giovedì 23 giugno 2011

Giovedì della XII settimana del tempo ordinario

Dal libro della Genesi
Sarai, moglie di Abram, non gli aveva dato figli. Avendo però una schiava egiziana chiamata Agar, Sarai disse ad Abram: "Ecco, il Signore mi ha impedito di aver prole; unisciti alla mia schiava: forse da lei potrò avere figli".
Abram ascoltò l'invito di Sarai. Così, al termine di dieci anni da quando Abram abitava nella terra di Canaan, Sarai, moglie di Abram, prese Agar l'Egiziana, sua schiava, e la diede in moglie ad Abram, suo marito. Egli si unì ad Agar, che restò incinta. Ma, quando essa si accorse di essere incinta, la sua padrona non contò più nulla per lei.
Allora Sarai disse ad Abram: "L'offesa a me fatta ricada su di te! Io ti ho dato in grembo la mia schiava, ma da quando si è accorta d'essere incinta, io non conto più niente per lei. Il Signore sia giudice tra me e te!".
Abram disse a Sarai: "Ecco, la tua schiava è in mano tua: trattala come ti piace".
Sarai allora la maltrattò tanto che ella fuggì dalla sua presenza. La trovò l'angelo del Signore presso una sorgente d'acqua nel deserto, la sorgente sulla strada di Sur, e le disse: "Agar, schiava di Sarai, da dove vieni e dove vai?". Rispose: "Fuggo dalla presenza della mia padrona Sarai". Le disse l'angelo del Signore: "Ritorna dalla tua padrona e restale sottomessa". Le disse ancora l'angelo del Signore: "Moltiplicherò la tua discendenza e non si potrà contarla tanto sarà numerosa".
Soggiunse poi l'angelo del Signore: "Ecco, sei incinta: partorirai un figlio e lo chiamerai Ismaele, perché il Signore ha udito il tuo lamento. Egli sarà come un asino selvatico. La sua mano sarà contro tutti e la mano di tutti contro di lui, e abiterà di fronte a tutti i suoi fratelli".
Agar partorì ad Abram un figlio e Abram chiamò Ismaele il figlio che Agar gli aveva partorito. Abram aveva ottantasei anni quando Agar gli partorì Ismaele.
Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Rendete grazie al Signore, perché è buono.

Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Chi può narrare le prodezze del Signore,
far risuonare tutta la sua lode?
Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo.

Ricordati di me, Signore, per amore del tuo popolo.

Visitami con la tua salvezza,
perché io veda il bene dei tuoi eletti,
gioisca della gioia del tuo popolo,
mi vanti della tua eredità.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
In quel giorno molti mi diranno: "Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel nome non abbiamo forse scacciato i demoni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?" Ma allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!".
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande".
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI

La parola di Dio è sempre la stessa: ieri - oggi – sempre. È la Parola sempre attuale, che risponde sempre a tutti i problemi, situazioni, difficoltà, esigenze dell’uomo.
L’uomo era convinto che recitando preghiere su preghiere, scacciando i demoni, compiendo prodigi, parlando e profetando in nome di Cristo Gesù, avrebbe avuta assicurata la salvezza.
Gesù con fermezza dichiara che questa via non è la sua via e che questo modo di vivere il Vangelo non salva nessuno. Eppure vi è un minimo di bene e di interessamento verso gli altri.
Oggi i distruttori della fede e della religione hanno abolito anche questo minimo. Nulla è richiesto più per la salvezza; non opere, non parole, non miracoli, non altri gesti in favore di alcuno. La salvezza è un dono che Dio elargisce a tutti, sempre.
Tutti costoro hanno dimenticato il peccato contro lo Spirito Santo che dice: Presunzione di salvarsi senza merito. Senza fare niente, aspettare la manna dal cielo senza preoccuparsi di nulla. Diceva bene quel sacerdote ai suoi fedeli: Fratelli, sorelle, in paradiso non si va in carrozza.
Questa proclamazione di salvezza universale già acquisita, fa sì che tutto ciò che noi facciamo sia puro ritualismo e non porta frutti. La celebrazione dei sacramenti, la predicazione, l'evangelizzazione, ogni forma di pastorale, è tutto un inutile ritualismo. A che servono queste cose, se già la salvezza è per tutti ed è assicurata?
Gesù invece predica, insegna e dice ben altre cose: Chi osserva le mie leggi e i sacramenti avrà la vita eterna. Avrà il Paradiso, godrà la felicità eterna, per sempre. La salvezza di Cristo Gesù ha un solo nome: altissima santità per tutti i giorni della nostra vita.
La santità bisogna viverla oggi, in questo tempo, mentre siamo nel corpo. La santità predicata da Gesù inizia con la trasformazione del nostro corpo di peccato, in un corpo di grazia e di verità.
Impegniamoci a vivere come meglio possiamo queste parole di Gesù, solo così possiamo essere sicuri di ottenere in premio la vita eterna, il possesso eterno del paradiso.
Da poco tempo, le congregazioni religiose di padri e suore vocazionisti, denominati SOCIETA’ DELLE DIVINE VOCAZIONI, stiamo vivendo la gioia della beatificazione del nostro padre fondatore BEATO GIUSTINO DELLA SS.MA TRINITA’ (Russolillo). Questo sacerdote ha raggiunto la sua beatificazione vivendo giorno dopo giorno la parola di Dio, facendo del bene a tutti Ha pregato per il mondo intero, non solo per se stesso. Vivendo nel modo migliore l’osservanza dei comandamenti e i sacramenti. E ha insegnato a tutti a fare lo stesso perché tutti raggiungessero la santità.
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 Gesù ci insegna che la preghiera deve andare in perfetta sintonia con la pratica della vita cristiana, perché se non si compie la volontà del Padre celeste, la preghiera non serve a nulla. Dio non sa cosa farsene delle belle parole di preghiera se non sono seguite dalle opere dell'amore. L'unico criterio di valutazione nel giudizio finale sarà quello delle opere di misericordia.
In questo brano del vangelo Matteo mette ancora in evidenza l’abitudine dei farisei che avevano sempre sulle labbra il nome del Signore, ma non facevano mai nulla di utile per il prossimo. Nel giorno del giudizio non saremo giudicati sul folclore religioso o sulle azioni prodigiose; il giudizio verterà unicamente sull'attuazione della volontà del Padre che ha il suo centro nell'amore fattivo per il prossimo.
Nella parabola viene riassunto il significato di tutto il discorso della montagna e ci indica le due condizioni necessarie perché la vita cristiana risulti solida: deve fondarsi su Cristo e passare dalle parole ai fatti, non basta ascoltare le parole di Gesù, bisogna anche metterle in pratica! L'ascolto è necessario, ma quel che più conta è l'esecuzione di ciò che è stato ascoltato, perché se non si mette in pratica la parola di Dio difficilmente si potrà entrare nel regno dei cieli.

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