giovedì 12 maggio 2011

Giovedì della III settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, un angelo del Signore parlò a Filippo e disse: «Àlzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etíope, eunùco, funzionario di Candàce, regina di Etiòpia, amministratore di tutti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornando, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaìa.
Disse allora lo Spirito a Filippo: «Va’ avanti e accòstati a quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaìa, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Egli rispose: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.
Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo:“Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita”.
Rivolgendosi a Filippo, l’eunùco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annunciò a lui Gesù.
Proseguendo lungo la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunùco disse: «Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?». Fece fermare il carro e scesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunùco, ed egli lo battezzò.
Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunùco non lo vide più; e, pieno di gioia, proseguiva la sua strada. Filippo invece si trovò ad Azoto ed evangelizzava tutte le città che attraversava, finché giunse a Cesarèa.
Parola di Dio

Salmo responsoriale

Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Popoli, benedite il nostro Dio,
fate risuonare la voce della sua lode;
è lui che ci mantiene fra i viventi
e non ha lasciato vacillare i nostri piedi.

Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
A lui gridai con la mia bocca,
lo esaltai con la mia lingua.

Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Parola del Signore
RIFLESSIONI

Le parole del brano del vangelo se lette e studiate con la sapienza umana, getta in una profonda crisi di coscienza perché le parole di Gesù «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato …» fanno pensare che tutto quello che fa l’uomo non serve a niente. Invece se lette e studiate con la sapienza divina danno un profondo valore al loro significato.
Si deve credere che tutto viene da Dio, anche ogni opera buona che si fa, perché è il Signore che mette nel cuore il desiderio di fare del bene e dona anche la grazia di fare quel bene che chiede.
Se uno vede qualcuno in difficoltà di qualsiasi tipo e viene in suo aiuto, deve credere che tutto è opera di Dio. Cioè è Dio che fa incontrare chi ha bisogno di aiuto, è Lui che mette nel cuore il desiderio e la forza di operare a favore della persona e dà anche la forza di aiutarlo.
Ricordiamo la parabola del buon samaritano … in pieno terzo millennio si deve essere il buon samaritano di questi tempi. Il bene che si fa, con l’aiuto del Signore, serve per essere risuscitati nell’ultimo giorno, cioè quando si è davanti a Lui per essere giudicati per le opere compiute.
Continuando la lettura del vangelo, le parole: «Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre» richiedono un profondo atto di fede e accettare che Gesù è nel Padre. Anche qui viene in aiuto un altro passo del vangelo, quando Gesù parla agli Apostoli dicendo che Lui è la via che conduce al Padre. Filippo chiese «Signore mostraci il Padre e ci basta». Gesù rispose: «Sono da tanto tempo con voi e tu dici mostraci il Padre. Filippo chi ha visto me ha visto anche il Padre».
Lo stesso Filippo che ritroviamo anche nel brano degli Atti degli Apostoli dove ancora una volta la Parola ci fa capire che è Dio a decidere tutto quel che succede e che anche il male compiuto da alcuni uomini può portare il bene per altri: infatti la persecuzione perpetrata dai capi del sinedrio diventa un bene perché i discepoli di Cristo, allontanandosi da Gerusalemme, avviano la loro opera di evangelizzazione in territori fino allora mai raggiunti dalla parola di Dio.
Come nel caso di Filippo che, mandato dallo Spirito Santo sulla strada che porta a Gaza, incontra l'eunuco, che su un carro traballante, su una strada deserta, legge le scritture senza comprenderne il vero significato ma ha il coraggio e l’umiltà di chiedere l’aiuto di Filippo, il quale, sempre sotto la guida dello Spirito Santo, partendo dal brano che l’eunuco sta leggendo, gli spiega l’incarnazione del Figlio di Dio, la Sua passione e la Sua resurrezione e basta questa spiegazione fatta con Spirito Santo affinché l’eunuco capisca e si converta, facendosi battezzare appena incontrano un corso d’acqua.
Mi viene da pensare che il fatto che a convertirsi sia un eunuco non sia casuale: l’eunuco è una persona che non ha possibilità di procreare, è quindi un albero che non fa frutti.
In senso spirituale, potremmo considerarci anche noi “eunuchi” che percorrono il deserto della vita su un carro traballante, quando dentro di noi c’è solo aridità, quando manca l’amore, il perdono, la carità, tutti segnali questi che ci fanno capire che, detto in poche parole, nella nostra vita manca la Parola di Dio.
Infatti, il brano suggerisce che la parola di Dio è il rimedio all’aridità del cuore e che quando non la comprendiamo, dobbiamo farci aiutare da coloro che sono autorizzati dalla chiesa a interpretarla, cercando poi di applicarla alla nostra vita.
Ogni tanto fermiamoci a riflettere sul meraviglioso progetto che Dio ha su di noi e rinnoviamo le promesse e gli impegni del battesimo: in questo modo riusciremo ad essere in grado di annunciare, a tutti quelli che incontriamo, le meraviglie che Dio ha operato, opera e opererà per noi, e per tutti quelli che pongono in lui la loro speranza. 
La fede in Gesù, in sintesi, non si fonda su segni esterni prodigiosi, ma su un dono gratuito che il Padre fa a tutti coloro che lo desiderano, se solo si rendono conto di quello di cui hanno bisogno!

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