annunciazione. Tutta la vita cristiana è centrata su questo mistero, sul "sì" di Maria che ha attratto Dio nel mondo, che ha dato inizio all'incarnazione, al meraviglioso incontro tra il divino e l'umano, tra il tempo e l'eternità. 

E' il Signore che si incarna in Maria. E' Dio che sceglie, come Madre del proprio Figlio, un’umile fanciulla ebrea, colma d’amore per Dio, perché il Signore è stato presente nella vita di Maria sempre, fin dal suo concepimento e la grazia non è altro che la abituale presenza di Dio nella sua vita. Ed è proprio in virtù di questa grazia che Ella si consegna a lui, si fida di lui e dice: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. Maria si umilia, si abbassa, diventa serva. Nella sua umiltà diventa la Madre di Cristo, Madre della Chiesa. Tutta l’esistenza di Maria, è un itinerario di libertà donata, un perseverare nell’abbandono a Dio lasciandosi docilmente plasmare e guidare da lui. 

Nella liturgia odierna, l'incarnazione è definita il grande segno dato da Dio agli uomini e l'inizio del grande sacrificio, quello per cui Gesù dice al Padre: "Ecco, io vengo a fare la tua volontà". Si tratta del sacrificio perfetto, unico e definitivo, che l'umanità offre a Dio attraverso Cristo. Ed è in questa totale offerta di Gesù al Padre per noi che dobbiamo riconoscere la nuova alleanza di Dio con l'uomo: il “sì” di Maria deve corrispondere al nostro “sì” a Dio a fare la sua volontà, ad essere “umili servi”, a seguire gli insegnamenti della sua Parola, perché possiamo diventare luce per quelli che ancora sono nelle tenebre e non hanno ancora avuto la gioia di riconoscere la chiamata del Signore. 

Purtroppo la nostra esperienza ci dice che accanto ai “sì” ci sono anche dei “no”. Il Signore però non ci abbandona. Egli è fedele alla sua chiamata e per questo ogni giorno, in mille modi, ci rivolge nuovamente il suo invito: “Seguimi”, e attende da noi una rinnovata risposta.

Ogni volta che crediamo, rendiamo presente in noi e attorno a noi questo impossibile. Anche attorno a noi, allora, i segni diventano sempre meno chiusi, e si aprono per essere segni di vita, di speranza, di fede e di amore. 

L'atto di fede di Maria è anche il nostro atto di fede e di adesione, attraverso l'"Eccomi" nella disponibilità anche all'impossibile, che però viene trasformato proprio dall'atto di fede e di adesione.

Mio Dio, quanto amore per noi è espresso in questa festa! La giovane vergine diventa il luogo privilegiato dell'Incarnazione del tuo Figlio diletto! E tu prendi dimora in mezzo a noi, tu il nostro Creatore e Salvatore! Santissimo Spirito, fammi più degno di tanta grazia, di tanta felicità perché il Dio Vivente dimora in me!






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