giovedì 14 aprile 2011

V SETTIMANA DI QUARESIMA (Giovedì)

Dal libro della Gènesi
In quei giorni Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui:
«Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te:
diventerai padre di una moltitudine di nazioni.
Non ti chiamerai più Abram,
ma ti chiamerai Abramo,
perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò.
E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio».
Disse Dio ad Abramo: «Da parte tua devi osservare la mia alleanza, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione».
Parola di Dio

Salmo responsoriale

Il Signore si è sempre ricordato della sua alleanza.

Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.  

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».
Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».
Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità,in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
 
Le letture di oggi ci presentano un altro valore che è molto importante sia nella vita spirituale che in quella quotidiana: la fedeltà.
Prima di tutto, la fedeltà di Abramo, il quale si affida pienamente nelle mani del Signore e al grande progetto che Egli ha in mente per lui, proprio perché ha capito che su Abramo potrà sempre fare affidamento: ricorderete che Abramo era stato addirittura disposto a sacrificare l’unico suo figlio a causa della sua fedeltà al Signore!
La fedeltà di Dio all’alleanza stretta con Abramo, al quale promette di renderlo padre di nazioni e di re, e dargli il possesso della terra di Canaan: tutte promesse mantenute in pieno, di generazione in generazione, chiedendo in cambio solo fedeltà ai suoi comandi, di non adorare altri dèi.
E qui ci si riallaccia al discorso già fatto ieri: anche questa lettura ci invita quindi a rimanere fedeli alla parola di Dio, per distinguere, nella sua luce, il bene dal male e, di conseguenza, avere la capacità di resistere alle tentazioni, di restare fedeli a Dio, al marito, alla moglie, agli amici ai nostri affetti, senza cadere nel peccato d'infedeltà.
E quando Gesù dice ai Giudei: «Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno» viene accusato di essere indemoniato e blasfemo, perché secondo loro con tale affermazione intende definirsi più grande di Abramo e dei profeti, che erano invece morti.
E qui anche Gesù dà un posto di rilievo alla fedeltà «Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò».
Sì, Abramo si rallegrò quando nacque Isacco – perché nella nascita di suo figlio previde la discendenza dalla quale sarebbe nato il Cristo – e si rallegrò, «sperando contro ogni speranza», quando riuscì a fidarsi totalmente di Dio anche quando Egli gli chiese di sacrificargli il suo unico figlio. Abramo restò fermo nella fiducia: Dio avrebbe trovato il modo di realizzare il sacrificio senza che esso comportasse la morte di Isacco.
E Isacco scese vivo dal monte: prefigurazione del Cristo risorto. Abramo vide il giorno di Gesù, come Isaia vide la sua gloria e Mosè scrisse di lui: tutto l'Antico Testamento è in funzione dell’avvento del Messia, è in funzione di Gesù. 
Allo stesso modo anche noi dobbiamo rallegrarci nella fede che sta nel fidarci totalmente di chi può vincere la forza della morte con la forza della propria identità divina: l'«IO SONO», quel nome che si fece voce nel roveto ardente.

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Come sacerdote vocazionista - la mia congregazione è Società Divine Vocazioni, il cui fondatore è il Venerabile Giustino della SS. Trinità, che sarà proclamato Beato il prossimo 7 Maggio - sento di dire che la parola di Dio di questo giorno, si è realizzata nella sua pienezza nella vita di questo sacerdote, prossimo beato.
   Il Signore Gesù fece con Don Giustino un'Alleanza e, mediante don Giustino, ha voluta trasmettere questa Alleanza alle generazioni future di Pianura e del mondo intero.
   L'Alleanza che il Signore fece con Don Giustino è la stessa che fece con Abramo: "Ti renderò molto, molto fecondo; ... Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, ...  La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio».
   Questa Alleanza il Venerabile l'ha realizzata in sè, e la Chiesa sta per confermarlo proclamandolo Beato. Ha ricevuto per sempre il possesso della terra "di Canaan" (il paradiso), la visione beatifica di Dio. Noi vocazionisti e vocazioniste, dobbiamo trasmettere la stessa Alleanza a tutti i fedeli in mezzo ai quali lavoriamo. L'Alleanza deve consistere nell'osservanza dei comandamenti, nell'ascoltore e mettere in pratica la Parola di Dio.
   Così vivendo, Lui sarà il nostro Dio, noi il suo popolo con diritto di contemplarlo per sempre nella pace del paradiso.
  
  

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