mercoledì 6 aprile 2011

IV SETTIMANA DI QUARESIMA (Mercoledì)

Dal libro del profeta Isaìa
Così dice il Signore:
«Al tempo della benevolenza ti ho risposto,
nel giorno della salvezza ti ho aiutato.
Ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo,
per far risorgere la terra,
per farti rioccupare l’eredità devastata,
per dire ai prigionieri: “Uscite”,
e a quelli che sono nelle tenebre: “Venite fuori”.
Essi pascoleranno lungo tutte le strade,
e su ogni altura troveranno pascoli.
Non avranno né fame né sete
e non li colpirà né l’arsura né il sole,
perché colui che ha misericordia di loro li guiderà,
li condurrà alle sorgenti d’acqua.
Io trasformerò i miei monti in strade
e le mie vie saranno elevate.
Ecco, questi vengono da lontano,
ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente
e altri dalla regione di Sinìm».
Giubilate, o cieli,
rallégrati, o terra,
gridate di gioia, o monti,
perché il Signore consola il suo popolo
e ha misericordia dei suoi poveri.
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Misericordioso e pietoso è il Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.  

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.
Parola del Signore
RIFLESSIONI

   Ogni giorno leggendo e meditando la parola di Dio sperimento sempre di più il suo amore per l'uomo e questo amore lo scopro sempre più profondo. L'approccio che Il Signore ha per l'uomo parte sempre dall'atteggiamento di un Padre buono che rincuora il figlio che è caduto in fallo. Come si può dire che non è amore paterno e materno, leggendo le parole del profeta: «Al tempo della benevolenza ti ho risposto, nel giorno della salvezza ti ho aiutato. Ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo, per dire ai prigionieri: “Uscite”, e a quelli che sono nelle tenebre: “Venite fuori”».
   Sempre il brano del profeta Isaia ci fa vedere l’aspetto “materno” di Dio che si fa annuncio di salvezza ad Israele, schiavo in Babilonia; così come oggi si fa annuncio di salvezza a noi, schiavi del peccato. Questo che viviamo è infatti, anche per noi, "il tempo della misericordia", il tempo in cui Dio ci esaudisce, soccorre, consola, nel vincolo di un'alleanza che continuamente ci trae dalle tenebre.
   Anche nelle situazioni più difficili la tenerezza di Dio, come l'abbraccio di una madre, ci avvolge, ci scalda e ci rassicura, se ci affidiamo a Lui. E questo viene confermato anche dalle parole del salmista che ci dice: «Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature».
   Nel vangelo di Giovanni, Gesù proclama la sua infinita misericordia verso l'umanità intera. Egli, luce che illumina ogni uomo, è venuto fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto, anzi proprio i Giudei sono quelli che lo contestano maggiormente e che presto lo condanneranno a morte scegliendo di far liberare Barabba. 
   Dare la vita è la parte essenziale della missione di Cristo, ma risuscitare i morti è il compito affidatogli dal Padre. Tutti i segni che egli va operando mirano a suscitare la fede nel Figlio di Dio, padrone dalla vita e fonte di una vita nuova.
   E nello spiegare ciò Egli presenta il rapporto di comunione che lo lega al Padre: comincia affermando che quel che l'uno opera, opera anche l'altro, e termina dicendo che quel che l'uno vuole, vuole anche l'altro, in una perfetta unione di operare e di volere. E' evidente, in quanto dice Cristo, quanto è contenuto anche nel Padre nostro, infatti il brano di oggi ne cita implicitamente un versetto: "Non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato", che equivale al verso della preghiera al Padre "Sia fatta la tua volontà".
   Ebbene, che significa "fare la volontà del Padre"? Con che cuore pronunciare quelle parole? Non certo nel modo in cui le pronuncerebbe uno schiavo o un soldato; no, ma nel modo in cui le pronuncerebbe un innamorato! Quando ci si innamora, è spontaneo desiderare quel che l'amato desidera: quel che fino ad allora mi era spiacevole, per amor suo ora mi diventa piacevole. Ecco, l'unità di volere è possibile solo quando si è innamorati e Dio ci chiama all'amore.
   L'amore di Dio lo possiamo avere solo attraverso Gesù, figlio unico del Padre celeste, che ha ubbidito al Padre, si è incarnato nel seno purissimo delle Vergine Maria, è venuto in questo mondo per insegnarci a fare la volontà del Padre.
   Come il Figlio fa solo quello che vede fare dal Padre, così l'uomo per fare la volontà del Padre, deve fare solo quello che fa Gesù. Così facendo l'uomo avrà la vita eterna.
   Gesù ha detto: siate miei imitatori come io lo sono del Padre Celeste.


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