domenica 7 agosto 2011

XIX Domenica del tempo ordinario

Dal primo libro dei Re
In quei giorni, Elia [essendo giunto al monte di Dio, l'Oreb] entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: "Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore".
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna.

Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 84)

Mostraci, Signore, la tua misericordia

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace per il suo popolo,
per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua.
Vorrei infatti essere io stesso anatema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne.
Essi sono Israeliti e hanno l'adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra sponda, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il vangelo di questa domenica è la continuazione di quello di domenica scorsa, difatti comincia con questo riferimento: Dopo che la folla ebbe mangiato. Dopo la moltiplicazione dei pani per dare da mangiare a tutta la folla, e tutti mangiarono a sazietà e, dai pezzi avanzati, furono raccolte dodici ceste piene, Gesù si manifestò ai discepoli camminando sulle acque. Gesù che cammina sulle acque, continua a stupire uomini, apostoli e discepoli.
Con questo episodio l’evangelista Matteo richiama l’attenzione di tutti su tre domande fondamentali della fede: "Chi è Gesù per noi che ci dichiariamo cristiani”? Cosa rappresenta la barca con gli Apostoli? Cosa dice la persona di Pietro a ciascuno di noi?
Il discepolo di Gesù deve studiare, analizzare, esaminare anche ogni più piccolo avvenimento della vita di Gesù. Nulla di ciò che fa Gesù è senza contenuto di rivelazione, di insegnamento. Dall'esame della vita di Gesù emerge una grandissima verità: Lui non insegnava solo con la Parola, che era sempre Parola del Padre. Insegnava con i suoi gesti, le sue opere, i suoi comportamenti, le sue azioni. Quanto egli faceva, il modo come lo faceva, era ed è purissima rivelazione per noi. Come ho fatto io fate anche voi.
Cosa ha fatto Gesù dopo la moltiplicazione dei pani? Congedata la folla, era salito sul monte, solo, a pregare, per quasi tutta la notte. Come ho fatto io fate anche voi.
In questo caso, la preghiera ha chiuso un avvenimento straordinario, la moltiplicazione dei pani, e ne apre un altro: camminare sulle acque.
Gesù è il maestro e insegna cosa fare negli avvenimenti della vita: pregare e nutrirsi della Parola di Dio, che è Lui stesso.
Cosa rappresenta la barca con gli Apostoli? La barca con gli apostoli rappresenta la Chiesa, alla quale Gesù preannuncia che si sarebbe trovata in difficoltà, che sarebbe stata perseguitata e molti sarebbero stati uccisi a causa del suo nome e del vangelo. Erano passati non molti anni e la profezia incominciò ad avverarsi. E sarà sempre così fino alla fine dei tempi! Il discepolo non è più del maestro. Hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi.
Gesù appena sale sulla barca, il mare si calma. Segno che quando uno cammina da solo sul mare della vita incontra pericoli di ogni genere e corre il pericolo di annegare; entrando Gesù nella propria vita tutto cambia e si incomincia a vivere nella vera pace e gioia.
Cosa dice la persona di Pietro a ciascuno di noi? Pietro, col suo slancio continuo, manifesta di avere una grande fede verso Gesù. Nello stesso tempo, con l’arrivo del pericolo, rivela anche la sua fragilità umana, che gli procura il rimprovero di Gesù: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".
In questa fragilità gli viene in aiuto ancora una volta Gesù che stende la sua mano e lo prende, salvandolo. Anche questo messaggio è chiaro: siamo tutti chiamati ad avere grande fede nel Signore, nello stesso tempo dobbiamo sapere anche che, nonostante le nostre debolezze, i nostri errori, le nostre paure, egli non ci abbandona mai.
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Il brano della prima lettura può lasciare un po’ perplessi e per questo forse è il caso di dare qualche spiegazione: Elia è pieno di zelo verso Dio e non riesce a trovare altri come lui, altri che difendano la fede autentica. Egli è, come spesso lo siamo noi, attorniato da persone che non si preoccupano molto della verità e che seguono le proprie emozioni correndo dietro ai loro idoli. Allora, sul monte Carmelo, sfida i sacerdoti di Baal e, facendo scendere dal cielo un fuoco che consuma un sacrificio, sacrificio che invano i 400 sacerdoti di Baal avevano tentato di far consumare invocando il proprio dio, dimostra al popolo che esiste un unico vero Dio.
Ma la vittoria lo inebria e si fa prendere la mano per cui fa uccidere tutti i sacerdoti dalla folla entusiasta: la regina di Gezabele, livida di rabbia, lo vuole uccidere ed ecco che, spaventato e consumato, desideroso di morire nel deserto si reca al monte di Dio, l'Oreb. E qui Elia capisce e ci fa capire qualcosa di splendido: Dio non è nella violenza, né nei grandi eventi naturali o nei prodigi, ma nell’intimo di ciascuno di noi, nella brezza del mattino anzi, più precisamente, nella voce del silenzio. Sì il silenzio ha una voce e va ascoltato con il cuore perché è proprio lì che possiamo incontrare Dio.
Riguardo al brano del Vangelo, invece, oggi abbiamo poco da dire, in quanto questo brano è già stato commentato nei giorni passati. Solo un accenno alla frase di Gesù: “Non abbiate paura!”
Quante volte ci assalgono dei dubbi riguardo alla fede? Non dobbiamo avere paura del dubbio: il dubbio è salutare, una fede senza dubbi è inutile e non ci cambia il cuore. Perché il dubbio spinge alla comprensione, al confronto, all’abbandono fiducioso.
Pietro si tuffa, anche lui vuole camminare sulle acque, sulle difficoltà: lascia la barca, muove i primi passi e poi miseramente sprofonda nel lago agitato. Pietro deve ancora crescere nella fede e quando tutto sarà chiaro nel suo cuore, non si getterà più dalla barca, non vorrà più essere l’imitazione di Cristo come essere divino, ma rimarrà seduto a guidare il timone per portare i fratelli all’altra riva.
Davanti ai dubbi di fede e alle tempeste della vita, anche noi siamo chiamati, come Elia, ad ascoltare nel nostro cuore il silenzioso mormorio di Dio, recuperando quella dimensione assoluta che sono la preghiera silenziosa e l’ascolto della parola di Dio. Se compiremo questo viaggio, quello della fiducia e della fede nel Signore, il lago si calmerà non appena Lui avrà messo piede nella nostra stessa barca.

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