giovedì 20 ottobre 2011

Giovedì della XXIX settimana T.O.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, parlo un linguaggio umano a causa della vostra debolezza. Come infatti avete messo le vostre membra a servizio dell'impurità e dell'iniquità, per l'iniquità, così ora mettete le vostre membra a servizio della giustizia, per la santificazione.
Quando infatti eravate schiavi del peccato, eravate liberi nei riguardi della giustizia. Ma quale frutto raccoglievate allora da cose di cui ora vi vergognate? Il loro traguardo infatti è la morte.
Ora invece, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, raccogliete il frutto per la vostra santificazione e come traguardo avete la vita eterna. Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 1)

Beato l'uomo che confida nel Signore.

Beato l'uomo che non entra nel consiglio dei malvagi,
non resta nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli arroganti,
ma nella legge del Signore trova la sua gioia,
la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che dà frutto a suo tempo:
le sue foglie non appassiscono
e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi,
ma come pula che il vento disperde;
poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti,
mentre la via dei malvagi va in rovina.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
San Paolo continua il discorso sull’importanza di essere sotto l’influsso della grazia e non sotto quello del peccato. Con il brano di questa liturgia, l’Apostolo suggerisce anche da che tipo di peccato bisogna astenersi, in modo particolare: dall’impurità e dall’iniquità. Dominando l’impurità si cammina speditamente sulla via della santificazione.
L’impurità è il peccato che solo con il fuoco che Gesù è venuto a portare sulla terra può essere vinto. Il fuoco di cui fa riferimento Gesù è il fuoco della Spirito Santo. Lo Spirito Santo brucia ogni tipo di male che c’è nel cuore dell’uomo e lo purifica totalmente.
Il fuoco dello Spirito Santo provoca anche contrasti che possono sembrare scandalosi agli occhi del profano spirituale. Infatti dice: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione”.
Gesù, con queste parole, vuole ricordare a tutti che essere cristiani non è un quieto vivere all'ombra di un Dio paternalista e pacifista. Tutt'altro! Seguire Cristo vuol dire impegnarsi per la causa del suo regno che è già in mezzo a noi. Un regno che si va costruendo giorno dopo giorno, con dolore e fatica.
Vivere da cristiani vuol dire uscire allo scoperto, correre il pericolo di fare scelte contro corrente di fronte al lassismo  e il relativismo imperanti. Questo è il significato del fuoco che Gesù è venuto a portare.
Preghiamo Gesù con queste parole: Signore Gesù, tu non ci hai dato uno spirito di timidezza, ma uno Spirito di forza! Lo spirito di quella forza necessaria per cambiare il mondo.

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