mercoledì 13 aprile 2011

V SETTIMANA DI QUARESIMA (Mercoledì)

Dal libro del profeta Daniele
In quei giorni il re Nabucodònosor disse: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d’oro che io ho fatto erigere? Ora se voi, quando udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell’arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, sarete pronti a prostrarvi e adorare la statua che io ho fatto, bene; altrimenti, in quel medesimo istante, sarete gettati in mezzo a una fornace di fuoco ardente. Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?».
Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai eretto».
Allora Nabucodònosor fu pieno d’ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i più forti del suo esercito, comandò di legare Sadrac, Mesac e Abdènego e gettarli nella fornace di fuoco ardente.
I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. La fiamma si alzava quarantanove cùbiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldèi che si trovavano vicino alla fornace. Ma l’angelo del Signore, che era sceso con Azarìa e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro la fiamma del fuoco della fornace e rese l’interno della fornace come se vi soffiasse dentro un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.
Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero. Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell’aspetto a un figlio di dèi».
Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all’infuori del loro Dio».
Parola di Dio

Salmo responsoriale
A te la lode e la gloria nei secoli.

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
Benedetto il tuo nome glorioso e santo.

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso,
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini,
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che gli avevano creduto: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». Gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro».
Gli risposero allora: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!». Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI

Nel leggere il brano tratto dal libro di Daniele la prima cosa che salta subito all’occhio è la fede assoluta in Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, che alla minaccia del re di essere buttati in una fornace ardente e alla sua provocazione «Quale dio vi potrà liberare dalla mia mano?» hanno l’unica reazione e danno l’unica risposta che il Signore si aspettava da loro per poterli poi ricompensare realizzando quanto da loro affermato: «Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace di fuoco ardente e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non serviremo mai i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai eretto».
Ed è questa la risposta che il Signore si aspetta anche da noi in ogni momento: di essere liberi e non schiavi di altri dèi quali il denaro, il successo, l’ambizione, il lavoro, il sesso, il fumo, la droga e tutte le altre manie che ci rendono schiavi e dipendenti da quell'idolo a cui ci prostriamo.
Vivere da persone veramente liberi è una delle più forti aspirazioni del cuore umano. E che cos'è la libertà?
La forma di libertà che meglio conosciamo è quella che consente di poter fare tutto ciò che si vuole, senza ledere la libertà altrui e che dà la possibilità di godere di una serie di diritti, nel rispetto dei diritti altrui (quindi osservando al contempo una serie di doveri). Questa forma di libertà è senz'altro necessaria ma non è sufficiente a realizzare quella pienezza di vita promessa dall'ideale di libertà sognato dagli uomini di tutti i tempi.
Ed è Gesù che ci propone quella forma di libertà all'altezza dei desideri profondi dell'uomo: la libertà proposta da Gesù non è un "fare di testa propria", un "farsi da sé"; al contrario, è fondata sull'obbedienza ad una parola che non è nostra, ma Sua. La libertà proposta da Gesù non è fondata sull'arbitrio personale, su "quel che pare a me", ma su una verità oggettiva e assoluta; è la verità, non il libero arbitrio, a farmi libero.
Alla luce di quanto detto, quindi, qual è la strada per diventare veramente liberi? E' quella anzitutto di perseverare, giorno dopo giorno, nell'ascolto della Parola di Dio che ci fa percorrere la via del Signore Gesù. Rimanere fedeli alla Parola vuol dire che chi vive la Parola di Gesù lo conosce sempre di più come la Verità in persona e, nella sua luce, riusciamo a discernere dentro la nostra esistenza, quello che è bene e quello che è male e ad operare il bene e a tenerci fuori dal male: questo è diventare liberi!
Ma quali sono questa "parola" e questa "verità" che ci fanno liberi? Sono il silenzio di Gesù di fronte a Pilato, la verità emersa da quel processo che fra pochi giorni si ripeterà ancora una volta per noi: l'amore di un Dio che dà la vita per noi, ecco la parola e la verità che ci rendono liberi!

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