domenica 19 giugno 2011

Santissima Trinità

Prima lettura
Dal libro dell'Èsodo
In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano.
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui proclamando: "Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà".
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa' di noi la tua eredità".
Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

A te la lode e la gloria nei secoli!

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi e siedi sui cherubini.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo.

Seconda lettura
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, state gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi.
Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano.
La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio".
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Un tempo nelle famiglie si iniziava la giornata, come ogni azione, compresa quella del mettersi a tavola, con il 'segno della Croce', che è davvero il simbolo della nostra fede, come a confermare la consapevolezza che tutto era fatto nel Suo Nome.
Un 'segno' davvero tanto semplice, ma accompagnato dalla professione della nostra fede, ossia, ciò che sto iniziando si compia 'nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo', nel ricordo della morte e resurrezione di Gesù, che sulla Croce ci ha salvati.
Con le parole: nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, esprimiamo il primo mistero principale della nostra fede. Con il segno della croce invece esprimiamo il secondo mistero della nostra fede: incarnazione, passione, morte e risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo, così come indicato dal catechismo di San Pio X Papa.
 Il segno di croce è un semplice, ma profondo modo di proclamare la nostra fede ed anche di dare senso alle nostre azioni, oltre che metterle nelle sicure mani di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.
La Chiesa stessa, ogni volta che prega, per dare forza e ragione a quanto chiede  nella preghiera, conclude: 'Per il nostro Signore Gesù Cristo, che è Dio e vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli'.
Nell’amministrare i sacramenti lo fa sempre nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo .
Nei primi tempi della chiesa incominciarono a sorgere delle discordie, divisioni e opinioni contrastanti tra loro sulla verità della SS.ma Trinità rivelata da Gesù e sulla sua stessa divinità che veniva attribuita e proclamata in varie occasioni; tutto questo portò a indire dei concili e per per chiarire tutte le divergenze sorte, la chiesa proclamò con autorità il credo a simbolo apostolico dove si definisce: Credo in Dio Padre, creatore e Signore … Credo in Gesù Cristo, figlio di Dio, incarnato nel seno purissimo della beata Vergine Maria per opera dello Spirito Santo … Credo nello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio …  Professione di fede che viene proclamata ogni domenica, giorno del Signore, e in tutte le solennità che si celebrano durante il corso dell’anno liturgico.
Tutto questo la chiesa, illuminata dallo Spirito Santo, l’ha dedotto da tutto quello che Gesù ha detto, insegnato e rivelato e che ogni credente deve credere.
Verità che sono come passaporto per l’eternità.
Voglio chiudere queste riflessioni ricordando la figura del nostro Beato Giustino Maria Russolillo della Trinità che, come il nome da lui scelto fa capire, ha fondato tutta la sua vita, le sue opere, proprio sulla SS. Trinità, sulla quale ha scritto varie preghiere - per un approfondimento rimando alla pagina del blog dedicata proprio a don Giustino - e tra le quali riporto quella che più facilmente può essere memorizzata e ripetuta più volte nella giornata proprio per affidare la nostra vita e le nostre azioni alla SS. Trinità: 
O mio Dio e mio Tutto, Padre Figlio e Spirito Santo, la vostra volontà si adempia, il vostro amore trionfi, la vostra gloria risplenda in me e in tutti ora e sempre più, come in Voi stesso, o mio Dio e mio Tutto.

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