mercoledì 1 giugno 2011

Mercoledì della VI settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l'ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto.
Paolo, in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l'iscrizione: "A un Dio ignoto". Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: "Perché di lui anche noi siamo stirpe". Poiché dunque siamo stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'ingegno umano. Ora Dio, passando sopra ai tempi dell'ignoranza, ordina agli uomini che tutti e dappertutto si convertano, perché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».
Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un'altra volta». Così Paolo si allontanò da loro. Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell'Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro. Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto.
Parola di Dio.

Salmo responsoriale

I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.

Lodate il Signore dai cieli,
lodatelo nell'alto dei cieli.
Lodatelo, voi tutti, suoi angeli,
lodatelo, voi tutte, sue schiere.

I re della terra e i popoli tutti,
i governanti e i giudici della terra,
i giovani e le ragazze,
i vecchi insieme ai bambini
lodino il nome del Signore.

Perché solo il suo nome è sublime:
la sua maestà sovrasta la terra e i cieli.
Ha accresciuto la potenza del suo popolo.
Egli è la lode per tutti i suoi fedeli,
per i figli d'Israele, popolo a lui vicino. 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Prima di tutto voglio ricordare che oggi si festeggia S. Giustino, un discepolo di Gesù Cristo, esemplare sia per la serietà della sua indagine intellettuale che per la fedeltà alla sua fede, un modello di santità vissuta nelle responsabilità quotidiane. Anche noi della Comunità di Pianura abbiamo il nostro Giustino, modello di santità vissuta e insegnata ai suoi fedeli: ovviamente parlo del nostro Beato don Giustino Maria Russolillo.
E chi meglio di don Giustino può essere preso ad esempio per introdurre il brano della prima lettura, in cui S. Paolo si rallegra con gli ateniesi, perché ha visto tra i loro monumenti uno dedicato "al Dio ignoto". Non critica quell'incompiuta ricerca di Dio, anche se vede che è un muoversi "alla cieca, a tentoni". E, quindi, ne fa lo spunto per annunciare che "in Dio viviamo, respiriamo ed esistiamo" e non cela tutto il fulgore della verità, non la tarpa, per paura di un rifiuto. In effetti, quando comincia a parlare di Gesù risorto, arrivano anche le derisioni, e alcuni si allontanano. Il seme, comunque, non è sceso invano, in qualcuno ha messo radici ed è questo che conta: che qualcuno si apra alla fede e che questo qualcuno possa convertire talmente il proprio cuore a Cristo, colmarsi talmente della sua Parola, da lasciarla liberamente traboccare nei suoi rapporti con gli altri e trasmetterla a sua volta a questi.
A cosa allude Gesù quando dice «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera».
In ognuno di noi c’è una necessità di fondo, quella di conoscere e d'incontrare Dio come Amore. Anche se abbiamo conosciuto Dio e le sue verità più e più volte in spiegazioni catechistiche e formative, questo non basta. Fino a quando non incontriamo Dio nel profondo del cuore e dentro la nostra vita, fino a che non lo incontriamo personalmente, la nostra vita è come un terreno senz'acqua.
A questo alludeva Gesù dicendo che lo Spirito ci guiderà alla verità tutta intera. E' lo Spirito che può farci penetrare giorno dopo giorno la Parola. 
Proviamo a trovare un momento silenzioso e raccolto, a scendere nel cuore e lì, invocando lo Spirito Santo, ad approfondire e gustare in Lui una Parola di Dio che ci nutra e ci renda forti spiritualmente. Forse potrebbe proprio essere la frase espressa da Paolo: «In Dio viviamo, ci muoviamo ed esistiamo».

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