martedì 9 luglio 2013

Martedì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Prima lettura

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, di notte Giacobbe si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi.
Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell’aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all’articolazione del femore e l’articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui.
Quello disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l’aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse.
Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: «Davvero – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva».
Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all’anca. Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l’articolazione del femore, perché quell’uomo aveva colpito l’articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Nella giustizia, Signore, contemplerò il tuo volto.

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l’orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c’è inganno. 

Dal tuo volto venga per me il giudizio,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia.

Io t’invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l’orecchio, ascolta le mie parole,
mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.

Custodiscimi come pupilla degli occhi
all’ombra delle tue ali nascondimi.
Io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demani per opera del principe dei demani».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».

Parola del Signore

RIFLESSIONI

E’ la prima volta che faccio questa considerazione: perché il brano è stato presentato in modo impersonale: presentarono a Gesù un muto indemoniato. Le altre volte è sempre specificato la persona che presenta, che parla, che domanda. Uno scriba, un dottore della legge, una donna, un papà … Vuol dire che nel verbo “presentarono” è significato chiunque. Posso essere io, puoi essere tu, può essere uno di noi che presentiamo il muto indemoniato a Gesù. Possiamo essere noi quel muto indemoniato; lo possiamo essere per tanti motivi e in vari modi.
Giorni addietro il Signore il vangelo diceva che Gesù scelse altri settantadue discepoli e li inviò a due a due dicendo la messe è molta e gli operai sono pochi, pregate … Le abbiamo fatte nostre queste parole di Gesù? Abbiamo pregato il padrone della messe, che mandasse operai nella sua messe? Se non è stato fatto, il diavolo che ha ammutoliti e non ha fatto parlare di Gesù quando si è data l’opportunità. Non ha fatto pregare perché venissero fuori operai per la vigna del Signore.
Il diavolo sa bene il male che ne riceve se vi sono persone che parlano di Gesù e cercano di diffondere la conoscenza del vangelo, per questo mette tutti nel mutismo più assoluto. Cerchiamo di vincere il male (il demonio) con il bene con Gesù.
Chiediamo a Gesù di liberare tutti dal demonio muto e che la bocca di tutti si incominci ad aprire alla lode del Signore e a ringraziarlo per tutti i prodigi che compie quando ci sono gli operai che lavorano nella vigna del Signore.
Dopo la liberazione dell’indemoniato, Gesù lancia un altro appello: Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. La reale situazione attuale che viviamo, sono molti che si proclamano pastori, invece sono dei mercenari e fuggono quando vedono comparire il lupo. E rilancia l’appello: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
A questo invito ripetuto a distanza di qualche giorno, abbiamo il coraggio di restare ancora muti?

Preghiera dei fedeli

Il Signore Gesù è venuto a liberare il suo popolo da ogni schiavitù. Con fiducia, rivolgiamoci al Padre, datore di ogni bene, dicendo:
Nel nome di Cristo, ascoltaci, Signore.

Perché la Chiesa, per la fede nel nome di Gesù, continui ad operare segni e miracoli per la salvezza di tutti gli uomini. Preghiamo:

Perché i governatori dei popoli si adoperino instancabilmente per la vita e per la pace dell'umanità. Preghiamo:

Perché ogni uomo sia consapevole che Dio l'ha creato per una missione particolare a beneficio di tutti. Preghiamo:

Perché il bisogno di salvezza, presente nel mondo, faccia nascere nel cuore di molti giovani l'aspirazione a donarsi totalmente al Signore, padrone della messe. Preghiamo:

Perché la nostra comunità, nel rinnovare l'alleanza con il Padre, divenga segno visibile dell'amore di Cristo per il nostro quartiere. Preghiamo:

Perché ogni uomo incontri personalmente il Signore.

Per i seminaristi della nostra parrocchia.

Padre santo, che liberi l'umanità dal dominio del male, fa' che la memoria della morte e risurrezione di Gesù ci aiuti ad essere operai fedeli nella costruzione del tuo regno. Per Cristo nostro Signore. Amen.







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