martedì 12 aprile 2011

V SETTIMANA DI QUARESIMA (Martedì)

Dal libro dei Numeri
In quei giorni, gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero».
Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti».
Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita».
Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.
Parola di Dio

Salmo responsoriale

Signore, ascolta la mia preghiera.

Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido di aiuto.
Non nascondermi il tuo volto
nel giorno in cui sono nell’angoscia.
Tendi verso di me l’orecchio,
quando t’invoco, presto, rispondimi!

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
«Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte».

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?».
E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre.
Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Parola del Signore.

RIFLESSIONI

   La prima lettura, dal libro dei Numeri, rispecchia in pieno la vita dell'uomo che vuole condurre e gestire la vita secondo il suo modo di vedere e quando non ci riesce si ribella a Dio. Non accetta la parola del Signore che dice: I vostri pensieri non sono i miei pensieri, le vostre vie non sono le mie vie, i vostri progetti non sono i miei progetti.
   L'uomo si ostina a seguire le sue idee e a cercare di realizzare i suoi progetti perchè crede che così facendo fa cose buone, poi deve sperimentare di non riuscire a realizzare niente e si ribella. Non accetta che sia il Signore a dirigere la sua vita per il bene stesso dell'uomo.
   Nelle difficoltà che incontra, negli ostacoli che trova non vede l'aiuto che il Signore gli dà per non incorrere in cose dannose e pericolose, pensa che il Signore lo ostacoli o gli proibisce  di raggiungere determinati fini per creargli difficoltà, pensa che il Signore di non gli dia l'aiuto necessario, come ha fatto il popolo d'Israele.
   Il popolo d'Isrele fu costretto a fare un percorso più lungo e non passare per il territorio di Edom. Il popolo non sapeva che gli abitanti di Edom erano un popolo violento e l'avrebbe assalito e distrutto e non serebbe arrivato mai nella terra promessa. Per questo si ribellò a Mosè e al Signore lamentandosi di tutto e il Signore inviò dei serpenti talmente piccoli da essere quasi invisibili e tutti quelli che venivano morsicati da questi serpenti morivano.
   Mosè impetrò la clemenza del Signore per il popolo ribelle, il Signore esaudì   la preghiera di Mosè preannunciando la salvezza definitiva dalla schiavitù del maligno che sarebbe arrivata mediante la crocifissione del suo unico figlio Gesù Cristo. Tutto prefigurato nel serpente di bronzo che il Signore fece costruire da Mosè e messo sul bastone che Mosè usò sia percuotendo il mar rosso che la roccia. Chi guardava il serpente di bronzo dopo essere stato morsicato dai serpenti "punitivi" (dico io), non moriva.
   Molte volte, per non dire sempre, l'uomo crede che per raggiungere certi risultati, bisogna percorrere una determinata strada che sembra la più facile e la più breve. Il Signore conoscendo i pericoli che ci sono lungo quel percorso, impedisce di farlo. Così ha fatto col popolo d'Israele durante il viaggio verso la terra promessa. Ha fatto fare un percoso più lungo per non farlo incorrere nel pericolo dei nemici che avrebbe incontrato passando per il territorio di Edom.
   Nel vangelo Gesù vede che intorno a sè  cresce l'incomprensione, che la sua la predicazione e il suo modo di parlare di Dio sono inefficaci e osteggiati e a questo punto Gesù intravvede una sola strada: la sconfitta, il dono della sua stessa vita. Capiranno davanti alla croce che altro è fare bei discorsi, altro morire? Come Mosé innalzò un serpente di bronzo per guarire gli ebrei morsicati da serpenti velenosi così Gesù verrà innalzato, mostrato, donato.
   Il Signore invita l'uomo ad occoglierlo nelle sua vita se vuole il proprio bene. E' necessario che l'uomo cerchi il Signore duante questa vita terrena e lo accetti nella propria vita per non restare nel peccato. Infatti chi non accetta il Signore nella propria vita non può essere con Lui.
   Il mistero della croce è questo: la misura dell'amore di Dio, la misura del suo dono, la sua capacità di guarirci, di redimerci, di salvarci dalle tante cose che avvelenano i nostri pensieri e il nostro cuore. 
   L'uomo, finchè sarà su questa terra, non può cercare le cose di quaggiù, cioè le cose della terra, ma deve cercare le cose di lassù, cioè le cose del cielo.
   Chi non vive come Gesù ha detto resta sempre nel peccato e il peccato ci separa da Dio e non possiamo entrare nel suo regno eterno di felicità e di ogni bene.

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