mercoledì 3 agosto 2011

Mercoledì della XVIII settimana T.O.

Dal libro dei Numeri
In quei giorni, il Signore parlò a Mosè e disse: «Manda uomini a esplorare la terra di Canaan che sto per dare agli Israeliti. Manderete un uomo per ogni tribù dei suoi padri: tutti siano prìncipi fra loro». Mosè li mandò dal deserto di Paran, secondo il comando del Signore.
Al termine di quaranta giorni tornarono dall'esplorazione della terra e andarono da Mosè e Aronne e da tutta la comunità degli Israeliti nel deserto di Paran, verso Kades; riferirono ogni cosa a loro e a tutta la comunità e mostrarono loro i frutti della terra.
Raccontarono: «Siamo andati nella terra alla quale tu ci avevi mandato; vi scorrono davvero latte e miele e questi sono i suoi frutti. Ma il popolo che abita quella terra è potente, le città sono fortificate e assai grandi e vi abbiamo anche visto i discendenti di Anak. Gli Amaleciti abitano la regione del Negheb; gli Ittiti, i Gebusei e gli Amorrei le montagne; i Cananei abitano presso il mare e lungo la riva del Giordano».
Caleb fece tacere il popolo davanti a Mosè e disse: «Dobbiamo salire e conquistarla, perché certo vi riusciremo». Ma gli uomini che vi erano andati con lui dissero: «Non riusciremo ad andare contro questo popolo, perché è più forte di noi». E diffusero tra gli Israeliti il discredito sulla terra che avevano esplorato, dicendo: «La terra che abbiamo attraversato per esplorarla è una terra che divora i suoi abitanti; tutto il popolo che vi abbiamo visto è gente di alta statura. Vi abbiamo visto i giganti, discendenti di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste, e così dovevamo sembrare a loro». Allora tutta la comunità alzò la voce e diede in alte grida; quella notte il popolo pianse.
Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: «Fino a quando sopporterò questa comunità malvagia che mormora contro di me? Ho udito le mormorazioni degli Israeliti contro di me. Riferisci loro: "Come è vero che io vivo, oracolo del Signore, così come avete parlato alle mie orecchie io farò a voi! I vostri cadaveri cadranno in questo deserto. Nessun censito tra voi, di quanti siete stati registrati dai venti anni in su e avete mormorato contro di me, potrà entrare nella terra nella quale ho giurato a mano alzata di farvi abitare, a eccezione di Caleb, figlio di Iefunnè, e di Giosuè, figlio di Nun. Secondo il numero dei giorni che avete impiegato per esplorare la terra, quaranta giorni, per ogni giorno un anno, porterete le vostre colpe per quarant'anni e saprete che cosa comporta ribellarsi a me". Io, il Signore, ho parlato. Così agirò con tutta questa comunità malvagia, con coloro che si sono coalizzati contro di me: in questo deserto saranno annientati e qui moriranno».
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 105)

Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo

Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie.

Presto dimenticarono le sue opere,
non ebbero fiducia del suo progetto,
arsero di desiderio nel deserto
e tentarono Dio nella steppa.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

Egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, - disse la donna - eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il brano della prima lettura ha richiamato alla memoria le parole: “Quando verrà il Signore, troverà la fede sulla terra?”.
Il Signore aveva promesso al popolo d’Israele di dargli una terra propria loro e liberarli dalla schiavitù del faraone. Prima che Israele arrivasse nella terra promessa, il Signore dice a Mosè di mandare degli anziani del popolo per scrutare il luogo che avrebbero avuto in possesso.
Gli anziani partirono per questa esplorazione e impiegarono quaranta giorni. Al ritorno raccontarono tutto a Mosè e al fratello Aronne. Le considerazioni fatte dagli anziani furono discordanti e misero in agitazione tutto il popolo, che si diede a un pianto per tutta la notte.
Il Signore indignato, per questa incredulità del popolo alla promessa fatta loro, fece quanto lo stesso popolo decise: non farlo entrare nella terra promessa dicendo: “Nessun censito tra voi, di quanti siete stati registrati dai venti anni in su e avete mormorato contro di me, potrà entrare nella terra nella quale ho giurato a mano alzata di farvi abitare, a eccezione di Caleb, figlio di Iefunnè, e di Giosuè, figlio di Nun”. E così avvenne.
Al contrario il brano del vangelo: una donna cananea, che ancora non aveva ricevuto l’annuncio del vangelo, non sapeva che il Messia, il Salvatore era venuto e che era la persona che le stava davanti, lo invoca come salvatore della figlia gravemente ammalata. Davanti alla risposta di Gesù: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Replicò la donna: «È vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Con questa risposta ottenne quanto aveva chiesto, perché Gesù premiò la grande fede della donna.
La donna pagana dà un grandissimo esempio di fede. Perché cananea, cioè pagana, non ha diritto a niente, e lo riconosce; Gesù non le promette niente, ma la sua insistenza piena di fede ottiene quanto chiede: la guarigione della figlia e l'elogio del Gesù «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri».
Oggi purtroppo questo atteggiamento di sfiducia nei riguardi del Signore è molto diffuso, direi universale. Nessuno ha più il coraggio di prendere impegni duraturi perché nessuno si fida del Signore. Molti accettano di dedicarsi per un po' di tempo a qualche opera generosa, ed è già un bene, però non hanno il coraggio di impegnarsi in modo definitivo facendo affidamento sulla grazia di Dio. E chiaro, senza la grazia divina nessuno è capace di mantenere un impegno per tutta la vita: tante cose cambiano, noi stessi cambiamo... però con il dono del Signore possiamo portare a termine in modo positivo ogni impegno preso nel suo nome.
Ogni giorno la Chiesa ci fa pregare col salmo che ricorda questo episodio della vita del popolo che Dio si scelse: "Oggi se sentite la sua voce non indurite il vostro cuore, come nel giorno della tentazione nel deserto, in cui i vostri padri mi misero alla prova e ho giurato: Non entreranno nel luogo del mio riposo".
Oggi noi siamo il popolo che Dio si è scelto! Non incorriamo nella sua collera a causa della nostra incredulità! Apriamo il nostro cuore!
===================
Se la preghiera è insistente si è esauditi: è il caso della donna cananea. Il vangelo di oggi vuole dirci che dobbiamo lasciarci guidare dalla Parola e farci prendere dal sentimento di abbandono fiducioso che ravvisiamo nella donna cananea. Imploriamo, "scocciamo" Dio nella certezza di essere esauditi in modi e tempi a noi sconosciuti.
Gesù di fronte alla fede grande, viva e sincera di una donna Cananea, estranea quindi al mondo giudaico, le accorda il miracolo. Possiamo dire che la fede fa spazio a Dio ed annulla ogni confine. Consente a Dio di entrare anche dove non è esplicitamente conosciuto e adorato. Comprendiamo anche che non è sufficiente per noi etichettarci come credenti se non siamo poi guidati, sorretti ed illuminati dalle fede vera.
La donna cananea non ha alcun supporto che le possa dare valore alla richiesta fatta, se non un'immagine umile: quella dei cagnolini. Così, ci fa ricordare che le nostre richieste devono sorgere dal basso. Ogni briciola che cade, raccolta in nome di Dio e' grazia!
Quanti hanno fatto l'esperienza della preghiera di domanda sanno che quasi mai hanno ricevuto ciò che chiedevano, ma che la fede nel chiedere ha espresso nuove e inattese forme di risposta. L'importante è non lasciarsi prendere dallo scoraggiamento e dalla sfiducia, come accade agli Israeliti nel racconto dal libro dei Numeri. Il senso di non gestire più la propria vita e di averla messa in mano a Qualcuno che non adempie le promesse è una constatazione che sovente capita di fare.
È una forma di orgoglio da cui dovremmo liberarci per dare spazio all'abbandono nelle mani di un Padre che ha un metro di misura diverso dal nostro e le cui vie sono sì inaccessibili ma altresì cariche di misericordia e ricche di bene per tutti. Potremmo sintetizzare, dicendo più fede e meno "capricci": è questo che fa del credente un buon cristiano, un buon fedele, in grado di pregare con le parole insegnateci da Gesù.

Nessun commento:

Posta un commento