venerdì 24 giugno 2011

Venerdì della XII settimana del tempo ordinario

Prima lettura
Dal libro del profeta Isaia
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all'ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria».
Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio».
Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele - poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza - e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d'Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all'estremità della terra».
Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda

Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando mi siedo e quando mi alzo.
Intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.

Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda.

Meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l'anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.

Seconda lettura
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, [nella sinagoga di Antiochia di Pisidia,] Paolo diceva: Dio suscitò per i nostri padri Davide come re, al quale rese questa testimonianza: "Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri".
Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio inviò, come salvatore per Israele, Gesù. Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il popolo d'Israele.
Diceva Giovanni sul finire della sua missione: "Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali".
Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata la parola di questa salvezza.
Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Luca
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Parola del Signore.
RIFLESSIONI

La liturgia di oggi, celebra la solennità di San Giovanni Battista, detto precursore del Messia. Il nome GIOVANNI significa “Dio è misericordioso”. Come precursore (doveva preparare la venuta del Messia) doveva preparare il cuore di tutti ad accogliere la misericordia di Dio che avrebbe poi annunciato Gesù Cristo Figlio di Dio, il Messia.
La misericordia di Dio si manifestò già alla nascita di Giovanni. Dio tolse la parola a Zaccaria quando l’Angelo gli annunciò il concepimento del figlio nel grembo della moglie Elisabetta, gliela restituì il giorno in cui fu circonciso suo figlio. Alla discussione sorta sul nome da dare al bambino, Zaccaria si fece dare una tavola e su questa scrisse: “Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio”.
Questo è il primo segno che Dio ha compiuto per mezzo del suo prescelto, ne compirà tanti altri durante la vita di Giovanni, perché lo aveva prescelto a questo fin dal seno materno.
Quello che annuncia il profeta Isaia: “Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. … «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria»” si riferiscono tutte a Giovanni.
Giovanni restò fedele ai progetti che Dio aveva su di lui, senza attribuirsi nessun merito di quello che Dio operava per mezzo di lui. Si limitava semplicemente a dire: “Io non sono quello che voi pensate! Ma ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di slacciare i sandali”.
Noi e l’umanità intera, siamo quelle isole e quelle nazioni di cui parla il profeta Isaia nella prima lettura che dobbiamo accogliere la voce di Giovanni che annuncia la misericordia di Dio e dice: Ritornate al Signore con tutto il cuore ed egli perdonerà ogni vostro peccato. Non bisogna avere paura del Signore. Il Signore è un Padre di amore e di misericordia e perdona ogni peccato.
“Anche se il tuo peccato fosse rosso come scarlatto. Io lo renderò bianco come la neve”. Sono parole di verità e dobbiamo credere che il Signore veramente perdona ogni nostro peccato.
Credere è "spalancare le porte a Cristo", come diceva il beato Giovanni Paolo II. Perché Cristo Signore è nei progetti che il Padre ha su di noi e che sono sempre progetti di salvezza. Bisogna essere persone docili a quel che Dio vuole, essere pronti a buttar via vecchi modi di pensare, vecchie abitudini, vecchi schemi di una religiosità esteriorizzata e infruttuosa, per cogliere il soffio dello Spirito nella nostra vita, vivere con gioia quello che sempre Dio ci chiede in Gesù, nel suo vangelo.

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Solennità importante quella che si celebra oggi e forse molti si chiederanno: va bene la nascita di Gesù, oppure la natività di Maria, ma perché celebrare anche la nascita del Battista con tale solennità? Perché è importante farne memoria? 
Perché Giovanni raduna in sé tutta l'attesa della storia e nella liturgia della parola del tempo di Avvento ci accorgiamo che la grandezza del desiderio dell'uomo di incontrare Dio la possiamo individuare nel Precursore.
Avere un nome significa avere una identità, essere qualcuno, ma questo è possibile solo se c'è qualcuno che ce lo riconosce perché nessuno si dà il nome da sé, sono sempre gli altri a dirci veramente chi siamo, a darci una identità. Per questo sono i genitori a scegliere il nostro nome, perché è un tutt'uno con il dono della vita.
C'è una disputa sul nome da dare al bambino di Elisabetta e in questa disputa è come se si confrontassero due modi di intendere la vita: quello di chi si limita a constatare i fatti, in questo caso gioiosi, che accadono e quello invece che ha scoperto che la vita e la storia degli uomini sono guidate da Dio. In questo senso è molto importante che Zaccaria dia la conferma che il nome è quello stabilito da Dio... non è obbedienza cieca, accettazione passiva, ma adesione responsabile al progetto di Dio, è far proprio il suo disegno. Zaccaria ed Elisabetta possono fare questo perché sono dei poveri... la vita stessa li ha resi poveri, umili; in questo senso sono anche persone molto libere in quanto non hanno nulla da difendere, non hanno una immagine da difendere, nessuno su cui contare se non Dio.
"Volevano chiamarlo Zaccaria. Ma sua madre intervenne: No, si chiamerà Giovanni", che significa grazia di Dio, cioè colui in cui è la grazia.
Nella misura in cui riconosciamo la nostra vita all'interno di una chiamata divina, non solo nel Battista Dio fa grazia, ma in ogni persona.

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