lunedì 4 luglio 2011

Lunedì della XIV settimana T.O.

Dal libro della Genesi
In quei giorni, Giacobbe partì da Bersabea e si diresse verso Carran. Capitò così in un luogo, dove passò la notte, perché il sole era tramontato; prese là una pietra, se la pose come guanciale e si coricò in quel luogo.
Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato. La tua discendenza sarà innumerevole come la polvere della terra; perciò ti espanderai a occidente e a oriente, a settentrione e a mezzogiorno. E si diranno benedette, in te e nella tua discendenza, tutte le famiglie della terra. Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto».
Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo». Ebbe timore e disse: «Quanto è terribile questo luogo! Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo».
La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse come una stele e versò olio sulla sua sommità. E chiamò quel luogo Betel, mentre prima di allora la città si chiamava Luz.
Giacobbe fece questo voto: «Se Dio sarà con me e mi proteggerà in questo viaggio che sto facendo e mi darà pane da mangiare e vesti per coprirmi, se ritornerò sano e salvo alla casa di mio padre, il Signore sarà il mio Dio. Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio»..
Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Mio Dio, in te confido

Chi abita al riparo dell'Altissimo
passerà la notte all'ombra dell'Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
dalla peste che distrugge.
Ti coprirà con le sue penne,
sotto le sue ali troverai rifugio;
la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell'angoscia io sarò con lui».

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La liturgia di oggi offre tre fatti molto sconcertanti direi. Giacobbe che si mette a dormire all’aperto e prende una pietra per cuscino. Mentre dorme sogna una scala che unisce la terra al cielo e gli angeli che salivano e scendevano su questa scala. Uno dei capi (l’evangelista Matteo non riporta il nome) si prostra davanti a Gesù e chiede di risuscitare la figlia morta con l’imposizione delle mani. La donna che da dodici anni aveva perdite di sangue, crede che toccando semplicemente il mantello di Gesù guarirà.
Sono sconcertanti questi fatti alla sapienza umana, perché nessuno riuscirebbe a dare e a credere il profondo insegnamento contenuto in essi.
L’insegnamento è nella fede del credente. La fede deve portare l'uomo a credere che Dio è presente in ogni luogo, in ogni situazione di vita e di morte dell’uomo, in tutto ciò che Dio ha creato. La fede deve portare a credere che tutto quello che Dio permette nella vita dell’uomo è cosa buona: la malattia, la morte, la disoccupazione, la povertà, e ogni altra prova.
I risultati di questi fatti debbono indurre tutti a credere che Dio può ogni cosa per il bene degli uomini. Dio può guarire da qualsiasi malattia, può dare la vita ai morti, può dare il necessario a tutti, purché ci sia nel cuore di tutti una viva fede in Lui.
Molte volte la fede in Dio non basta, è necessario anche la preghiera, che si fa richiesta esplicita, domanda formale, chiara manifestazione a Dio della propria volontà . Occorre anche che vengano posti degli atti concreti perché dalla fede sgorghi la benedizione di Dio che crea nuovamente la nostra storia quotidiana.
Bisogna prendere esempio da questi fatti per crescere e avere una fede viva. L'uomo, la cui figlia è appena morta, crede che Gesù possa darle nuovamente la vita. Va da Lui e lo prega, gli chiede di recarsi nella casa dove giace la figlioletta morta per imporre le mani su di lei e così la figlia avrebbe ripreso a vivere. Basta che Gesù si accosti, la tocchi e la morte scomparirà  dal corpo della bambina. Di questa fede ha bisogno l’umanità intera.
La donna che ha gravi perdite di sangue ha una fede ancora più forte. La sua è una fede non fatta di parole, ma di fatti. Lei sa che è sufficiente toccare Gesù senza proferire alcuna parola, per ritornare guarita nel proprio corpo. Alla fede che sa c’è il gesto necessario (toccare), perché la vita ritorni a scorrere nel suo corpo.
La nostra fede spesso manca di convincimento, preghiera, certezza nell'esaudimento, compagnia e cammino insieme a Gesù. Questa fede così carente, insipiente, stolta non aiuta a ritrovare la vita. Lascia nella morte e in quello stato miserevole di povertà  fisica, spirituale, morale. Dio è l'Onnipotente. Niente è troppo grande e impossibile a Lui. Tutto Lui può fare per i suoi figli. Chiede però una fede forte, robusta, instancabile, non arrendevole, invincibile, santa, che sa farsi preghiera insistente, opera e gesto concreto perché Dio discenda dal Cielo e venga in nostro soccorso. Se la nostra fede non produce frutti, è segno che essa è un albero secco, ciò che è secco viene tagliato e gettato nel fuoco a bruciare.
Gesù chiede una fede viva, intensa, forte, robusta, vigorosa. Vuole una fede ricolma della sua verità.

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