lunedì 30 maggio 2011

Lunedì della VI settimana di Pasqua


Dagli Atti degli Apostoli
Salpati da Tròade, facemmo vela direttamente verso Samotràcia e, il giorno dopo, verso Neàpoli e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedònia.
Restammo in questa città alcuni giorni. Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite.
Ad ascoltare c'era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo.
Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: «Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa». E ci costrinse ad accettare.
Parola di Dio.

Salmo responsoriale

Il Signore ama il suo popolo.

Cantate al Signore un canto nuovo;
la sua lode nell'assemblea dei fedeli.
Gioisca Israele nel suo creatore,
esultino nel loro re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze,
con tamburelli e cetre gli cantino inni.
Il Signore ama il suo popolo,
incorona i poveri di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria,
facciano festa sui loro giacigli.
Le lodi di Dio sulla loro bocca.
Questo è un onore per tutti i suoi fedeli. 


+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l'ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l'ho detto».
Parola del Signore.
RIFLESSIONI
Prima di iniziare le mie riflessioni voglio ricordare che oggi, in occasione del 1950° anniversario dell’approdo dell’apostolo Paolo a Pozzuoli, si terrà, nella Diocesi di Pozzuoli, la solenne celebrazione eucaristica per la chiusura dell’Anno Paolino diocesano, evento iniziato un anno fa per ricordare la permanenza di sette giorni di San Paolo in questa località, pausa necessaria per la penetrazione del cristianesimo nel cuore dell’Impero romano e dell’Europa occidentale.
E il brano di oggi della prima lettura si riferisce proprio all’arrivo in Europa di Paolo e Barnaba,  precisamente a Filippi, "colonia romana e primo distretto della Macedonia". Vi restano per un po' di tempo e, di sabato, (per gli Israeliti il giorno di Dio per eccellenza) raggiungono le sponde del fiume dove sanno esservi le donne che, secondo la consuetudine, si recavano lungo il fiume a pregare e alle quali viene offerto il "lieto annuncio". Tra queste ne viene identificata una in particolare, Lidia, sia per il fatto che ella crede in Dio che per il fatto che "Il Signore le aprì il cuore per aderire alla Parola". Fattasi battezzare con la sua famiglia, il cuore di Lidia fu spalancato da Dio a quel comandamento che Gesù tanto amava: "Da questo riconosceranno che siete miei discepoli, se vi amate". E l'amore di Lidia non era fatto di belle parole ma consistette nell’immediato spalancare la casa ai fratelli che "costrinse ad accettare".
Visualizzando questa scena piena di vita e di calore amorevole chiediamoci se anche in noi riusciamo a vedere la stessa prontezza nel tradurre la nostra fede in pratica offrendo  concretamente un aiuto fraterno al nostro prossimo. 
E Gesù ancora una volta dilata veramente il cuore alla fiducia persuadendoci, in questa attesa di Pentecoste, che il Consolatore per eccellenza è lo Spirito Santo. E il suo consolarci non è un'illusione passeggera perché è Gesù stesso che si rende garante facendosi testimone del fatto che, in Lui, attraverso il suo mistero pasquale, tutto l'amore del Padre diventa vita e salvezza per noi e, in conseguenza di ciò, noi stessi diventiamo testimoni, purché come i suoi primi discepoli rimaniamo con Gesù, viviamo cioè insieme con Lui, uniti a Lui. 
Invochiamo quindi lo Spirito Santo affinché il nostro cuore, spesso chiuso, carico di presunzione, di facili giudizi negativi e duri verso gli altri possa aprirsi al prossimo rendendoci strumento di adesione alla Parola e a quell'operare in nome dell’amore che la Parola continuamente ci detta.

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