giovedì 14 luglio 2011

Giovedì della XV settimana T.O.

Dal libro dell'Esodo
In quei giorni, [udendo la voce del Signore dal mezzo del roveto,] Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: "Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi". Mi diranno: "Qual è il suo nome?". E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: "Io-Sono mi ha mandato a voi"».
Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: "Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi". Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione.
Va'! Riunisci gli anziani d'Israele e di' loro: "Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell'Egitto verso la terra del Cananeo, dell'Ittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele".
Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d'Israele andrete dal re d'Egitto e gli direte: "Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio".
Io so che il re d'Egitto non vi permetterà di partire, se non con l'intervento di una mano forte. Stenderò dunque la mano e colpirò l'Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare».
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 104)

Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell'alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Dio rese molto fecondo il suo popolo,
lo rese più forte dei suoi oppressori.
Cambiò il loro cuore perché odiassero il suo popolo
e agissero con inganno contro i suoi servi.

Mandò Mosè, suo servo,
e Aronne, che si era scelto:
misero in atto contro di loro i suoi segni
e i suoi prodigi nella terra di Cam.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Sono le uniche due frasi del vangelo di oggi. Col consenso dell’evangelista Matteo e con il permesso di Gesù, io inizierei così: Oggi, in questo tempo, Gesù dice: Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. …
Come allora c’erano leggi, norme, prescrizioni, imposizioni, e altro da osservare che hanno “ammazzato”, fisicamente e spiritualmente moltissimi, così oggi vi sono le stesse leggi, norme, precetti di allora da rispettare e osservare, che uccidono l’uomo. Con l’aiuto di Gesù si può. Anche nel terzo millennio Gesù dice: “venite a me”.
La causa principale e unica che ha reso sempre invivibile la vita all’uomo, è il peccato. Il peccato è violazione della legge di Dio. È questa violazione che uccide. Oggi si vive in una società oppressa, stanca, sfibrata, scoraggiata, schiava. Si è seriamente ammalati, dentro e fuori del corpo. Le malattie che si hanno dentro, nell’anima, nel cuore, rendono l’umanità in tutto simile a Lazzaro che da quattro giorni giace nel sepolcro.
Le sorelle di Lazzaro, visto la gravità del fratello, si rivolsero a Gesù perché venisse a visitare il loro fratello. Volutamente Gesù ritardò la sua andata, per manifestare la potenza del Padre.
La società di oggi invece di rivolgersi a Gesù, perché la guarisca da tutte le malattie di cui è affetta e che conducono a morte certa, cerca la guarigione con balsami di ogni tipo, credendo che bastino a conservare in vita o a far ritornare in vita coloro che sono già nelle braccia della morte.
Gesù solo, mediante la Spirito Santo, può dare la vita ai morti come è riportato dal profeta Ezechiele: "La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare accanto a esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella distesa della valle e tutte inaridite. Mi disse: «Figlio dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annuncia loro: "Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore"». Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai, ed ecco apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c'era spirito in loro. Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell'uomo, e annuncia allo spirito: "Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano"». Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato".
All’umanità di questo terzo millennio, occorre che venga inviato ed effuso lo Spirito di Dio. Occorre chi prega Gesù che effondi lo Spirito Santo su tutta l’umanità. È Lui che può inviare lo Spirito dai quattro venti perché risuscita e vivifica la nostra società. L’invito di Gesù: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” è sempre attuale ed efficace per chi lo accoglie. Questa umanità del terzo millennio crede che solo Gesù può dare lo Spirito di vita? Questa umanità desidera avere questa vita o desidera continuare a vivere nella morte?
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E questo uno dei brani più consolanti, più incoraggianti e più speranzosi del messaggio di Gesù e dell'esempio della sua vita. Si tratta di un invito: l'invito è rivolto a quelli che sono "affaticati e oppressi". Una condizione umana, materiale o spirituale in cui si può trovare qualsiasi uomo, anche quello che si ritiene più libero o il più perfetto. La fatica accompagna l'uomo in tutta la sua vita, e l'oppressione nelle sue mille forme (morale, psicologica, sociale o familiare) non lascia che l'uomo goda del tutto la perenne libertà a cui è stato chiamato. Per questo l'invito di Gesù è indirizzato a tutti gli uomini di tutti i tempi: un invito meraviglioso, il più necessario di tutti. Gesù ci dà il motivo del suo invito: Lui stesso ci ristorerà, ci consolerà e rinfrancherà. E conclude con un imperativo: l'imperativo di imitarlo in quello che è il fondo del Suo cuore, l'espressione della sua persona: la sua mitezza e la sua umiltà.
Gesù si rivolge alle persone che vivono in condizioni di grande afflizione, che sono affaticate e oppresse, come gli stessi Giudei di cui si parla nella lettura tratta dal Libro dell’Esodo, quando erano schiavi in Egitto, sotto il terribile giogo della schiavitù e maltrattati dal Faraone. Erano molto affaticati, ed erano oppressi.
Però, essere affaticato e oppresso non è limitato solamente alla fatica fisica e all’oppressione economica. Anzi, per quanto quello sia un giogo pesante, esiste una fatica molto peggiore, e un’oppressione molto più terribile, che non è limitata ai luoghi con problemi economici.
Sto parlando della fatica e dell’oppressione che vengono dal peso dell’ansia, e della paura, e del senso di colpa, e dalle preoccupazioni, incertezze e dubbi, sentimenti questi che spesso sono legati al peccato.
Il Signore quindi ci suggerisce di riposare in lui, di poggiare la testa tra le sue braccia se siamo stanchi e affaticati, per poter così trovare un po’ di pace, è la stessa immagine che vediamo quando guardiamo un bimbo con la testa ciondoloni che si addormenta fra le braccia della mamma: come in quello del Signore il bimbo è avvolto in un caldo abbraccio.
Però allo stesso tempo il Signore ci chiede di farci carico del nostro giogo: è un po’ un controsenso, ci offre conforto ma poi ci chiede di faticare, di soffrire. Ma il giogo di Gesù è un giogo dolce, e il suo carico è leggero.
Il Suo giogo è dolce, perché è fatto con amore, per adattarsi perfettamente alle nostre spalle. Il carico è leggero, perché Dio non permette che siamo provati oltre le nostre forze, e non permette alcun peso che non è per il nostro bene. Infatti, quando uno viene a Gesù e prende su di sé il suo giogo, Dio opera in modo che tutte le cose cooperano per il bene eterno di quella persona.
Quando uno viene a Gesù, e prende su di sé il giogo di Cristo, quella persona viene liberata dal giogo del peccato, e dal potere delle tenebre.
Quindi, questo brano è un invito, un invito che possiamo rivolgere a tutti coloro che sono lontani da Cristo, sotto la schiavitù del peccato. Venite a Cristo, abbandonate quello che è stata finora la vostra speranza, quello in cui avete posto la vostra fede, ravvedetevi e ponete la vostra fede in Cristo.

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