sabato 11 giugno 2011

Sabato della VII settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, [in Antiòchia], un grande numero credette e si convertì al Signore. Questa notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, e mandarono Bàrnaba ad Antiòchia. Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si rallegrò ed esortava tutti a restare, con cuore risoluto, fedeli al Signore, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede. E una folla considerevole fu aggiunta al Signore.
Bàrnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo: lo trovò e lo condusse ad Antiòchia. Rimasero insieme un anno intero in quella Chiesa e istruirono molta gente. Ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.
C’erano nella Chiesa di Antiòchia profeti e maestri: Bàrnaba, Simeone detto Niger, Lucio di Cirene, Manaèn, compagno d’infanzia di Erode il tetrarca, e Saulo. Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: «Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati». Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li congedarono.
Parola di Dio

Salmo responsoriale

Annunzierò ai fratelli la salvezza del Signore. 
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi».
Parola del Signore 
RIFLESSIONI

La parola del Signore è parola di vita, parola di pace, parola di gioia, di conforto, d’incoraggiamento, di serenità e di ogni altro bene per il cristiano.
Perché la Parola sia efficace e produca i frutti per cui l’h mandata il Signore, è necessario che venga accolta da un cuore aperto all’amore di Dio.
Avere il cuore aperto all’amore di Dio vuol dire credere che la Parola opera e trasforma un cuore di morte in un cuore di vita, un cuore di guerra in un cuore di pace … e così via. Tutti dobbiamo credere nella potenza della parola di Dio che cambia tutte le situazioni della vita dell’uomo.
Quante volte si viene combattuti quando si fa del bene. Si è combattuti, perché molti non credono nella potenza di questa parola che cambia anche il cuore più indurito e incallito nel male! Oggi, con tanti prodigi, conversioni e direi miracoli, operati dalla parola del Signore, chi crede alla conversione di quel cuore incallito nel male? È difficile credere oggi a quello che ha detto Gesù che Dio può trarre figli di Abramo anche dalle pietre! Quando uno è conosciuto come uno intrattabile, irragionevole, ostinato, incallito al male, intrattabile, è additato sempre così e non si crede che la parola di Dio ha toccato il cuore e ha cambiato quel tizio.
Sia di esempio per tutti il brano della lettura tratta dagli atti degli Apostoli. Tutto il brano è un incoraggiamento per chi viene oppresso e non creduto o addirittura perseguitato. Un monito santo per chi non crede che la parola del Signore opera questi miracoli e anche più grandi.
Dal vangelo di Matteo il Signore Gesù lancia questo mandato: … predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Tutti i credenti in Lui hanno ricevuto il mandato di predicare il vangelo e di operare segni e prodigi nel nome di Gesù. È Gesù che opera mediante coloro che si è scelti e ha mandato. L’uomo nel proprio può fare solo guai.
Bisogna essere persone di Cristo, pieni di Spirito Santo, per compiere le stesse opere compiute dal Cristo. Anzi, si compiono opere anche più grandi, come ha detto Gesù.
Avanti con coraggio e forza, dallo Spirito Santo, e annunciare il Vangelo e tutte le creature.

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Barnaba, pur non essendo nel gruppo dei dodici si è meritato in battaglia il titolo di "apostolo". E’ un uomo discreto e generoso ed è tra i primi della primitiva comunità di Gerusalemme. Egli vende un suo campo e ne dona il ricavato agli apostoli e – soprattutto – gode la stima di tutti i discepoli. Sarà lui a far entrare nella comunità il neo-convertito Paolo, superando le tante resistenze nei confronti dell'ex-persecutore.
Barnaba è uno che ha sempre guardato il positivo nelle situazioni, ha sempre guardato l'aspetto evangelico, e – così facendo – ha dato fiducia a Paolo che diventerà il grande evangelizzatore. Queste sono le caratteristiche del buon apostolo: trovare, attraverso l’amore per il Signore, l’aspetto positivo delle situazioni e valorizzare i propri fratelli senza tentare di sopraffarli ma incoraggiandoli a fare sempre meglio.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date, questo comando del Signore fa parte integrante della missione degli apostoli. Essi sono stati chiamati da Cristo per una sua libera scelta di amore, quindi nell'assoluta gratuità; alla stessa maniera essi debbono intraprendere e svolgere la loro testimonianza dinanzi al mondo. Debbono annunciare a tutti ciò che essi stessi per primi hanno visto, udito e sperimentato e tale annuncio deve essere fatto con la parola, con le azioni di bene e con la testimonianza della vita, senza aspettarsi nulla in cambio.
Gli inviati di Dio non lavorano per il proprio onore, né per la propria grandezza, né per il proprio arricchimento: il regno dei cieli viene annunciato ai poveri e appartiene ai poveri e quindi può essere annunciato in modo credibile solo da coloro che dimostrano di averlo già accolto nella propria vita facendosi umili e poveri, perché il distacco dalle preoccupazioni materiali è la dimostrazione che i contenuti del discorso della montagna sono stati capiti e fatti propri. 
L'eventuale rifiuto dell'annunciatore e delle sue parole non deve scoraggiare l'apostolo né arrestare l'azione missionaria: se si sente rifiutato in un luogo, egli andrà altrove a portare il dono della salvezza e, quando ha compiuto la sua missione in un luogo, non deve fermarsi perché non c’è tempo da perdere. Il tempo è così poco e l'annuncio così importante che l'apostolo deve andare speditamente per le città e i villaggi, come faceva Gesù. Il compito del missionario è di presentare l'annuncio chiaro e convincente, e poi affidarlo alla libertà e alla responsabilità degli ascoltatori



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