mercoledì 27 aprile 2011

Mercoledì in Albis

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del pomeriggio.
Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta Bella, per chiedere l’elemosina a coloro che entravano nel tempio. Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, li pregava per avere un’elemosina.
Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse a guardarli, sperando di ricevere da loro qualche cosa. Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò.
Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.
Tutto il popolo lo vide camminare e lodare Dio e riconoscevano che era colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta Bella del tempio, e furono ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.

Parola di Dio

Salmo responsoriale

Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.


+ Dal Vangelo secondo Luca

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana], due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto.
Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».
Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Parola del Signore

RIFLESSIONI

Nella liturgia della parola di oggi, abbiamo un doppio insegnamento.
Dalla prima lettura riceviamo l'insegnamento che senza Gesù non possiamo fare niente. Dal brano del Vangelo invece ci viene quest'altro insegnamento: sulle vie del mondo non è possibile camminare da soli.
Pietro allo storpio seduto alla porta del tempio a chiedere l'elemosina dice: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la mano destra e lo sollevò.
Lo storpio aveva bisogno di tutto perché la condizione della malattia non gli permetteva di fare niente per se stesso, aveva bisogno dell'aiuto degli altri per poter vivere.
Pietro, formato alla scuola di Gesù, illuminato dallo Spirito Santo, comprese di cosa aveva bisogno il paralitico, aveva bisogno di Gesù. Solo Gesù gli poteva dare la cosa migliore per lui: la guarigione fisica e spirituale. Ecco perché Pietro disse:  «... nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo storpio si alzò guarito dalla sua malattia. Comprese che una cosa straordinaria era avvenuta in lui e incominciò a camminare. Entrò nel tempio e incominciò a lodare Dio.
Nel brano del vangelo sperimentiamo il primo giorno della vita gloriosa di Gesù sulla Terra che, anche da risorto, si fa pellegrino e viandante che viene ad incrociare le strade dei discepoli scoraggiati e sfiduciati. Talmente sfiduciati che non alzano nemmeno lo sguardo, e così non lo riconoscono.
Ma se ci soffermiamo ci rendiamo conto anche che Gesù celebra la prima liturgia in assoluto: infatti ci sono i fedeli (i discepoli di Emmaus), la spiegazione delle Scritture fatta dal Signore Gesù in persona, lo spezzare del pane, la benedizione e il cuore ardente dei due discepoli alla fine della liturgia. 
L'insegnamento di questo brano del vangelo è di grande attualità per l'umanità di oggi! Tutti crediamo di non essere soli in quanto siamo circondati da tanta gente, invece nel nostro intimo regna la più grande solitudine.
Siamo presi da tanti problemi, da tante situazioni che distraggono la nostra attenzione dal vero compagno della nostra vita: Gesù.
Molte volte questo Gesù ha camminato e cammina anche ora affianco a noi e noi non lo riconosciamo, gli parliamo pure, gli confidiamo anche i nostri problemi più segreti e non ci accorgiamo che è Gesù. Viviamo la stessa situazione dei due discepoli sulla via di Emmaus.
Se ci pensiamo bene, quante volte l'abbiamo incontrato, ma solo dopo l'abbiamo riconosciuto. Quanti luoghi dell'incontro che ognuno potrebbe citare, dove Lui ha attraversato la nostra vita, ha incrociato i nostri passi e ci ha rivelato il senso del nostro andare e del nostro cercare, dandoci nuovo coraggio per riprendere il cammino. E ogni giorno c'è un luogo dell'incontro dove lui ci aspetta per rivelarci il suo progetto e rinnovare i prodigi del suo Amore per ognuno di noi. Sta a noi riconoscerlo e scoprire la fiamma che lui aveva già acceso nel nostro cuore.
E non pretendiamo di riconoscerlo e avvertire la sua presenza solo quando Egli opera cose potenti: impariamo a riconoscerlo principalmente nelle cose semplici della vita.

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