giovedì 4 agosto 2011

Giovedì della XVIII settimana T.O.

Dal libro dei Numeri

In quei giorni, tutta la comunità degli Israeliti arrivò al deserto di Sin il primo mese, e il popolo si fermò a Kades. Qui morì e fu sepolta Maria..
Mancava l'acqua per la comunità: ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aronne. Il popolo ebbe una lite con Mosè, dicendo: "Magari fossimo morti quando morirono i nostri fratelli davanti al Signore! Perché avete condotto la comunità del Signore in questo deserto per far morire noi e il nostro bestiame? E perché ci avete fatti uscire dall'Egitto per condurci in questo luogo inospitale? Non è un luogo dove si possa seminare, non ci sono fichi, non vigne, non melograni e non c'è acqua da bere". Allora Mosè e Aronne si allontanarono dalla comunità per recarsi all'ingresso della tenda del convegno; si prostrarono con la faccia a terra e la gloria del Signore apparve loro.
Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e parlate alla roccia sotto i loro occhi, ed essa darà la sua acqua; tu farai uscire per loro l'acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al loro bestiame».
Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il Signore gli aveva ordinato. Mosè e Aronne radunarono l'assemblea davanti alla roccia e Mosè disse loro: «Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?». Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza; ne bevvero la comunità e il bestiame. Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Poiché non avete creduto in me, in modo che manifestassi la mia santità agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete quest'assemblea nella terra che io le do».
Queste sono le acque di Merìba, dove gli Israeliti litigarono con il Signore e dove egli si dimostrò santo in mezzo a loro.

Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 94)

Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostrati adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
E' lui il nostro Dio,
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
"Non indurite il cuore, come a Meriba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere".

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli:«La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
“Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose”.
Con queste parole della lettera agli Ebrei sento di incominciare a fare delle considerazioni sua brani della Parola di oggi. Infatti nella prima lettura il Signore parla al popolo d’Israele per mezzo di Mosè e Aronne e manifesta tutto il suo stato d’animo irritato per il comportamento del popolo che ancora una volta si lamenta per averli portati a morire di sete, loro e il bestiame nel deserto, e rimpiangono ancora una volta, la loro condizione di vita sotto la schiavitù del faraone.
Non si è mai contenti, si rimpiangono sempre i tempi che furono! Basta un niente!
Anche oggi l’uomo è l’eterno scontento di tutto, non vede l’opera del Signore nella sua vita!
Il Vangelo è la parola di vita che Dio dà ora all’uomo mediante suo Figlio Gesù. Leggerlo e comprenderlo nella sua verità non è la stessa cosa.
Molte volte siamo noi a inquinare il significato, la verità della parola di Dio, mettendo in essa tutti i nostri pensieri, le nostre usanze, le nostre abitudini, le nostre tradizioni e persino i nostri peccati, come a dire che essa ci giustifica da tutto e ogni cosa è verità di Dio.
Così facendo non è la Parola che ci rivela la volontà di Dio, siamo noi che manifestiamo ad essa la nostra volontà, i nostri desideri, le nostre velleità. Vorremmo che la nostra volontà li ratificasse tutti, e elevasse tutto a verità celeste. A volontà di Dio.
Quante volte, nella nostra vita, abbiamo avuto un comportamento simile, se non peggiore, con Dio? Oggi Gesù a ciascuno di noi dice: Chi sono io per te, chi dici che io sia? Possiamo dire, come Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»? O come la gente e lo qualifichiamo come una persona qualsiasi?
L’affermazione di Pietro circa la persona di Gesù: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», tutti la dobbiamo dire, principalmente quando nella nostra vita, sulla nostra strada, incontriamo difficoltà di qualsiasi tipo, di qualsiasi genere e di qualsiasi gravità. Solo allora possiamo affermare con convinzione che Gesù è per noi «… il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

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