mercoledì 15 giugno 2011

Mercoledì dell’XI settimana del tempo ordinario

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti: Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno.
Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia. Così sarete ricchi per ogni generosità, la quale farà salire a Dio l'inno di ringraziamento per mezzo nostro.
Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Beato l'uomo che teme il Signore.

Beato l'uomo che teme il Signore
e nei suoi precetti trova grande gioia.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza degli uomini retti sarà benedetta.

Prosperità e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
luce per gli uomini retti:
misericordioso, pietoso e giusto.

Egli dona largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre,
la sua fronte s'innalza nella gloria.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà".
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
La Parola di oggi è un invito ad una generosità gioiosa, nascosta agli occhi degli uomini, però fatta con il cuore e senza interessi. Paolo parlando alle comunità cristiane di Corinto dice: Fratelli tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.
Cerchiamo di esercitarci in questa generosità gioiosa, perché il Signore non solo ama chi dona con gioia, ma una misura pigiata viene versata nel grembo di chi dona.
Dobbiamo sapere e credere con cuore sincero che il Signore non si lascia vincere mai in generosità! Se diamo uno, con gioia nel cuore, il Signore in cambio dona cento volte tanto.
Bisogna essere molto attenti a non incorrere nel grave errore di donare per essere ammirati, apprezzati e ricompensati dagli uomini. Così facendo si è avuta già la ricompensa. Invece facendo tutto nel segreto, il Padre che vede nel segreto, darà la giusta e dovuta ricompensa.
Ogni gesto di generosità, anche il più insignificante, sia fatto sempre nel segreto. Deve essere visto solo dal Signore, e il Signore darà la giusta ricompensa.
Anche la preghiera, che è un intimo e diretto rapporto con il Signore, deve essere fatta nel segreto e con discrezione.
Concludo col dire che tutto ciò che si fa per il Signore e per il prossimo, deve essere fatto nel segreto e con umiltà.  
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L'esortazione di Paolo ai cristiani di Corinto riguarda quell'impegno della carità che è, come si è visto, la prova concreta di un amore che non si esprime con le chiacchiere ma con i fatti. Ma in questo brano l'apostolo esplicita un altro aspetto importante del donarsi al prossimo: è l'aspetto del "donare con gioia". Infatti egli dice: «Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia».
Decidere nel proprio cuore significa che il donare non deve essere frutto di una costrizione, di un operare per forza, perché si ha paura del giudizio altrui o perché si desidera l’approvazione altrui. Ma c'è di più: in un brano riportato negli Atti degli Apostoli, Gesù ricorda che c'è più gioia nel dare che nel ricevere. E come potrebbe essere diversamente se nell’aiutare qualcuno in difficoltà ne riceviamo in cambio un sorriso e una amore sincero?
Elemosina, preghiera, digiuno: il Signore, nel suo impegnativo discorso della montagna, vola sempre più alto per smascherare l’ipocrisia che si nasconde dietro a questi atti che, apparentemente, potrebbero sembrare degni di apprezzamento.
L'elemosina (sempre più rara in questo ricco mondo egoista) è l'azione di un cuore che ha scoperto che tutto gli è donato gratuitamente e, nel vedere il povero accanto a sé, sceglie di condividere con lui questo dono. La preghiera è il respiro del discepolo che, evitando l'ostentazione, cerca Dio nella verità, con discrezione, perché non ama l'apparenza ma la sostanza. Il digiuno è l'esercizio della condivisione della fame con chi è costretto a subirla e, quindi, in un mondo che esalta il superfluo e la sete di possesso, si priva di qualcosa per solidarietà con chi è meno fortunato.
Gesù, nel denunciare i rischi connessi al vivere ipocritamente il proprio rapporto con Dio, cerca di riportarci all'autenticità, alla verità con noi stessi e con Dio, chiedendoci una fedeltà interiore assoluta, come Gesù stesso, per primo, ha saputo vivere.

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