sabato 2 aprile 2011

III SETTIMANA DI QUARESIMA (Sabato)

Dal libro del profeta Osèa

«Venite, ritorniamo al Signore:
egli ci ha straziato ed egli ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci ridarà la vita
e il terzo ci farà rialzare,
e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore,
la sua venuta è sicura come l’aurora.
Verrà a noi come la pioggia d’autunno,
come la pioggia di primavera che feconda la terra».
Che dovrò fare per te, Èfraim,
che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino,
come la rugiada che all’alba svanisce.
Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti,
li ho uccisi con le parole della mia bocca
e il mio giudizio sorge come la luce:
poiché voglio l’amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocàusti.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Voglio l’amore e non il sacrificio.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

Nella tua bontà fa’ grazia a Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici legittimi,
l’olocàusto e l’intera oblazione.

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore

RIFLESSIONI
La lettura del profeta Osea, sembra fare vedere Gesù che prende per mano tutti quelli che la leggono, e li invita a seguirlo per portali davanti al Padre Celeste e farli riconciliare. Non aver paura del male commesso, anche se enorme e immenso. Il Padre è buono e misericordioso, perdona ogni colpa dei suoi figli, permette nuovamente di essere alla sua presenza e continuare a godere del suo amore di Padre.
Sono parole veramente incoraggianti quelle rivolte agli auomini da Dio, mediante il profeta Osea. Ricambiamo l'amore che dona il Padre con tutto l'amore che sa esprimere il nostro cuore. Il Signore Dio non chiede sacrifici per riparare al male fatto con i peccati, ma solo amore e vero amore.
Dicendo "vero amore", intendo dire: "dare al Signore un amore sincero che parte dal profondo del cuore. Un cuore che crede veramente che Dio ha perdonato tutti i peccati commessi, per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo!
Capita spesso, anzi sempre, che dopo un peccato commesso, si entra nella convinzione che Dio non perdona il peccato o perchè si è recidivo o perchè il peccato commesso è troppo grande. 
Questa è la catechesi che fa il diavolo, perchè nell'odio infinito che lui ha verso Dio, vuole indurre tutti a credere che Dio non perdona nessuno.
A questa tentazione del diavolo rispondiamo con la preghiera del salmo responsoriale e diciamo con sincerità: abbi pietà di me, ... nella tua grande e infinita misericordia cancella il mio peccato. Purificami dal mio peccato e lavami da ogni mia colpa. ... e così di seguito con il salmista.
E' buono sapere che il libro dei salmi (fa parte dell'Antico Testamento) è stato il libro di preghiera del popolo d'Israele (il popolo scelto da Dio). Anche Gesù ha pregato con i salmi.
Sull'esempio di tanti uomini saggi e sull'esempio della Sapienza Divina, incarnata in Gesù Cristo, facciamo nostro il libro dei salmi e preghiamo con i essi. I salmi creano la verità nel cuore dell'uomo se ne fa buon uso.
Meditiamo la parabola del vangelo, conosciuta come la parabola del fariseo.
«Gesù disse ancora questa parabola: ... Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano».
I due protagonisti si contrappongono nettamente offrendoci l'uno un cattivo esempio di umana presunzione l’altro una bella testimonianza di preghiera autentica. Il fariseo infatti fa vanto delle sue azioni e, pur ringraziando Dio, le attribuisce a se stesso. La sua, più che una preghiera, è un soliloquio di auto gratificazione. Con un giudizio assolutamente personale, si ritiene migliore degli altri uomini, migliore anche del pubblicano, che guarda con sufficienza e disprezzo.
Il fariseo, si identifica in coloro che sanno tutto e osservano tutto, il pubblicano, invece si identifica in colui che pecca e ha bisogno di aiuto.
Il fariseo, dopo la sua preghiera di auto elogio, se ne torna a casa pieno di superbia e di orgoglio; il pubblicano, ripetendo col cuore: Signore abbi pietà di me peccatore, torna a casa giustificato e perdonato da Dio.  
E così l’umiltà viene premiata: essere umili significa riconoscere ciò che siamo, riconoscere con gratitudine i doni che Dio ci elargisce, riconoscere nella sua verità sia il bene di cui siamo capaci, sia il male di cui siamo responsabili.
"CHI SI ESALTA SARA' UMILIATO, CHI SI UMILIA SARA' ESALTATO"

Nessun commento:

Posta un commento