venerdì 21 ottobre 2011

Venerdì della XXIX settimana T.O.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra.
Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 118)

Insegnami, Signore, i tuoi decreti.

Insegnami il gusto del bene e la conoscenza,
perché ho fiducia nei tuoi comandi.
Tu sei buono e fai il bene:
insegnami i tuoi decreti.

Il tuo amore sia la mia consolazione,
secondo la promessa fatta al tuo servo.
Venga a me la tua misericordia e io avrò vita,
perché la tua legge è la mia delizia.

Mai dimenticherò i tuoi precetti,
perché con essi tu mi fai vivere.
Io sono tuo: salvami,
perché ho ricercato i tuoi precetti.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: "Arriva la pioggia", e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: "Farà caldo", e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo».
Parola del Signore.
 RIFLESSIONI

Nel vangelo di oggi troviamo un Gesù amareggiato, dispiaciuto di fronte a uomini capaci di leggere i segni terreni ma incapaci di stupirsi di fronte al mistero di Gesù, lì vivo e presente davanti ai loro occhi. Forse anche al giorno d’oggi è cosi, siamo sempre più bravi a capire e spiegare, e sempre meno abituati a rivolgersi con fiducia e speranza a Gesù.
Cristo si scontra con la cecità. Gli uomini sanno che il vento del mare porta la pioggia ed il vento del deserto il caldo ma non sanno riconoscere che il regno di Dio è vicino e per questo egli inizia l’insegnamento circa l'urgenza della conversione.
L'esperienza insegna a leggere e discernere i segni del cielo per prevedere come sarà il tempo meteorologico e la lettura di questi segni consente previsioni esatte. E' grave però che le parole e le opere di Gesù, il loro incontro salvifico con la condizione umana e la conferma che di tutto questo viene dalle Scritture profetiche, non ci rendano capaci di cogliere la presenza dei tempi nuovi e ultimi della storia.
Per uscire da questa cecità, da questa incapacità di riconoscere i segni, bisogna riconoscere la volontà di Dio e farla. E con la seconda parte del brano del vangelo indirettamente ci mostra ciò che è al centro dalla volontà di Dio: riconciliarci con gli altri nel nostro cammino.
Il perdono ci fa entrare nell'evidenza di Gesù e rifiutare la riconciliazione è come chiudere la porta del regno di Dio.

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