sabato 15 ottobre 2011

Sabato della XXVIII settimana T.O. - SANTA TERESA D'AVILA

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, non in virtù della Legge fu data ad Abramo, o alla sua discendenza, la promessa di diventare erede del mondo, ma in virtù della giustizia che viene dalla fede.
Eredi dunque si diventa in virtù della fede, perché sia secondo la grazia, e in tal modo la promessa sia sicura per tutta la discendenza: non soltanto per quella che deriva dalla Legge, ma anche per quella che deriva dalla fede di Abramo, il quale è padre di tutti noi - come sta scritto: «Ti ho costituito padre di molti popoli» - davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all'esistenza le cose che non esistono.
Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: «Così sarà la tua discendenza».
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 104)

Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell'alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

Così si è ricordato della sua parola santa,
data ad Abramo suo servo.
Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato.
Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». 
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La ricorrenza di oggi: la memoria di Santa Teresa d’Avila porta a considerare come Teresa si è immedesimata nella parola del Signore e come la parola del Signore si è incarnata in Teresa. La Parola è diventata sostanza di vita dell’anima per Teresa.
Conoscendo un po’ la vita della santa si può vedere come il contenuto della lettera di San Paolo ai Romani si è realizzata pienamente nella vita di Santa Teresa. Ha avuto una fede incrollabile in Gesù Cristo in ogni istante e in ogni situazione della sua vita. Per questa fede non esitò a prendere iniziative nella riforma delle Carmelitane. Fondò in molti posti “carmeli” per i chiamati ad una vita austera per la santificazione delle anime.
Santa Teresa imitò nella fede Abramo, che sperò contro ogni speranza. Per questa  fede divenne padre di una numerosissima discendenza. La santa in virtù della sua immensa fede in Dio è diventata modello di santità per molte anime.
La grande fede della santa la portò ad una intimità tale con Gesù da non sentirsi mai appagata. Ha testimoniato sempre Cristo in ogni circostanza della sua vita. Segno questo che Teresa è stata sempre aperta di cuore all’opera dello Spirito Santo. Non si è lasciata solo illuminare, è stata anche docile all’azione dello Spirito Santo nella sua anima tanto da raggiungere un grandissimo grado di santità.
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Gesù, continuando le sue catechesi ai discepoli di allora e a noi discepoli di oggi, ci chiede di rimanere fedeli a lui e al Padre perché solo coloro che non si tireranno indietro quando dovranno testimoniare il suo nome di fronte al mondo, saranno riconosciuti come eletti nel giorno del giudizio finale.
E' la fedeltà incondizionata a Cristo il segno che ci distinguerà, è la sequela sulla via dell'amore che ci renderà degni di essere annoverati come suoi discepoli di fronte agli angeli di Dio e non dovremo temere niente, nemmeno davanti ad un tribunale, perché sarà sempre lo Spirito Santo ad indicarci cosa fare e suggerirci cosa dire.
E poiché lo Spirito Santo è la manifestazione dell'Amore che unisce Padre e Figlio, il peccato commesso contro lo Spirito Santo non potrà mai essere perdonato perché nega l'essenza stessa di Dio, la sua realtà di misericordia e donazione. Ignorare le vie del Signore e il piano divino di salvezza, allontanare consapevolmente Cristo dalla nostra vita è il peccato contro lo Spirito Santo.
Riconoscere la propria appartenenza a Cristo davanti agli uomini è il segno del proprio cristianesimo. Il nome di "cristiano" contiene già in sé il nome di "Cristo". Il cristiano è l'"unto", il consacrato a Cristo e ciò si realizza col battesimo e con la cresima, che sanciscono l'appartenenza a Cristo. Senza amore il cristianesimo è come svuotato, diviene esteriorità inutile e sterile. E’ sempre questo Spirito che ci dà le parole umane, ci permette di comunicare con tutta la nostra vita un amore che non finisce e ci difende davanti al pericolo di perderci davanti ad un mondo violento e disumano. Non rinunciamo, quindi, a una fede vissuta, per salvaguardare interessi di scarsa importanza e passeggeri; dopo aver ricevuto l'illuminazione dello Spirito Santo non cadiamo nell’errore di rinnegarlo in un secondo momento: sarebbe un peccato imperdonabile, non perché Dio neghi il perdono, ma perché chi lo commette difficilmente ritrova la disponibilità a rimettersi su un cammino di conversione.

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