mercoledì 8 giugno 2011

Mercoledì della VII settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Paolo diceva agli anziani della Chiesa di Èfeso: «Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio. Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi. E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati. Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”». Dopo aver detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in pianto e, gettandosi al collo di Paolo, lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave.
Parola di Dio

Salmo responsoriale

Regni della terra, cantate a Dio.
Oppure:
Sia benedetto Dio che dà forza e vigore al suo popolo.

Mostra, o Dio, la tua forza,
conferma, o Dio, quanto hai fatto per noi!
Per il tuo tempio, in Gerusalemme,
i re ti porteranno doni.

Regni della terra, cantate a Dio,
cantate inni al Signore,
a colui che cavalca nei cieli, nei cieli eterni.
Ecco, fa sentire la sua voce, una voce potente!
Riconoscete a Dio la sua potenza.

La sua maestà sopra Israele,
la sua potenza sopra le nubi.
Terribile tu sei, o Dio, nel tuo santuario.
È lui, il Dio d’Israele, che dà forza e vigore al suo popolo.
Sia benedetto Dio!
Parola di Dio

+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».
Parola del Signore
RIFLESSIONI
Continua la preghiera di Gesù al Padre con le parole: Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quelli che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi”.
Nella preghiera chiede che tutti quelli che gli sono stati dati, vivano nell’unità, come Lui è una cosa sola con il Padre. Perché chiede che tutti vivano nell’unità? Perché dove c’è la divisione si dà al Maligno la possibilità di “intrufolarsi” e creare divisioni. Gesù ha detto che “ogni regno diviso va in rovina”. Il Maligno vuole distruggere il regno di Dio. Nessuno può vivere unito agli altri se non è unito a Cristo. Essere uniti a Cristo, vuol dire fare tutto quello che ha fatto Gesù, dire tutto quello che ha detto Gesù.
Ecco quello che ha fatto Gesù durante la sua vita terrena: ha rivelato le Parole del Padre, ha compiuto solo quello che il Padre gli ha comandato. Tutto in Gesù è fare la volontà del Padre. Gesù è l'obbediente perfettissimo. Mai ha detto e fatto qualcosa che non fosse esplicito comando del Padre suo.
La volontà del Padre è che la missione iniziata dal suo Figlio Gesù Cristo, continui fino alla fine dei tempi, per questo donò al Figlio i dodici Apostoli, i discepoli Gesù li scelse per indicazione del Padre mediante lo Spirito Santo.
Attraverso i secoli passati e futuri, Gesù continua a scegliere su indicazioni del Padre mediante lo Spirito Santo, i discepoli che debbono continuare la missione iniziata da Lui durante la sua vita pubblica. Per questo ogni vocazione è sempre un dono di amore che il Padre fa al Figlio.
Perché i discepoli siano sempre fedeli alla missione loro affidata da Gesù Cristo, Gesù prega continuamente perché il Padre custodisca dal Maligno, causa di tutti i mali, tutti i “chiamati” a continuare la sua missione.
È importante la richiesta che fa Gesù al Padre: “Consacrali nella verità. La tua parola è verità”.
Gesù ha svelato il dono ricevuto, il suo mistero, la sua vita. I discepoli sanno cosa dovranno fare: tutto quello che hanno visto compiere al Maestro, il modo come sono state compiute dal  Maestro. A tutto ciò che hanno visto non dovranno aggiungere niente e niente togliere. La fedeltà al Maestro è il fine stesso della loro missione.
Signore manda fedeli discepoli per la tua missione, perché Tu, il Padre e lo Spirito Santo veniate conosciuti, amati e lodati fino all’estremità della terra e per tutti i secoli. Amen
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Continuano, sia nella prima lettura che nel vangelo, le due preghiere-testamento dell’Apostolo delle genti e di Gesù. Entrambi ci assicurano che hanno fatto tutto quanto in loro potere, sia con l’insegnamento che con l’esempio, per metterci in condizione di continuare la loro opera di evangelizzazione; entrambi ci avvertono che spesso l’impresa sarà ardua e che ci saranno molti ostacoli da superare, insidie da parte di lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge, da evitare; entrambi ci raccomandano alla protezione di Dio perché ci custodisca da tali pericoli.
Gesù, nella sua suprema preghiera al Padre, prima di salire al cielo per sedere alla Sua destra, chiede che i suoi seguaci, pur mandati in giro per il mondo, siano preservati dal perseguire la perdizione degli uomini, che è la strategia del maligno, per ostacolare l’opera del cristiano.
Il vero seguace di Gesù vive nel mondo, ma quel che conta è però che il vero seguace di Gesù non appartiene al mondo, cioè alle sue logiche, alle sue mire, ai suoi calcoli, alle sue violenze: un modo d'essere contrassegnato dall'egoismo e dall'orgoglio, dal male.
Gesù consacra se stesso al Padre nella verità della sua morte in croce per amore, e chiede che nella verità di questo amore senza misura siano consacrati anche i suoi seguaci. 
Per restare costantemente orientati al Signore dobbiamo fare spazio in noi alla verità, all'autenticità che deriva dall'accogliere la Parola di Dio. Facciamo in modo, allora, che la Parola di Dio dimori abbondantemente tra noi, affinché possiamo restare nel mondo con semplicità dando testimonianza al Vangelo. Il mondo, cioè la realtà in cui siamo nati, la nostra quotidianità, le cose create, è l'unico luogo in cui possiamo incontrare Dio.

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