venerdì 5 luglio 2013

Venerdì della XIII settimana del Tempo Ordinario



Prima lettura

Dal libro della Gènesi

Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara. Sara morì a Kiriat Arbà, cioè Ebron, nella terra di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla.
Poi Abramo si staccò dalla salma e parlò agli Ittiti: «Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via il morto e seppellirlo». Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nella terra di Canaan.
Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto. Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai nella mia terra, tra la mia parentela, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco».
Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questa terra, dovrò forse ricondurre tuo figlio alla terra da cui tu sei uscito?». Gli rispose Abramo: «Guardati dal ricondurre là mio figlio! Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di mio padre e dalla mia terra natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: “Alla tua discendenza darò questa terra”, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per mio figlio. Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là mio figlio».
[Dopo molto tempo] Isacco rientrava dal pozzo di Lacai Roì; abitava infatti nella regione del Negheb. Isacco uscì sul far della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli. Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. E disse al servo: «Chi è quell’uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «È il mio padrone». Allora ella prese il velo e si coprì. Il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l’amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Rendete grazie al Signore, perché è buono.

Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?

Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo.
Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo.

Visitami con la tua salvezza,
perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Parola del Signore

RIFLESSIONI

Più di una volta, nelle mie considerazioni sulla parola di Dio, ho detto che la parola di Dio chiamo continuamente a conversione per rendere la nostra vita di cristiani sempre più santa oppure  il  meno imperfetta possibile.
Chiamati alla conversione significa abbandonare il peccato, il male in genere ed esercitarsi nel perfezionare la pratica delle virtù, se vengono già praticate, altrimenti impegnarsi ad incominciare questa pratica.
Il continuo richiamo che il Signore fa, non lo fa per non farci realizzare quello che desideriamo noi, quello che ci fa più comodo, perché vuole che comminiamo sempre sulla retta vita della perfezione: SIATE PERFETTI COME PERFETTO E’ IL PADRE VOSTRO CELESTE.
La perfezione che Gesù chiede è dare a tutti le certezza di possedere la felicità eterna, godere per sempre la visione beatifica di Dio!
La felicità, lo splendore della grazia l’uomo l’ebbe da Dio al momento della creazione, a causa del peccato commesso dai progenitori si è perso tutto. Ora è necessario recuperare tutto il bene perso e per riuscire in questo recupero, è necessario impegnarsi nel realizzare il bene, a evitare il male che allontana da Dio. Combattere strenuamente ogni tipo di peccato! Nessuno può dire che è cosa difficile farlo! Gesù è pronto a venire in soccorso di tutti quelli che desiderano mettersi sulla retta via, basta invocarlo con tutto il cuore e sincerità.
Gesù, ubbidiente al Padre Celeste, venne nel mondo, manifestò l’amore del Padre per tutti gli uomini, si offrì volontariamente alla morte per salvare tutti dalla schiavitù del peccato. Non ebbe né paura né vergogna di andare contro corrente, facendo quello che proibiva la legge antica: non essere amico, né frequentare i peccatori e i pubblicani.
Nel vangelo di oggi, a quelli che lo criticavano perché se la faceva proprio con i pubblicani e i peccatori, rispose: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Il peccato è segno della malattia spirituale, la malattia dell’anima che la rende incapace di fare qualsiasi opera di bene, malattie che si riversano anche sul fisico dell’uomo. Gesù è venuto per guarire l’umanità da tutte le malattie dell’anima! E’ venuto a guarire tutte le malattie, mediante la misericordia di Dio Padre verso i peccatori. “Misericordia io voglio e non sacrifici”.
Con questa affermazione, Gesù ha voluto dire e insegnare che nessuno si deve fare giudice degli altri. Il giudizio spetta solo a Dio.



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