martedì 5 luglio 2011

Martedì della XIV settimana T.O.

Dal libro della Genesi

In quei giorni, di notte Giacobbe si alzò, prese le due mogli, le due schiave, i suoi undici bambini e passò il guado dello Iabbok. Li prese, fece loro passare il torrente e portò di là anche tutti i suoi averi.
Giacobbe rimase solo e un uomo lottò con lui fino allo spuntare dell'aurora. Vedendo che non riusciva a vincerlo, lo colpì all'articolazione del femore e l'articolazione del femore di Giacobbe si slogò, mentre continuava a lottare con lui.
Quello disse: «Lasciami andare, perché è spuntata l'aurora». Giacobbe rispose: «Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!». Gli domandò: «Come ti chiami?». Rispose: «Giacobbe». Riprese: «Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto!». Giacobbe allora gli chiese: «Svelami il tuo nome». Gli rispose: «Perché mi chiedi il nome?». E qui lo benedisse.
Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuèl: «Davvero - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva».
Spuntava il sole, quando Giacobbe passò Penuèl e zoppicava all'anca. Per questo gli Israeliti, fino ad oggi, non mangiano il nervo sciatico, che è sopra l'articolazione del femore, perché quell'uomo aveva colpito l'articolazione del femore di Giacobbe nel nervo sciatico.
Parola di Dio.

Salmo responsoriale

Nella giustizia, Signore, contemplerò il tuo volto

Ascolta, Signore, la mia giusta causa,
sii attento al mio grido.
Porgi l'orecchio alla mia preghiera:
sulle mie labbra non c'è inganno.

Dal tuo volto venga per me il giudizio,
i tuoi occhi vedano la giustizia.
Saggia il mio cuore, scrutalo nella notte,
provami al fuoco: non troverai malizia.

Io t'invoco poiché tu mi rispondi, o Dio;
tendi a me l'orecchio, ascolta le mie parole,
mostrami i prodigi della tua misericordia,
tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra.

Custodiscimi come pupilla degli occhi
all'ombra delle tue ali nascondimi.
Io nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al risveglio mi sazierò della tua immagine.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI

Il principio “il bene bisogna diffonderlo” non era conosciuto dai farisei o erano fortemente cattivi e malvagi nei confronti di Gesù che operava il bene a beneficio di tutti, specialmente a favore dei più deboli. Questi cercarono di mettere contro Gesù tutta la folla che lo seguiva ed era entusiasta per tutto il bene che compiva.
Per riuscire nel loro intento, i farisei, cercarono di screditare Gesù dicendo che le sue grandi opere di amore erano compiute con l’opera del principe dei diavoli. Così dicendo, stravolgono totalmente la natura di Gesù. Questa è opera veramente diabolica.
Sono loro sotto il dominio del male e servi del principe di questo mondo e invece lo attribuiscono a Gesù. Gesù invece è stato sempre unito al Padre e nel seno del Padre.
Quanto i farisei dicono è falsissima testimonianza, proclamata perché il fine che si sono prefisso, è chiaro: annientare Gesù, renderlo non credibile, allontanare le folle da Lui. Chi ha il peccato nel cuore trasforma la verità  in menzogna, la luce in tenebre, la virtù in vizio, la carità  in interesse. Se si vuole sapere se una persona è schiava del suo peccato, è sufficiente ascoltare i suoi giudizi sui fratelli. Quando le azioni buone vengono giudicate cattive, quando la carità  è detta egoismo, quando la verità  di Dio è proclamata falsità  del mondo, allora è segno che il cuore è sprofondato tutto  nel peccato.
Quante volte l’umanità oggi si lascia andare in tutto e si comporta alla stesso modo dei farisei? Quante volte si sono attribuite a Dio i tanti mali che affliggono l’umanità oggi? Quante volte  si è attribuito a Dio la morte di tanti bambini a causa della fame?
Non può essere così, Dio sommo bene non può volere il male. Una sorgente può mai far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? Può forse l’albero di fichi produrre pere? Una vite produrre fichi? Così una sorgente salata non può produrre acqua dolce. I farisei hanno il cuore nell'inferno dell'odio contro Cristo Gesù!

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