lunedì 8 agosto 2011

Lunedì della XIX settimana T.O.

Dal libro del Deuteronomio
Mosè parlò al popolo dicendo: "Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu tema il Signore, tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu lo ami, che tu serva il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l'anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene?
Ecco, al Signore, tuo Dio, appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene. Ma il Signore predilesse soltanto i tuoi padri, li amò e, dopo di loro, ha scelto fra tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi, come avviene oggi.
Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra cervice; perché il Signore, vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa parzialità e non accetta regali, rende giustizia all'orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito. Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d'Egitto.
Temi il Signore, tuo Dio, servilo, restagli fedele e giura nel suo nome. Egli è la tua lode, egli è il tuo Dio, che ha fatto per te quelle cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto. I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore, tuo Dio, ti ha reso numeroso come le stelle del cielo".

Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 147)

Celebra il Signore, Gerusalemme

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun'altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: "Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà". Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafarnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietroe gli dissero: "Il vostro maestro non paga la tassa?". Rispose: "Sì".
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: "Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?". Rispose: "Dagli estranei".
E Gesù replicò: "Quindi i figli sono liberi. Ma per evitare di scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala loro per me e per te".
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il Signore ha dato all’uomo, per mezzo di Mosè, la tavola della legge ossia i dieci comandamenti per il suo bene e non rendergli gravosa la vita.
La prima lettura proclama: Ecco, al Signore, tuo Dio, appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene. Ma il Signore predilesse soltanto i tuoi padri, li amò e, dopo di loro, ha scelto fra tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi, come avviene oggi.
I dieci comandamenti se vengono presi come dono di Dio fatto al suo popolo, non sono gravosi, perché liberano da ogni tipo di schiavitù quelli che li osservano, al contrario diventano gravosi e difficili da mettere in pratica se vengono presi come una imposizione.
Tutta l’opera compiuta dal Signore, tutta la creazione il Signore l’ha messa nelle mani dell’uomo, perché se ne servisse e servendosene bene fosse felice. Ecco perché, spesse volte, il Signore Gesù ha detto: “Se vuoi la vita eterna osserva i comandamenti”.
Oggi la chiesa ricorda la memoria di San Domenico. San Domenico si distinse fin da giovane per carità e povertà. Si distinse per rettitudine, spirito di sacrificio e zelo apostolico. Il suo zelo apostolico era basato sulla predicazione itinerante. San Domenico è stato un grande uomo di fede. Si é abbandonato totalmente a Dio e il Signore ha compiuto la suo opera in Domenico.
La nostra fede che fede è? È vera fede solo se dona un'impostazione tutta nuova alla nostra vita. Ma quale impostazione nuova essa deve dare per essere sicuri di possedere una fede vera, in tutto corrispondente alla verità del Vangelo? La fede è giusta e santa se trasforma tutta la nostra vita in un'opera di carità, di amore, di pietà, di misericordia, di perdono, di compassione. Senza la carità, l'amore, la pietà, la misericordia verso tutti e sempre, la nostra fede non solo non è buona, essa è addirittura morta. Con una fede morta non si entra nel Paradiso. Le sue porte saranno chiuse per noi per l'eternità.
Imitiamo la fede di Pietro che aderisce in tutto quello che il Signore gli dice “va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento”.
Pietro va al mare, getta l’amo, il primo pesce preso ha la moneta come detto da Gesù. Noi diventiamo increduli anche davanti alle cose più semplici, perché vogliamo vedere per credere. La fede consiste proprio nel credere in quello che non si vede.

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