lunedì 1 agosto 2011

Lunedì della XVIII settimana T.O.

Dal libro dei Numeri
In quei giorni, gli Israeliti ripresero a piangere e dissero: «Chi ci darà carne da mangiare? Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell'aglio. Ora la nostra gola inaridisce; non c'è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna».
La manna era come il seme di coriandolo e aveva l'aspetto della resina odorosa. Il popolo andava attorno a raccoglierla, poi la riduceva in farina con la macina o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere nelle pentole o ne faceva focacce; aveva il sapore di pasta con l'olio. Quando di notte cadeva la rugiada sull'accampamento, cadeva anche la manna.
Mosè udì il popolo che piangeva in tutte le famiglie, ognuno all'ingresso della propria tenda; l'ira del Signore si accese e la cosa dispiacque agli occhi di Mosè.
Mosè disse al Signore: «Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo? L'ho forse concepito io tutto questo popolo? O l'ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: "Portalo in grembo", come la nutrice porta il lattante, fino al suolo che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: "Dacci da mangiare carne!". Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!».
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 80)

Esultate in Dio, nostra forza

Il mio popolo non ha ascoltato la mia voce,
Israele non mi ha obbedito:
l'ho abbandonato alla durezza del suo cuore.
Seguano pure i loro progetti!

Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!
Subito piegherei i suoi nemici
e contro i suoi avversari volgerei la mia mano.

Quelli che odiano il Signore gli sarebbero sottomessi
e la loro sorte sarebbe segnata per sempre.
Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI  
Il vangelo di oggi mi porta a fare diverse domande: Perché Gesù dopo aver sfamato la folla invita gli apostoli a prendere la barca e andare all’altra riva e lui li avrebbe raggiunti dopo aver congedata la folla. Perché Gesù invece si ritira sul monte a pregare?
Perché durante la traversata ci fu la tempesta e Gesù con calma camminava sulle acque andando verso la barca?
Perché Pietro, alla richiesta di andare da Lui, non riesce a raggiungerlo in quanto stava per affogare?
Perché appena Gesù sale sulla barca dove erano gli apostoli, subito si calma la bufera?
Perché i malati che toccavano il mantello di Gesù venivano guariti?
Con la prima domanda Gesù vuole dare un doppio insegnamento: primo: riconoscere che Lui è veramente Dio come il Padre e può fare tutto quello che vede fare al Padre. Secondo: ringraziare il Padre dopo aver fatto quello che il Padre ha chiesto. Credere che tutto ci viene dato dal Padre gratuitamente e per questo bisogna essere sempre riconoscenti verso il Padre.
Con la seconda invece siamo chiamati a credere che Gesù è sempre presente nella vita di tutti, anche se sembra che noi andiamo da una parte e Lui va alla parte opposta. Nelle situazioni, nelle tempeste della vita, anche le più brutte, credere fermamente che Gesù è vicino, è presente ed è pronto e tenderci la mano come ha fatto con Pietro. Non sfiduciarci mai, anche nelle prove più tremende, Gesù non lascia solo mai nessuno, è sempre vicino a chi si abbandona a Lui in tutto.
Camminando verso di loro sul mare, e dicendo ai discepoli: “Sono io, non temete!” Gesù li invita ad avere coraggio e fiducia in lui, che nelle prove della vita Gesù è con noi. E quando sembra di affondare, non tardare a gridare: “Signore salvami!”
La temerarietà di Pietro potrebbe rappresentare il volto della fede di ognuno: la fragilità della nostra fede può farci incorrere nel "rischio" di non essere capaci di riuscire a camminare sulle acque turbolente della nostra vita e allora possiamo solo ricorrere alla stessa invocazione di Pietro: "Signore, salvami!".
E appena Gesù sale sulla barca, si calma la bufera. Perché la presenza di Gesù nella vita tiene lontano ogni pericolo, ogni difficoltà , ogni prova. Perché per tutto ciò che si verifica nella vita dell’uomo, è necessario avere la stessa fede avuta da quegli ammalati che credevano che solo toccando il suo mantello sarebbero stati guariti. E la loro fede fu premiata.
Gesù si rivela alla comunità dei suoi discepoli in mezzo alle difficoltà di un mare agitato e ne conferma la fede, liberandoli dalla paura e dal dubbio. E solo alla fine la comunità dei discepoli fa la professione esplicita di fede in Gesù: "Tu sei veramente il Figlio di Dio".

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