sabato 30 aprile 2011

Sabato in Albis

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, i capi, gli anziani e gli scribi, vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù. Vedendo poi in piedi, vicino a loro, l’uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa replicare.
Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che cosa dobbiamo fare a questi uomini? Un segno evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché non si divulghi maggiormente tra il popolo, proibiamo loro con minacce di parlare ancora ad alcuno in quel nome».
Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto dinanzi a Dio obbedire a voi invece che a Dio, giudicatelo voi. Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato».
Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando in che modo poterli punire, li lasciarono andare a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l’accaduto.
Parola di Dio

Salmo responsoriale

Ti rendo grazie, Signore, perché mi hai risposto.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti:
la destra del Signore ha fatto prodezze.

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

Apritemi le porte della giustizia:
vi entrerò per ringraziare il Signore.
È questa la porta del Signore:
per essa entrano i giusti.
Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.

+ Dal Vangelo secondo Marco
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».
Parola del Signore
RIFLESSIONI

Pietro e Giovanni sono i protagonisti dell'episodio propostoci dalla prima lettura odierna. La loro franchezza sconcerta i sacerdoti e gli anziani che li hanno convocati a giudizio. I due discepoli di Gesù sono persone semplici, illetterate e al momento della cattura e della morte di Gesù non hanno dimostrato molto coraggio. E adesso, nel sinedrio, non appaiono per nulla intimiditi, anzi parlano apertamente del Signore, nonostante il palese disappunto dei capi. Anzi all'ingiunzione di non parlare più di Gesù, rispondono: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato».
Quando si è veramente incontrato Cristo Risorto, quando ci si è lasciati coinvolgere in questa esperienza fino ad assumere sul serio la propria realtà spirituale, in noi si fa strada una nuova identità, che spontaneamente si riflette intorno a noi. E sarà proprio il nostro stesso modo di essere e di rapportarci a convincere chi ci sta intorno che la resurrezione è una realtà possibile. Mentre, non è possibile tacere quello che abbiamo visto e ascoltato, anche se non è facile, proprio come per i primi seguaci di Gesù. Ma il Risorto infonde anche in noi franchezza e coraggio.
Se la nostra vita è davvero percorsa da questo soffio di novità che ci fa essere pienamente inseriti nel mondo, ma con il cuore del Redentore, e se lo Spirito Santo ci pervade, allora la novità che la resurrezione ha immesso nella nostra vita, si manifesterà nelle nostre scelte, nelle nostre parole, in tutto il nostro essere.
L'evangelista Marco, invece fa, in effetti, un riassunto, anche molto concentrato, delle letture del Vangelo dei giorni precedenti, affermando che tanto alla testimonianza di Maria Maddalena quanto a quella dei discepoli di Emmaus, gli apostoli “non vollero credere” e rafforza l'importanza di questo dato ripetendolo due volte.
Si tratta di una resistenza alla fede che a volte si annida anche in noi. Siamo fatti per la gioia, tuttavia la tentazione è spesso quella di chiuderci nelle nostre tristezze, travolti dal "qui e ora" delle preoccupazioni del momento non pienamente investite da quel motivo forte di gioia che è la fede in Gesù Risorto. Il cuore intristisce e non sa più amare proprio quando resta arroccato "all'ego" invece di lanciarsi con fede e abbandono in Gesù Crocifisso e Risorto.
Liberiamoci da preoccupazioni e tristezze. Distacchiamoci da esse e cerchiamo la gioia, sia pregando durante il giorno con l'espressione salmica: "Sei Tu il mio Signore, gioia piena alla tua presenza", che consolando qualcuno che ha bisogno del nostro buon umore, del noatro sorriso, del nostro  conforto.

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