martedì 29 marzo 2011

III SETTIMANA DI QUARESIMA (Martedì)

Dal libro del profeta Daniele

In quei giorni, Azarìa si alzò e fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la bocca disse:
«Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome,
non infrangere la tua alleanza;
non ritirare da noi la tua misericordia,
per amore di Abramo, tuo amico,
di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo,
ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare.
Ora invece, Signore,
noi siamo diventati più piccoli
di qualunque altra nazione,
oggi siamo umiliati per tutta la terra
a causa dei nostri peccati.
Ora non abbiamo più né principe
né profeta né capo né olocàusto
né sacrificio né oblazione né incenso
né luogo per presentarti le primizie
e trovare misericordia.
Potessimo essere accolti con il cuore contrito
e con lo spirito umiliato,
come olocàusti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.
Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te e ti sia gradito,
perché non c’è delusione per coloro che confidano in te.
Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
ti temiamo e cerchiamo il tuo volto,
non coprirci di vergogna.
Fa’ con noi secondo la tua clemenza,
secondo la tua grande misericordia.
Salvaci con i tuoi prodigi,
da’ gloria al tuo nome, Signore».

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.
 
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Parola del Signore

RIFLESSIONI


La parola del Signore di questa giornata è un invito a guardare alla propria vita passata per vedere in quali condizioni siamo circa l’amore verso Dio e verso il prossimo (I comandamenti da cui dipende tutta la legge e i profeti).
Nella lettura tratta dal profeta Daniele leggiamo con quanto ardire il profeta osa rivolgersi a Dio e implorare la sua misericordia per tutto il popolo. Fa appello all’alleanza che Dio aveva fatto con Abramo, Isacco e Giacobbe. Di non infrangere la promessa di dare ad Abramo una discendenza numerosissima. A causa dei peccati del popolo d’Israele, il Signore l’ha disperso su tutta la terra rendendolo il popolo più piccolo di tutti gli altri popoli. Il profeta intercede e chiede misericordia per il peccato del popolo.
Com'è bella tutta la preghiera di Azaria che, nella desolazione del sentirsi senza scampo, si rivolge al Signore anche a nome della sua gente! Questa pagina biblica ci aiuta a vivere con profonda fiducia il rapporto con Dio, che è clemente, pieno di misericordia e del tutto disposto al perdono.
La supplica del profeta si trasforma in profonda preghiera del popolo d’Israele nel salmo responsoriale. Tutti ravveduti degli errori commessi, chiedano al Signore con insistenza e la certezza di essere esauditi, di mostrare ad essi le vie da percorrere per raggiungere la salvezza. Fanno appello alla misericordia, al perdono e all’amore che Dio ha sempre avuto per tutti.
Quanto intensa è la preghiera che il salmista innalza al Signore: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie/insegnami i tuoi sentieri./Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,/perché sei tu il Dio della mia salvezza”. Quasi l’invocazione di un bambino che sa che esiste una via e un Salvatore ma non conosce la prima e chiede al secondo di essere guidato per mano per imparare a percorrerla.
Il Signore, alla supplica del popolo d’Israele, risponde con il racconto riportato da San Matteo nel suo vangelo.
Prendendo spunto dalla domanda fatta da Pietro, insegna l’importanza di perdonare le offese ricevute ed essere perdonati per le offese fatte al Signore. Pietro pose al Signore questa domanda: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette».
L'immagine che Gesù dà di Dio è l'immagine di uno che ascolta ed ha cuore disposto a perdonare sempre. Il perdono che propone Gesù non è questione di poche o di molte volte, si dovrà perdonare sempre, perché il perdono è come l'amore, senza limiti e senza confini.
E' molto prezioso questo insegnamento del Signore che egli esemplifica con la nota parabola dei due debitori: quel tale a cui viene condonato il debito (enorme per quei tempi!) di diecimila talenti e poi si comporta da strozzino con chi gli deve solo cento denari. Come è simile al nostro l’atteggiamento di quel tale! Il non-amore che abita in noi ci rende incapaci di percepire l’infinito amore di cui siamo oggetto da parte del Signore che ci avvolge sempre in un abbraccio d'infinita misericordia. E, a conseguenza di questa non-consapevolezza, vantiamo troppo spesso ragioni o per non perdonare o per dare uno pseudo-perdono, restando dentro atteggiamenti di sospetto, di sfiducia, di freddezza e altro.
La morale dedotta da Gesù e racchiusa in queste sue parole: «Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Conclusioni per chi non vuole perdonare, con quale coraggio recita il Padre Nostro? Dove dice Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori? Con che coraggio avvicinarsi alla confessione per chiedere perdono dei peccati quando non si vuole perdonare le offese ricevute? Cosa dicono le parole di Gesù? AMATE I VOSTRI NEMICI, AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI COME IO VI AMO, E COSI’ AVANTI DI QUESTO PASSO.



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