mercoledì 10 agosto 2011

Mercoledì della XIX settimana T.O.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti:
«Ha largheggiato, ha dato ai poveri,
la sua giustizia dura in eterno».
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 111)

Beato l'uomo che teme il Signore

Beato l'uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

Felice l'uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
eterno sarà il ricordo del giusto.

Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s'innalza nella gloria.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.
Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La parola di oggi è molto forte perché ricca di molti suggerimenti, l’uno più grande dell’altro, l’uno più importante dell’altro, l’uno più impegnativo dell’altro.
Meditando questi brani, oggi capisco perché è difficile farsi santo! L’umanità si è lasciata abbindolare dal Maligno e crede che tutto è lecito e permesso. Sono cambiati completamente i valori morali e sociali e si possono prendere tutte le libertà possibili e immaginabili. L’umanità fin da questa vita vive un inferno spaventoso! Non c’è più amore l’uno per l’altro, non c’è comprensione, non si perdona niente e a nessuno, si vive una guerra fratricida odiandosi al massimo. Se si vuole cambiare il mondo, se si vuole vivere in pace con Dio e tra di noi, bisogna far ritorno a Dio con tutto il cuore lasciandosi guidare dalla sua parola che è parola di vita eterna.
Sentite cosa dice a tutti il Signore per mezzo dell’Apostolo Paolo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Questo invito si può riferire sia al bene che al male. Se si semina scarsamente il male, si raccoglie poco male, al contrario se si semina abbondantemente il male, se ne raccoglierà abbondantemente. Il male non bisogna proprio seminarlo, è necessario seminare solo il bene e se viene seminato con “larghezza” sarà raccolto con abbondanza. Purtroppo oggi si semina solo il male!
Si deve essere convinti che quello che si semina quello si raccoglie e si raccoglie in proporzione al modo di come si semina. Bisogna seminare il bene senza risparmio e senza distinzione di luogo o di persone. Il bene va seminato dovunque e con chiunque.
Quale è la causa che non fa seminare il bene? Nessuno vuole morire a sé stesso, nessuno accetta le parole di Gesù: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”. Chi è disposto a rinunciare al proprio io? Chi è propenso a porgere l’altra guancia se si viene percorso su una guancia? Chi perdona al proprio nemico? Siamo tutti pronti a fare occhio per occhio e dente per dente.
Come cristiani e sull’esempio di San Lorenzo di cui oggi si celebra la festa, dobbiamo perdonare e amare coloro che ci hanno fatto e ci fanno del male.
Il vangelo termina così: “Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà”.
Serviamo e seguiamo Cristo, con tutto il nostro impegno e con tutte le forze spirituali che abbiamo, e saremo per sempre con Lui e saremo onorati dal Padre Celeste.
Imprimiamo nei nostri cuore in modo indelebile le parole di Gesù per i suoi crocifissori: Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno.
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La prima lettura di oggi dice: «…Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza nè per forza perchè Dio ama chi dona con gioia…».
Paolo con queste parole vuole ancora una volta farci capire quanta gioia si raccoglie anche nel compiere azioni e gesti difficili, che ci chiedono sacrifici, quando gli stessi vengono fatti con l’amore di donare il nostro servizio, la nostra persona. Ogni giorno con la grazia del Signore possiamo donare un sorriso, una parola, un po’ d’ascolto, a quei fratelli che Dio mette sul nostro cammino. Così, quando siamo disponibili a condividere con le persone che ci sono accanto i loro problemi e le loro sofferenze, scopriamo dentro di noi una ricchezza interiore che ci ricompensa largamente di qualche piccolo sacrificio che abbiamo dovuto affrontare.
Nel Vangelo Gesù paragona la sua vita ad un chicco di grano che cade a terra. Se questo chicco di grano non perde tutta la sua natura, se non si trasforma in nutrimento per una nuova vita, rimane solo, non produce frutto. Se invece, cadendo a terra, si annienta, si annulla, si lascia consumare dal germe che porta nel suo seno, diventa nuova vita, cresce, si fa spiga, produrrà molti frutti e potrà sfamare il mondo intero. È questa la forza del morire a se stessi in questo mondo. 
Gesù dal Cielo è caduto sulla nostra terra. In mezzo a noi si è annientato, umiliato fino alla morte di croce. La vita eterna che era in Lui ha trasformato il suo corpo in una nuova pianta, nella pianta dell'Eucaristia, che potrà sfamare fino alla consumazione dei secoli tutta l'umanità. Non solo la potrà sfamare, ma anche dissetare, perché anche il suo sangue è divenuto questa nuova linfa di vita per tutto il genere umano.
È questa la vera sequela di Cristo Gesù: portare a compimento nel nostro corpo, in questo tempo, sulla terra, nella storia, questo annientarsi a se stessi, questo annullarsi alla propria umanità, perché il germe della vita eterna, posto dallo Spirito Santo nel nostro cuore, possa produrre veri frutti di carità, giustizia, santità, per oggi e per l'eternità, per noi e per tutti i nostri fratelli. Dalla nostra morte è la vita del mondo. Andare dietro Gesù non è frequentare qualche Santa Messa domenicale, quando non abbiamo nulla da fare e ci annoia rimanere in casa o recarci altrove. Non è neanche quella religiosità fatta di riti, processioni, usanze, tradizioni popolari, celebrazione scenica di questo o quell'altro mistero della fede. Non è neppure qualche opera di carità che siamo costretti a fare per l'insistenza di questa o di quell'altra persona. La sequela di Gesù è una cosa seria: è prendere la via della vera morte del nostro io. Noi siamo chiamati a morire alla superbia, all'invidia, all'egoismo, alla concupiscenza, alla vanagloria, alla sete di potere, di denaro, di successo, a tutte le opere della nostra carne, opere che oscurano il volto di Cristo Gesù nella nostra quotidiana esistenza.

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