mercoledì 30 marzo 2011

III SETTIMANA DI QUARESIMA (Mercoledì)

Dal libro del Deuteronòmio

Mosè parlò al popolo e disse:
«Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?
Ma bada a te e guardati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli».

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Celebra il Signore, Gerusalemme.
 
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.
Fa scendere la neve come lana,
come polvere sparge la brina.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun’altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Parola del Signore

RIFLESSIONI

Domando subito qual è questa terra per la quale viviamo e che il Signore ha promesso e nella quale vuole che entriamo. Senza dubbio è il Paradiso. Terra nella quale si gode la visione reale di Dio e si è felici per l’eternità.
In Paradiso, luogo della presenza visibile di Dio, non si può entrare mediante una vita comoda e dissoluta, ma mediante una vita sobria e sacrificata. Il sacrificio che si richiede è l’osservanza dei comandamenti che il Signore ha dato. Questo è stato confermato anche dall’evangelizzazione di Gesù quando disse al giovane che gli chiese cosa doveva fare per avere la vita eterna, rispose: OSSERVA I COMANDAMENTI.
Nessuno può dire che è difficile osservare i comandamenti perché il Signore è vicino a chi lo cerca e dà la grazia necessaria per fare il bene e l’osservanza dei comandamenti è fare il bene per l’anima. Per chi invece cerca il bene del corpo e non dell’anima, diventa veramente impossibile non bestemmiare, santificare tutte le feste, rispettare e amare i genitori, amare gli altri, amare particolarmente chi ci fa del male, non profanare il proprio corpo, tempio dello Spirito Santo, con il peccato impuro o meglio dire con la soddisfazione sessuale, non desiderare la roba degli altri, non desiderare la persona degli altri.
Fare il bene richiede sempre rinunciare al proprio “IO” e fare la volontà di Dio. Nessuno vuole rinunciare ai piaceri della carne! Se pensiamo a quello che ci spetterà dopo questa vita, conviene centomila volte rinunciare al proprio “IO” e servire Dio con l’osservanza dei comandamenti.
Ecco perché Gesù precisa di non essere venuto ad abolire la Legge e i Profeti, "ma per dare compimento", ossia per realizzare le profezie e portare la legge antica alla sua perfezione, rivelandone il senso ultimo e più autentico.
Gesù compie la Legge, che manifesta la volontà del Padre, amando i fratelli. L'amore non trascura neanche un minimo dettaglio, anzi manifesta la propria grandezza nelle attenzioni minime. Le realtà più solide, il cielo e la terra, potranno cadere ma non cadrà uno iota – cioè la particella più piccola della Legge – finché essa non sia attuata.
Non si tratta di salvaguardare l'adempimento del codice fin nelle sue minime prescrizioni, ma di comprenderne il profondo contenuto che sopravvive nel Vangelo: l'amore. Con la proclamazione del Vangelo, l'Antico Testamento non finisce ma si attua nel Nuovo.
Lo stesso Gesù non esiterà a proporci una perfezione assimilata a quella stessa di Dio: «Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste». Ora ci è reso possibile l'osservanza dei precetti e dei comandamenti del Signore, perché Cristo ci ha dotati di una legge nuova, che tutte le riassume e le vitalizia: quella dell'amore, quella appunto che è sgorgata dal cuore di Cristo e che ci ha riaperto la via del regno per essere davvero grandi al suo cospetto.
Il vero discepolo di Gesù si manifesta nell’osservanza dei piccoli precetti della Legge, quelli minimi, semplici, quelli che costano il nostro sacrificio quotidiano, la nostra giornaliera rinunzia, quell’impegno costante che richiede tutta la nostra attenzione, che esige che nessuna distrazione ci prenda. Sono le piccole cose che rivelano il grado del nostro amore, la misura della nostra carità, lo spessore della nostra fede, la capacità operativa della nostra speranza. Non osservando le piccole cose, i piccoli impegni, le minime obbligazioni morali, a poco a poco cadiamo anche nella disobbedienza verso le grandi. È la morte della carità, della speranza, della fede

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