venerdì 12 luglio 2013

Venerdì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)

Prima lettura

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, Israele levò le tende con quanto possedeva e arrivò a Bersabea, dove offrì sacrifici al Dio di suo padre Isacco.
Dio disse a Israele in una visione nella notte: «Giacobbe, Giacobbe!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Io sono Dio, il Dio di tuo padre. Non temere di scendere in Egitto, perché laggiù io farò di te una grande nazione. Io scenderò con te in Egitto e io certo ti farò tornare. Giuseppe ti chiuderà gli occhi con le sue mani».
Giacobbe partì da Bersabea e i figli d’Israele fecero salire il loro padre Giacobbe, i loro bambini e le loro donne sui carri che il faraone aveva mandato per trasportarlo. Presero il loro bestiame e tutti i beni che avevano acquistato nella terra di Canaan e vennero in Egitto, Giacobbe e con lui tutti i suoi discendenti. Egli condusse con sé in Egitto i suoi figli e i nipoti, le sue figlie e le nipoti, tutti i suoi discendenti.
Egli aveva mandato Giuda davanti a sé da Giuseppe, perché questi desse istruzioni in Gosen prima del suo arrivo. Arrivarono quindi alla terra di Gosen. Allora Giuseppe fece attaccare il suo carro e salì incontro a Israele, suo padre, in Gosen. Appena se lo vide davanti, gli si gettò al collo e pianse a lungo, stretto al suo collo. Israele disse a Giuseppe: «Posso anche morire, questa volta, dopo aver visto la tua faccia, perché sei ancora vivo».

Parola di Dio

Salmo responsoriale

La salvezza dei giusti viene dal Signore.

Confida nel Signore e fa’ il bene:
abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza.
Cerca la gioia nel Signore:
esaudirà i desideri del tuo cuore.

Il Signore conosce i giorni degli uomini integri:
la loro eredità durerà per sempre.
Non si vergogneranno nel tempo della sventura
e nei giorni di carestia saranno saziati.

Sta’ lontano dal male e fa’ il bene
e avrai sempre una casa.
Perché il Signore ama il diritto
e non abbandona i suoi fedeli.

La salvezza dei giusti viene dal Signore:
nel tempo dell’angoscia è loro fortezza.
Il Signore li aiuta e li libera,
li libera dai malvagi e li salva,
perché in lui si sono rifugiati.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.
Quando sarete perseguitati in una città, fuggite in un’altra; in verità io vi dico: non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo».

Parola del Signore

RIFLESSIONI

Questi brani della parola di Dio mi spingono a fare queste considerazioni: La prima considerazione scaturisce dal contenuto della prima lettura che riporta la parte finale della storia di Giuseppe e dei suoi fratelli ed è: fare del bene sempre e a tutti indistintamente. Anche a chi ai nemici.
La seconda considerazione, scaturita dal vangelo,  è: Per fare il bene bisogna farsi violenza continuamente anche quelli di famiglia.
Giuseppe, venduto dai fratelli, viene condotto in Egitto, lontano da tutti i suoi affetti, compreso l’affetto verso i fratelli che lo avevano venduto. Facendo del bene, Giuseppe entra nella predilezione del faraone d’Egitto che lo nomina amministratore dei beni che il faraone possedeva. Quando capita di fare del  l’Egitto, capita di incontrarsi con i fratelli che erano andati in Egitto per comprare il grano, non si fa giustizia per rifarsi del male avuto dai fratelli quando lo vendettero ai mercenari, anzi va oltre il perdono.
Quanti e quante volte anche noi, per le offese ricevute, abbiamo interrotto la frequenza con l’offensore e non solo, ci siamo vendicati appena è capitata l’occasione.
Per vincere questo stato di ribellione, meglio dire stato di non amore per chi ha offeso, e siamo arrivati a dire anche: tizio per me non esiste più, tanto è il male che mi ha fatto. E si va avanti con questo stato d’animo sempre in ribellione verso chi ha offeso.
Per riuscire a vincere l’egoismo, causa di tutti i mali, si deve ascoltare e fare quello che Gesù dice in merito: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
L’esortazione ad essere prudenti come i serpenti e semplici come le colombe, vuole insegnare proprio questo: Essere pronti a combattere l’egoismo che scatta subito quando ci viene detto qualche ingiuria o parole pesanti (la prudenza). La semplicità delle colombe, deve portarci a non dare importanza e peso a tutto ciò che viene detto.
Il risultato che si avrà impegnandosi a non reagire a niente, Gesù lo dice con chiarezza: chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.

Preghiera dei fedeli  

Alla debolezza e alla fragilità della nostra fede, viene in soccorso la potenza di Dio. Per questo ci rivolgiamo a lui dicendo:
Sostieni la nostra fede, Signore.

Per la fede perseverante delle Chiese del silenzio, concedi, o Signore, a tutta la Chiesa di confidare nella potenza del nome di Gesù che compie sempre quello che ha promesso. Preghiamo:

Per la fortezza dei martiri, dona, o Signore, a tutti i cristiani il coraggio di portare il tuo nome scritto sulla fronte in ogni circostanza della vita. Preghiamo:

Per la sofferenza silenziosa dei poveri e degli oppressi, disarma, o Signore, il cuore dei violenti e degli oppressori e usa loro misericordia. Preghiamo:

Per la mitezza e l'amore di molti cristiani, rinnova, o Signore, l'efficacia della tua perenne presenza nel mondo. Preghiamo:

Per la preghiera incessante dei contemplativi, conduci, o Signore, la storia dell'umanità verso la pienezza della tua rivelazione. Preghiamo:

Perché da ogni debolezza impariamo la sapienza di Dio. Preghiamo:

Per chi è duramente provato dalla vita. Preghiamo:

Dio onnipotente ed eterno, che hai mandato il tuo Figlio nel mondo ad assumere la debolezza della carne per farla risorgere a vita nuova, ascolta la preghiera del tuo popolo ancora in cammino verso la pace che non ha fine. Tu che sei Dio e vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.






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