25 LUGLIO SAN GIACOMO APOSTOLO
Grado della Celebrazione: FESTA
Colore liturgico: Rosso
Prima lettura
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, noi abbiamo un tesoro in
vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a
Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non
schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non
abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro
corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro
corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a
causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne
mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita.
Animati tuttavia da quello stesso
spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi
crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore
Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.
Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia
abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.
Parola di Dio
Salmo responsoriale
Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia.
Quando il Signore ristabilì la sorte
di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di
sorriso,
la nostra lingua di gioia.
Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per
loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per
noi:
eravamo pieni di gioia.
Ristabilisci, Signore, la nostra
sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.
Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinò a Gesù la
madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli
qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei
due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno».
Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io
sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice,
lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me
concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si
sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che
i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi
non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e
chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio
dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria
vita in riscatto per molti».
Parola del Signore
RIFLESSIONI
E’ la prima volta che dopo aver letto questo brano di vangelo di Matteo, mi
viene di fare queste considerazioni.
La prima è quella che ripeteva spesso un mio parroco che ora sono certo è
in Paradiso. Ripeteva spesso nelle sue meditazioni: Fratelli e sorelle, grandi e piccoli, sappiate che in paradiso non si
va in carrozza, poi spiegava questa sua affermazione dicendo: Non sono le
ricchezze, disoneste, che fanno guadagnare il paradiso, ma quelle oneste che si
accumulano con sacrifici, privazioni, sofferenze senza ribellarsi alla volontà
di Dio. In paradiso si va sacrificandosi in tutto e facendo del bene a tutti
senza misura … e altro ancora.
La seconda considerazione è che in paradiso non si entra con le
raccomandazioni, anche se queste partono da un cuore amoroso della madre. Le
mamma desiderano sempre il bene dei figli, scongiurano in modo straordinario
che possa capitare al figlio anche il più piccolo male o la minima difficoltà
di qualsiasi tipo. Per questo motivo, sempre, le mamme non badano a fare
richieste per il bene dei propri figli!
Gesù da una risposta così sorprendente da lasciare sconvolta la mamma dei
due apostoli che ebbe l’ardine di chiedere a Gesù di riservare ai suoi figli il
posto più ragguardevole quando sarà ritornato nel suo regno.
Il posto più importante vicino a Gesù, nel regno del Padre suo, decide il
Padre a chi spetta. Fa capire che, per meritare questo posto, bisogna bere il
calice che Lui berrà durante tutto la sua vita terrena e si deve bere fino
all’ultima stilla. In altre parole Gesù dice che il paradiso spetta a tutti
quelli che fanno la volontà del Padre in tutti i giorni della propria vita,
come Lui ha fatto.
Preghiera dei fedeli
Non c'è amore più grande di chi dona
la sua vita, come fece l'apostolo Giacomo, sulle orme di Gesù. Rinnoviamo la
nostra fede pregando insieme e dicendo:
Donaci, Padre, di servire con amore.
Signore, tu vuoi che la terra sia
una casa fraterna: aiuta gli uomini a vivere come amici gli uni degli altri, a
preferire l'uguaglianza al dominio, l'umiltà all'apparente potenza.
Preghiamo:
Signore, hai scelto i nostri vescovi
come successori degli apostoli; sull'esempio di san Giacomo rendili pronti a
seguirti, testimoni della luce del Cristo, disponibili a bere il calice della
sofferenza e della morte. Preghiamo:
Signore, lo Spirito ci abilita ad
essere veri discepoli di Cristo: donaci la pazienza di saper attendere con fede
la piena realizzazione del tuo regno. Preghiamo:
Signore, hai mandato il tuo Figlio
non a essere servito ma a servire: conforta quanti si dedicano gratuitamente,
per tuo amore, all'assistenza dei malati e dei poveri. Preghiamo:
Signore, vuoi che la Chiesa sia una,
santa, cattolica e apostolica: santifica questa nostra comunità, perchè in
comunione con tutte le altre comunità, sia un segno di salvezza per la nostra
città. Preghiamo:
Per chi, anche oggi, dà la vita per
non rinnegare la fede.
Per chi ha responsabilità nella
società.
Padre, che nel sacrificio del tuo
Figlio diletto ci hai insegnato a morire perchè altri abbiano la vita, donaci
un cuore paziente nel servizio e ardente nella lode. Te lo chiediamo per Cristo
nostro Signore. Amen.
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