domenica 26 giugno 2011

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo

Prima lettura
Dal libro del Deuteronomio
Mosè parlò al popolo dicendo: "Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
Non dimenticare il Signore tuo Dio, che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile; che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz'acqua; che ha fatto sgorgare per te l'acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri".
Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Loda il Signore, Gerusalemme.

Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio,
la sua parola corre veloce.

Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun'altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi.

Seconda lettura
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo?
E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo: tutti infatti partecipiamo all'unico pane.
Parola di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse alle folle dei Giudei: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Nella solennità del Corpo e Sangue di Gesù Cristo, dopo aver ascoltato la Parola del Signore che è stata proclamata, viene spontaneo dire: Dio è infinitamente buono e misericordioso, ricco di grazie e di amore per tutte le sue creature. Si, perché si deve lodare e benedire il Signore per questo suo amore.
Solo chi è timorato di Dio può scoprire tutto questo amore che Dio ha per l’uomo!
Già in altra occasione Dio è intervenuto nella vita dell’uomo facendo cadere dal cielo il cibo da mangiare (la manna, le quaglie) nel deserto, quando il popolo era in cammino verso la terra promessa.
Con la realizzazione della liberazione dalla schiavitù del male, Dio dona all’uomo un pane vivo disceso dal cielo. Questo pane vivo disceso dal cielo è Gesù, come Lui stesso si proclama: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo” e aggiunge: “Chi mangia questo pane, avrà la vita eterna.
La proclamazione fatta da Gesù di essere “il pane vivo disceso dal cielo”, va preso alla lettera del significato e non in modo allegorico, figurativo. Egli chiede che queste sue parole vengano prese in senso letterale, così come esse suonano. Così sono, così vanno accolte, credute, vissute. L'uomo non deve interferire mai in esse. Il pane disceso dal cielo è Lui, Gesù. Non però in senso simbolico, ma reale. Realmente Gesù è disceso dal cielo. Veramente è venuto nella carne ad abitare in mezzo a noi, per farsi nostro cibo e nostra bevanda di vita eterna. Veramente Lui ci dona la sua carne perché noi la mangiamo per non morire in eterno. Questo è il mistero che oggi Gesù annunzia all’umanità di tutti i tempi.
Gesù stesso rivela perché chi mangia la sua carne e beve il suo sangue non morirà in eterno. Perché con la sua carne mangiata e con il suo sangue bevuto, vivremo per Lui, nel compiere perfettamente la sua volontà. In altre parole: il suo corpo e il suo sangue diventano in noi forza divina invincibile contro tutte le tentazione, contro ogni peccato, contro ogni trasgressione, contro ogni male. Fortificati da questa carne e corroborati da questo sangue saremo vittoriosi nel compiere la volontà di Dio e per questo nessuna morte potrà mai colpirci.
È questa la grandissima differenza che distingue l'Eucaristia dalla manna. La manna era solo del pane di terra, nutriva il corpo, lasciava l'anima e lo spirito senza forza. L'Eucaristia invece è Dio stesso che si fa nostra carne, nostro sangue, nostra anima, nostro pensiero, nostra volontà e Dio è sempre impeccabile, perché bontà eterna. Come Dio non può fare il male, perché natura di bene, così dicasi anche per chi si accosta all'Eucaristia in pienezza di fede: diventerà anche lui natura di solo bene.
Nella sequenza, abbiamo ascoltato: Cristo lascia in sua memoria - ciò che ha fatto nella cena: - noi lo rinnoviamo. Quando il sacerdote ripete, nella celebrazione Eucaristica, le parole della consacrazione: … fate questo in memoria di me. E ancora: Cristo lascia in sua memoria - ciò che ha fatto nella cena: - noi lo rinnoviamo.
Tutti siamo soggetti di questo dono straordinario: Vanno i buoni, vanno gli empi; - ma diversa ne è la sorte: - vita o morte provoca. - Vita ai buoni, morte agli empi: - nella stessa comunione ben diverso è l’esito!
Con queste affermazioni della sequenza è chiaro che il corpo e il sangue di Cristo non può essere ricevuto in peccato. Gli empi sono proprio quelli che si comunicano in peccato e per questi il cibo di vita eterna diventa condanna eterna.

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