venerdì 14 giugno 2013

VENERDI’ DELLA X SETTIMANA DEL T. O.

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, noi abbiamo un tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.

Parola di Dio

A te, Signore, offrirò un sacrificio di ringraziamento.
Ho creduto anche quando dicevo:
«Sono troppo infelice».
Ho detto con sgomento:
«Ogni uomo è bugiardo».

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;
io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».

Parola del Signore

RIFLESSIONI

A tutti i lettori del mio blog li invito ad una considerazione ed è questa: Il Signore, mediante la sua chiesa, sta chiamando tutti ad un esame di coscienza profondo.
Ha incominciato richiamando ad esaminarci sulla piccole cose, e sono ugualmente peccato, come non adirarsi con nessuno, non dire mai a nessuno “stupido”, oppure “pazzo” perché sono tutti motivi di peccato in quanto si offende “amore” verso il prossimo e si è soggetti al giudizio di Dio e al fuoco della Geenna.
Oggi, sempre mediante l’evangelista Matteo, incomincia a richiamare ad evitare mancanze o peccati più gravi. Guarda caso riguarda sempre il rispetto dell’amore verso il prossimo e precisamente all’osservanza del nono comandamento: Non desiderare la donna d’altri (aggiungo per completare la persona di un altro).
L’uomo non deve desiderare la donna di un altro, la donna non deve desiderare l’uomo di un altro.
Gesù stesso qualifica questo peccato denominandolo “Peccato di adulterio”. L’adulterio  è mancanza di fedeltà. Venire meno al giuramento fatto a Dio e alla chiesa nel giorno del matrimonio: “… prometto esserti fedele sempre … “.
La condanna di questo peccato da parte di Gesù è enorme tanto da dire di privarsi dell’occhi, o della mano o del piede, se questi possono essere causa di peccato. Gesù è categorico in merito: “… ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Ricordo a me e a tutti che il fuoco della Geenna per Gesù è il fuoco dell’inferno.
Cosa fare allora, se si è debole in materia? La prima cosa da fare è pregare. Sono tanti i motivi che spingono a dare il primo posto alla preghiera, ne elenco solo alcuni. Primo: Gesù, nell’orto degli ulivi, nel momento della sua passione, vedendo gli Apostoli addormentati, disse loro: Vegliate e pregate per non cadere in tentazione.  Queste parole Gesù le rivolge anche a noi e a tutti, invita tutti a vegliare sulla insidie del demonio, a pregare per tenere lontano il cuore da queste  insidie.
Un altro è l’insegnamento di San Pio X papa, che diede alla preghiera questa definizione: La preghiera è una pia elevazione dell’anima a Dio. Se si contempla Dio nella preghiera, si è protetti dai piani diabolici di tutti i demoni. E poi Sant’Alfonso dei Liguori dice: Chi prega certamente si salva, chi non prega certamente non si salva.
Si deve credere che la preghiera è l’arma più potente a disposizione di tutti contro il maligno e non ne facciamo uso alcuno. Se non si sa pregare, teniamo presente quest’altra massima di un santo vescovo: A pregare si impara pregando.

Concludo col dire a tutti e a me stesso: in paradiso non si va in carrozza.

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