lunedì 31 ottobre 2011

Lunedì della XXXI settimana T.O.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch'essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch'essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!
O profondità della ricchezza, della sapienza e della conoscenza di Dio! Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo tanto da riceverne il contraccambio?
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.
Parola di Dio.

Salmo responsoriale (Dal Salmo 68)

Nella tua grande bontà, rispondimi, Signore.

Io sono povero e sofferente:
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento.

Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.

Perché Dio salverà Sion,
ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne riavranno il possesso.
La stirpe dei suoi servi ne sarà erede
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse poi al capo dei farisei che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Il brano di oggi del vangelo è il seguito di quello di pochi giorni fa, quello in cui Gesù si trovava a pranzo in casa di un capo dei farisei e sgridava con parole forti quelli che cercavano di prendere posto il più possibile vicino a lui, con il solo scopo di primeggiare, di essere onorati, di essere in vista, invidiati dagli altri.
Oggi Gesù si rivolge con disinvoltura, perfettamente a proprio agio, al fariseo che lo ospita rompendo da subito gli schemi; infatti di solito quando si viene invitati si è in una posizione subordinata vista la condizione di ospite. Invece per Gesù non è così, è libero da questi schemi mentali tipici dell’ “umanità” ed è con questa libertà che può portare a tutti la sua Parola partendo dalla persona e non dai suoi beni e riproporre il suo grande comandamento: ama il prossimo tuo come te stesso.
Infatti dice al padrone di casa che, quando decide di offrire un pranzo, la cosa più amorevole da fare è quella di invitare coloro che non possono ricambiare: poveri, ciechi, storpi, emarginati; sono questi il nostro prossimo, coloro verso cui rendersi utili e misericordiosi.
E' troppo facile invitare chi poi ci ricambierà: se chi invita lo fa con questo pensiero l’invito manca di gratuità, è come fare un regalo sapendo che l’altra persona ricambierà; questo è un pensiero umano e con secondi fini, quindi non è un vero “atto d’amore”, piuttosto un atto egoistico, mentre il vero figlio di Dio dona senza cercare niente in cambio, aspettando solo di essere ricompensato da Dio.
Tutti ci riconosciamo in questo brano, perché tutti ci comportiamo come ha detto Gesù: doniamo a chi ci dona, invitiamo chi ci invita, salutiamo chi ci saluta, cerchiamo sempre di rimanere nella cerchia delle persone che ci contraccambiano, che ci stanno simpatiche, con cui possiamo sentirci alla pari.
Seguire il vangelo significa comportarci in modo nuovo e contrario alle leggi del mondo, significa fare cose totalmente diverse come amare coloro che non conosciamo, invitare nella nostra casa il povero all'angolo della strada, l'immigrato che non sa dove dormire, l'extracomunitario che si sente solo e spaesato.
Questo è il messaggio di Gesù, questo è l'amore misericordioso che ci ha trasmesso e che ci chiede di praticare.

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