venerdì 6 maggio 2011

Venerdì della II settimana di Pasqua

Dagli Atti degli Apostoli

In quei giorni, si alzò nel sinedrio un fariseo, di nome Gamalièle, dottore della Legge, stimato da tutto il popolo. Diede ordine di far uscire [gli apostoli] per un momento e disse: «Uomini di Israele, badate bene a ciò che state per fare a questi uomini. Tempo fa sorse Tèuda, infatti, che pretendeva di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui furono dissolti e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento, e indusse gente a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli che si erano lasciati persuadére da lui si dispersero. Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana, verrebbe distrutta; ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!».
Seguirono il suo parere e, richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di annunciare che Gesù è il Cristo.
Parola di Dio

Salmo responsoriale

Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa.

Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?

Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.

Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
Parola del Signore
RIFLESSIONI

Nei giorni scorsi abbiamo parlato brevemente e superficialmente sulle tre virtù teologali: Fede - Speranza - Carità. Queste sono dette virtù teologali perchè riguardono i rapporti che l'uomo deve avere con Dio.
Adesso incominciamo a dire qualche cosa anche sulle quattro virtù cardinali: Prudenza - Giustizia - Fortezza - Temperanza. Sono dette cardinali perchè si riferiscono al rapporto che l'uomo deve avere verso sè stesso e il prossimo.
Oggi ci fermiamo a considerare la virtù della Prudenza.
Non tutti sappiamo che la prudenza è la più importante delle quattro ed è quella che abbraccia quasi tutti i comportamenti delle persone. Molti la esercitano pure questa virtù anche senza saperlo, ad esempio quando la moglie dice al marito - quando fa qualche cosa di importante o di impegnativo - stai attento a quello che fai e a come lo fai. Quando i genitori dicono ai figli, quando escono di casa, state attenti non vi distraete, non tornate tardi, vedete chi frequentate e così via.
E poiché l’uomo è tutto azione, vuol dire che la Prudenza deve investirlo e guidarlo in ogni momento. La Prudenza ci invita, quindi, a discernere, cioè a vederci chiaro in tutto quello che pensiamo e che stiamo per fare, per non pentirci quando è troppo tardi. Vogliamo conoscere distintamente ogni particolare, ci mettiamo a valutare le varie situazioni pro e contro. Per discernere bene bisogna usare il giudizio, l’intelligenza, il buon senso e anche il sentimento, ma mai lasciarci portare dall’egoismo.
La Prudenza è dunque il retto discernimento delle azioni umane. Retto vuol dire giusto, leale, onesto. Un discernimento, quindi, che non deve nuocere né a chi compie l’azione né agli altri. La Prudenza deve sì essere guardinga, cauta, ma non deve sottovalutare la lealtà e l’onestà.
Prudenza non è sola quella che mi apre gli occhi per difendermi ma anche quella che valuta ogni mezzo per arrivare al fine che ci siamo proposti e cioè il bene nostro e degli altri.
La Prudenza deve diventare abitudine a fare il bene. Deve diventare come abito da indossare in ogni e per ogni azione del cristiano.
Nella dottrina cattolica la Prudenza è la prima delle Virtù Cardinali. Grazie ad essa il cristiano, con l’aiuto dello Spirito Santo, è capace di discernere il giusto dall’ingiusto, il bene dal male e trova la luce e la forza per conseguire la propria salvezza.
Siamo carenti di questa virtù? Non siamo assidui a praticarla? La Vergine Maria, madre e maestra di tutte le virtù ci aiuti Lei per acquistare la Prudenza per la nostra perfezione cristiana.
Siate perfetti, perchè perfetto è il Padre vostro celeste, ha detto Gesù.

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Durante questa settimana le letture tratte dagli Atti degli Apostoli ci hanno fatto conoscere la nuova comunità cristiana formatasi a seguito della resurrezione di Gesù, in virtù della rinnovata fede degli Apostoli che, finalmente, hanno realizzato che tutto quanto progettato da Dio per la salvezza dell’uomo e profetizzato nelle Scritture si è realizzato grazie alla morte e resurrezione di Cristo.
Ed è grazie a questa realizzazione e allo Spirito Santo, di cui il Signore li ha colmati, che gli Apostoli riescono a trasmettere alla nuova comunità cristiana la loro testimonianza e a far convertire un tal numero di persone da spaventare scribi e sacerdoti a tal punto da essere continuamente perseguitati e minacciati affinché non predichino più e, cosa ancora più importante, non facciano più miracoli nel nome di Gesù.
Ma gli Apostoli, nonostante vengano osteggiati e minacciati, continuano con rinnovato vigore nella loro opera di evangelizzazione «lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù» e proprio perché hanno avuto di che soffrire a causa del loro amore per Gesù, sperimentano ora una grande gioia, realizzando quanto affermato da Gesù con una delle Beatitudini: «Beati voi quando vi perseguiteranno e, a causa del mio nome, mentendo diranno di voi ogni male. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
Anche oggi molte persone amano "piangersi addosso", spesso con una compiacenza del proprio soffrire che è solo vittimismo, una malattia psichica che rivela un grande vuoto interiore! Altre volte poi la sofferenza è dovuta ai nostri difetti di carattere: propensione alla chiusura verso il prossimo, ripiegamento su noi stessi, tristezza, pessimismo ecc. Ma queste sofferenze non hanno come conseguenza alcuna gioia, servono solo a rattristare e far allontanare gli amici, che poveretti, non sanno come fare a cavare un sorriso da queste persone.
Ma quando è "a causa di Gesù" che soffriamo, a causa del “voler vivere il vangelo", ben venga una sofferenza che ci fa liberi e beati in Lui e state pur certi che in questo caso gli amici non si allontaneranno anzi verranno attratti dalla gioia interiore che traspare dal vostro sguardo perché è uno sguardo colmo d’amore, colmo di comprensione, colmo di pace.

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